È morta Franca Sozzani, i funerali a Portofino

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È così ingiusto ricordare solo in questi giorni quello che una grande persona ha fatto negli ultimi trent’anni. Franca Sozzani non è stata solo l’ambasciatrice del Made in Italy, neanche solo la direttrice del “mondo Vogue” italiano.

La stampa ha un enorme potere: quello di parlare a tutti, di esprimere giudizi, di mettere i punti sulle “i” e di farlo sapere al mondo intero. E lei ha saputo sfruttare questo potere per fare chiarezza su tanti aspetti che generalmente una persona non si aspetta di trovare su un giornale di moda.

All’età di 66 anni, ci lascia Franca Sozzani. Nata a Mantova, di buona famiglia, diplomata al classico e dopo la laurea approdata nel mondo della moda. Il suo sogno la portava a voler fare la stylist, la sua ambizione e i suoi sacrifici l’hanno proclamata ventotto anni fa direttrice della più influente rivista di moda italiana. E, a suo dire, inaspettatamente.

“Sono una donna che lavora e lavora parecchio e si e’ battuta per cose che ha voluto, anche rischiando, per tre volte mi stavano licenziando, ma se fai un lavoro in cui credi e hai la fortuna che ti riconoscono le cose che hai fatto si forse a quel punto hai potere, che vuol dire che hai vinto tu nell’esporre le tue idee”.

Franca Sozzani e il figlio, Francesco Carrozzini

Franca Sozzani e il figlio, Francesco Carrozzini

Franca fu la prima a portare in una rivista di moda delle modelle con abiti che costavano un occhio della testa fotografate in pozze di petrolio e reti, la prima a creare un intero numero dedicato alle donne di colore (numero così tanto criticato che venne ristampato per te volte, tanto fu venduto), oltre alla prima a portare le donne curvy in copertina e a urlare il suo dissenso alle trasformazioni esagerate delle donne che si sottopongono alla chirurgia plastica. Una donna, insomma, “pantera” (come lei si è definita” di mille battaglie che “non ha mai smesso di sognare e creare progetti”. Lottatrice da sempre per i diritti delle donne, contro la violenza, contro il razzismo: “Voglio fare altre cose non solo essere seduta in una prima fila a vedere vestiti”.

Di lei conosciamo molto – forse – del mondo che ha saputo creare e stravolgere, dell’impegno nell’editoria italiana, nell’investimento che ha sempre fatto sui giovani talenti, del modo in cui ha saputo rivoluzionare e creare mode e stili. Della sua vita privata, invece, si sa poco, se non fosse per l’ultimo documentario presentato dal figlio Francesco Carrozzini, regista e fotografo di grande successo, che alla scorsa mostra del cinema di Venezia ha presentato “Franca: Chaos and Creations”.

La stessa Anna Wintour, direttrice di Vogue America, la ricorda con un editoriale sul suo giornale: “Franca e io – scrive la Wintour – abbiamo iniziato le nostre carriere da direttore all’incirca allo stesso tempo ma non siamo state automaticamente ammesse a qualche club esclusivo dove tutti i direttori di Vogue diventano amici del cuore. Non a caso per i primi anni ci siamo solo girate intorno”. Da lì poi, racconta la Wintour, è nata una forte stima legata all’amicizia. “A volte devi guadagnarti l’amicizia, e’ una cosa che Franca mi ha insegnato. Sono cosi felice e onorata che lo siamo rimaste per trent’anni.”.

I funerali si sono svolti nella chiesa di San Giorgio a Portofino, un luogo tanto amato dalla storica direttrice di Vogue Italia. Presenti numerosissimi amici, famigliari e influencer del mondo della moda e spettacolo da tutto il Mondo.
Durante il discorso di addio, il figlio ricorda l’amore come “vero tema della sua vita: ha amato me, il suo lavoro, le persone intorno a lei. Ha amato la vita.”

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