A cavallo con il Pitti, da Firenze i riflettori si spostano a Milano che si agghinda per bene per il primo evento dell’anno – nel mondo della moda – che la vede protagonista: Milano Moda Uomo ha aperto le sue danze ieri impegnando la giornata di buyers e giornalisti con oltre dieci eventi tra mostre e sfilate.
Sicuramente saltano all’occhio i milioni di stili che, in un solo giorno, pezzi grossi del calibro di Versace, Corneliani, Ermenegildo Zegna hanno saputo raggruppare. Stili da adattare ad ogni uomo, da quello più sportivo al lussuoso, dall’amante della tradizione allo stile metropolita.
L’uomo Corneliani è un dandy dei nostri tempi, svezzato dai troppi dettagli e vestito solo di tartan e coccordillo. Avido e quasi avaro del suo fascino, preferisce gli scuri ad eccezione della camicia bianca, alla quale accosta la cravatta nera. L’eleganza non è un caso, bensì viene ponderata facendola lottare con le cromie dei pezzi.
Sergio Corneliani, direttore creativo, apre anche questa volta la quattro giorni di Milano e lo fa però lasciando ad altri l’effetto di stupore, le scenografie stratosferiche. L’abito è autocelebrativo, adatto ad aprire di buon auspicio l’evento modaiolo maschile per eccellenza: “Iniziare per primi è un onore e un onere al quale siamo abituati” commenta dal backstage.
La sartorialità, la tradizione, la maestria si sposano in un connubio lussuoso dei materiali, come il visone rasato o il coccodrillo. Il pantalone è asciuto ma corto, mentre la silhouette si allunga attraverso abiti che abbracciano energicamente le forme, come la giacca fluida o il cappotto con martingala e cinturino. Minimal è il giubbino da biker fatto in coccodrillo nappato, ripreso nelle borse a mano.
L’abito è in cachemire nelle varianti in microgalles occhio di pernice e grigio o blu-nero, da indossare anche con la maglia dalle maniche del parka in jersey o dal maglione jacquard in linee di pelle. Immancabile per l’inverno il cardigan-caban Corneliani, da avere assolutamente se si vuole superare la fredda stagione con stile.
Stefano Pilati organizza un viaggio ultraterreneo per la sua seconda volta in Ermenegildo Zegna, presentando la nuova collezione presso il CityLife Palace milanese. Suoni, immagini, luci hanno portato gli spettatori fuori dalle mura della città catapultandoli nello spazio. Per avere un effetto fuori dal comune, il designer si è rivolto a Fiorella Terenzi, docente di astrofisica in Florida, che con il professor Neil deGrasse Tyson ha ideato una galassia ipersensoriale adatta solo allo spettatore e ai modelli. «Volevo dare maestosità all’evento e allo stesso tempo relativizzarlo» ha raccontato alla stampa Pilati. Sono naturali i contrasti creati da questa collezione, che veste l’uomo sportivo o casual anche quando deve agghindarsi per un grande evento, dal classico al super contemporaneo. Maxi piumini o pullover sono accostati agli stivali in coccodrillo, i modelli si vestono solo di pantalone, panciotto e gilet. Particolari sono i soprabiti, dal cappotto in vicuña a mo’ di poncho a quelli con il rever trasformato in una lunga sciarpa. «La verità è che tutto è relativo» ripete lo stilista a conclusione di uno spettacolo stellare.
Dolce&Gabbana rispolverano la storia italiana per approdare in Sicilia, ai tempi dei normanni come Ruggiero I, Tancredi, Boemondo. Ancora una volta la sartorialità degli stilisti diventa tela nuova per un quadro storico come quello italiano, del quale si fanno sempre portavoci nelle collezioni.
Per il prossimo inverno l’uomo si copre col pesante, dai montoni agli abiti in doppiopetto in ricordo della sartorialità siciliana, dai pezzi ricamati a mano che ricordano le armature caratteristiche dei normanni. La palette è soprattutto grigia e bordeaux, con tocchi di verde bottiglia, blu e marrone. Il nero è obbligatorio.
Architetture normanne – caratteristiche nel centro storico di Palermo, araldica di quei periodi ed effigi dei Re sono stampate sulle maglierie che aprono la sfilata accostate ai guanti ricamati. Le scarpe sono in pelliccia, velluto o in vitello broccato ma troviamo anche anfibi e sneakers colorate che ci riportano alla realtà. In seta sono gli abiti habotai portati con babucce e fiocco.
«Un uomo che vuole scegliere chi essere. Attraverso internet il mio sguardo è cambiato totalmente. C’è una nuova Versace generation che ci ama e ci segue, ed è composta di uomini e donne liberi. Quindi, per questa stagione ho voluto disegnare un uomo libero da qualsiasi condizionamento e che sceglie di essere ciò che vuole essere», ci racconta Donatella Versace a commento della sua nuova collezione (alludendo alla libertà di cui parla Papa Francesco).
Sulla passerella sfilano biker in mutande e canotte, ma soprattutto cowboy “ribelli” in Mexican tuxedo che portano la voce dello stile voluto da Donatella: l’uomo o è libero o è solo una macchina. Insieme ai pantaloni di pelle e ai jeans con stampe, la collezione si arricchisce di biker in cavallino e cappotti monopetto, maglie con stampe e molti twin set ottenuti sovrapponendo pezzi azzardati su silhouette possibilmente ben scolpite. Poi giubbotti di cincillà, jeans in filo d’oro e pantaloni da indossare sui jeans che i modelli Versace vestono con solo mutande, portate a vista.
di Mauro Stano
foto: dolcegabbana.it
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