Il murale anonimo «la pietà del 21esimo secolo» che raffigura il cineasta e scrittore Pier Paolo Pasolini è stato vandalizzato nella mattinata del 24 maggio 2015 in Piazza di Calisto.
Pierpaolo Pasolini, poeta e regista italiano vissuto a cavallo degli anni 50 non ha mai smesso di far parlare di sé, nemmeno dopo la sua morte. Personaggio ambiguo, uno degli esempi più lampanti di genio e sregolatezza che la natura abbia mai partorito. Dopo quarant’anni dalla sua scomparsa, la sua figura è ancora avvolta nel mistero.
Misterioso è anche l’autore di alcuni murales raffiguranti il poeta che da giorni sono apparsi tra le vie della città eterna. I murales rappresentano il poliedrico artista che stringe tra le braccia il suo stesso corpo senza vita.
Roma non è nuova ad ospitare tra le sue mura monumenti che ricordino il grande intellettuale. Il primo fu eretto sul lungomare di Ostia, quartiere dove Pasolini venne brutalmente ucciso la notte del 2 Novembre 1975. La statua di Pietro Consagra, inaugurata nel 1993, però suscitò da subito molte polemiche in quanto gli abitanti del quartiere non ritenevano Pasolini un fulgido esempio di valori morali e civico-sociali per i giovani.
I cittadini del quartiere Pigneto auspicano invece lo smantellamento della statua sorta da pochi mesi nel loro quartiere perché secondo loro sarebbe troppo brutta per rappresentare la grandezza del poeta. Devono essere stati dello stesso avviso i vandali che la notte scorsa hanno strappato via il volto del murale situato in via Giovanni Borgi, nel quartiere Sant’Eustachio.
Un atto che testimonia ancora una volta lo strano rapporto che Pier Paolo Pasolini ha sempre avuto con la città di Roma. Città che l’ha ospitato, ispirato e che infine gli ha tolto la vita, città che forse non è ancora in grado di restituire all’uomo che l’ha resa sfondo dei suoi capolavori la dignità che quella notte del 2 Novembre gli è stata tolta.
di Giacomo Chiuchiolo
foto: Roma Corriere
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