Manaus, Brasile. Nel mezzo della foresta amazzonica. Uno stadio imponente, una cattedrale nel deserto. 32 gradi centigradi per il 66% di umidità. Questo ciò che attende Italia ed Inghilterra, che si sfidano, alle 24.00 (ora italiana), nel match che inaugura la loro spedizione brasiliana.
Ma facciamo un passo indietro. L’Italia si presenta alla partita con tanti dubbi e tanti acciacchi. Messi in conto gli infortuni di Rossi e Montolivo, non partiti per il Brasile, arrivano come una doccia fredda quelli di De Sciglio e Capitan Buffon. E l’Italia sa di doversi presentare all’inaugurazione del proprio campionato del Mondo orfana di 4 titolari.
Per fortuna, sembra non essere niente di grave per i due azzurri. Il portiere ha riportato un problema alla caviglia, ma dovrebbe farcela a rientrare per la prossima partita, contro il Costarica. Il terzino di proprietà del Milan, invece, lamenta un infortunio di tipo muscolare, ma, anche lui, dovrebbe essere regolarmente convocato per la prossima sfida.
Spazio, allora, a nuove idee tattiche. Sebbene non ci siano stati dubbi, per quanto riguarda il portiere (Sirigu prenderà il posto di Buffon tra i pali), il ruolo di terzino sinistro vacante suscita al CT Prandelli qualche grattacapo. Il tecnico della nazionale decide di optare per lo spostamento di Chielini dal centro della difesa alla fascia laterale sinistra, con Darmian a destra e Paletta di fianco a Barzagli.
Dalla cintola in su, l’Italia si affiderà ad un centrcampo di palleggiatori, formato da De Rossi, Pirlo e Verratti, con il romanista che fungerà da schermo davanti alla difesa. Marchisio e Candreva agiranno alle spalle dell’unica punta, super Mario Balotelli, che ha vinto il ballottaggio con Immobile, apparso in formissima nell’amichevole premondiale contro il Fluminense, al quale ha segnato una tripletta.
L’Inghilterra arriva alla sfida con qualche lieve fastidio muscolare di Welbeck, ma nulla di serio. Roy Hodgson può schierare, quindi, la formazione migliore o quasi. In porta il solito Hart. In difesa, da destra a sinistra, Johnson, Cahill, Jagielka e Baines. Mediana a due, con Gerrard ed Henderson, compagni di squadra al Liverpool. Linea a tre tutta tecnica e corsa sulla trequarti, formata da Rooney, Sterling e Welbeck, che varieranno di posizione continuamente, dietro l’unica punta Sturridge.
Pronti, via. Comincia il Mondiale italiano. In maniera non molto incoraggiante, a dir la verità. La Nazionale dei tre leoni spinge da subito sull’accelleratore, mettendo tanta paura alla retroguardia azzurra. Dopo circa una decina di minuti di assedio, gli italiani riescono finalmente a mettere la testa fuori, iniziando a mantenere il possesso palla. Resta comunque la sensazione che sia l’Inghilterra la squadra a creare più pericoli. Gli azzurri manovrano bene e mantengono il possesso della palla, ma gli inglesi fanno venire i brividi ogni qual volta fanno esplodere le loro azioni in velocità. Solo un intervento di Barzagli sulla linea salva il risultato. Fa tanto caldo, ma la partita resta comunque vivace ed intensa, ma mai cattiva.
All’improvviso, però, il colpo di genio che non ti aspetti. L’Italia arriva sul fondo, facendo girare al meglio la palla. Gli inglesi si chiudono bene, non lasciando spazi. La palla scorre rasoterra, verso Pirlo, che, in una posizione vantaggiosa, carica il tiro. Ma sarebbe troppo prevedibile, per un giocatore tanto geniale come il regista della Juventus tirare da quella posizione. E allora la gamba si blocca, la palla passa fra le gambe del giocatore azzurro, arrivando sui piedi di Marchisio, che, tutto solo, è libero di calciare. Il tiro viaggia a mezza altezza e passa attraverso una selva di gambe. Pulito, forte e preciso. La palla è in rete. 1-0 per l’Italia.
La gioia azzurra, però, dura appena una manciata di secondi. Forse vittima dell’inaspettata euforia, la difesa italiana si fa trovare impreparata e osserva impotente Rooney servire con un cross per lo smarcatissimo Sturridge, che, di destro, mette il pallone alle spalle di Sirigu. 1-1.
Un’altra decina di minuti trascorrono e si arriva all’intervallo. 15 minuti a reidratarsi, perché fa veramente troppo caldo, e poi di nuovo in campo. I giocatori sono gli stessi, ma la partita è diversa. Si avverte, quasi. Si percepisce. Ed infatti, passano appena 5 minuti, e Candreva trova con un cross di sinistro, non il suo piede, la testa di super Mario, che pare salire in cielo al rallentatore. La palla impatta la testa del numero 9. E per Hart non c’è nulla da fare. 2-1. È sempre lui. Quando serve, super Mario c’è sempre. Why always him?
A quel punto, la partita cambia. L’Inghilterra si rovescia in avanti, ma l’Italia si tiene stretta il pallone e, anzi, sfiora il terzo sigillo. Prima il palo di Candreva (“Chi ha fatto palo?”, griderebbe il ragionier Fantozzi), poi la traversa di Pirlo, direttamente da calcio di punizione.
Gli inglesi ci provano, ma non c’è nulla da fare. Triplice fischio. Ed è gioia. Buonanotte Italia.
di Daniele Pizzonia
foto: corrieredellosport.it
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