Sono passate solo tre settimane da quando (21 settembre u.s.) il Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker aveva incautamente sbottato davanti all’assemblea plenaria del Comitato economico e sociale europeo, dicendo che «abbiamo introdotto la clausola degli investimenti e l’Italia è l’unica che ne beneficia!»
Inoltre, il lussemburghese aveva invitato direttamente Matteo Renzi a smettere di chiedere flessibilità perché «nel patto di stabilità, che non deve essere un patto di flessibilità, abbiamo già introdotto molti elementi di flessibilità combattendo contro chi sapete (riferendosi ad Angela Merkel e al ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble» senza i quali l’Italia nel 2016 avrebbe dovuto spendere 19 miliardi in meno.
Effetto Bratislava
Erano, forse, gli effetti del “gran rifiuto” di Bratislava (15 settembre), dove Renzi ha sparato a zero sull’inconcludenza e la miopia dell’Unione Europea. Poi, il 23 settembre, a Berlino, Juncker, Merkel e Hollande si sono incontrati – Renzi assente – e non si sa che cosa si siano detti in privato. Ma, a quanto pare, il vento dell’austerity si sembra improvvisamente assopito. Ieri, a sorpresa, infatti, Jean Claude Juncker, a margine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale, all’Atlantic Council di Washington, ha fatto proprie le parole di Renzi, dichiarando che: «Il vertice di Bratislava è stato un fallimento» sui migranti.
Ma ciò che ha destato maggiormente stupore sono state le parole del Commissario Ue per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici (foto), il quale ha dichiarato all’agenzia economica Bloomberg che la Commissione europea, in sede di valutazione delle spese di bilancio degli Stati membri, terrà conto delle «spese per la crisi dei rifugiati, o un terremoto, o per un paese che soffre attacchi terroristici. Si tratta di flessibilità precise, limitate e chiaramente spiegate». Proprio quelle che oppone Renzi per farsi approvare la Legge di Bilancio 2017 da Bruxelles.
Nessuna sanzione per riforme strutturali
Proseguendo, il Commissario europeo ha tirato in ballo direttamente l’Italia: «c’è una minaccia populista. E’ per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi affinché sia un partner forte all’interno dell’Ue. Ho fiducia che l’Italia se la caverà come sempre e risolverà i problemi con il nostro aiuto. Abbiamo detto che saremmo pronti a considerare spese per la crisi di rifugiati o un terremoto o un Paese che soffre attacchi terroristici come il Belgio. Si tratta di flessibilità precise, limitate e chiaramente spiegate. Dobbiamo aiutare i paesi che portano avanti riforme strutturali affinché possano avere più tempo, lo abbiamo fatto con l’Italia. In generale un Paese deve rispettare i criteri e ridurre il debito, è il principale problema di Italia e Belgio».
E ancora: «Questa commissione – ha proseguito Moscovici – non vuole sanzionare. Le sanzioni sono sempre un fallimento perché dimostrerebbero che le regole non funzionano». Moscovici ha inoltre ricordato che, nel luglio scorso, la Commissione Ue aveva già deciso di non multare Spagna e Portogallo per aver violato le regole del patto di stabilità dicendo di non essersi pentito per quella decisione. L’Unione europea, quindi, sembra aprire clamorosamente all’Italia (ma anche al Belgio), ricordando che, solo pochi mesi fa ha chiuso tutti e due gli occhi di fronte alle infrazioni di Spagna e Portogallo.
Chi è Moscovici
Le dichiarazioni di Moscovici sono qualcosa di più di un semplice viatico alla Legge di Bilancio 2017 che l’Italia si appresta a presentare a Bruxelles, con il via libera a mantenere il livello del debito annuale al 2,3-2,4%, evitando di abbassarlo all’1,8%, in linea con le previsioni del “fiscal compact” (qualcosa come 10 miliardi di spesa sociale o di investimenti in più).
Al socialista Moscovici, infatti, la conservatrice Germania e il gruppo parlamentare europeo di maggioranza relativa (il PPE) avevano accettato di affidare l’importante incarico di Commissario per gli Affari Economici, ad una sola condizione: che non prendesse alcuna iniziativa senza autorizzazione dei “poteri forti” (leggi: Merkel, Schäuble e Juncker). Se oggi lo ha fatto, significa che le sue dichiarazioni erano state concordate e, naturalmente, erano in perfetta linea anche con il suo Presidente Hollande, essendo questi anche il segretario del partito a cui Moscovici appartiene.
Le reazioni in Italia
Che sia una posizione ufficiale – quella di Moscovici – e non una “esternazione” alla Juncker, lo dimostrano anche le reazioni di Laura Garavini, dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo del Pd alla Camera che, altrimenti, non sarebbero state così perentorie: «Apprendiamo che la Commissione europea apre alla flessibilità, è pronta a considerare alcune spese straordinarie, come quelle per la crisi di rifugiati o per le conseguenze di un terremoto ed altri eventi traumatici. E’ una buona notizia ed è anche la prova che la battaglia del governo Renzi per una Europa più giusta e solidale sta buttando giù qualche muro». Eppur si muove?
Foto: Getty Images
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