“La Musica è Vita.
La musica è il dizionario dei sogni,
con essa si può comunicare senza parlare,
volare senza avere ali
rivivere o andare avanti,
divertirsi o piangere.”(Anonimo)
Numerosi studi ipotizzano che la musica sia un linguaggio che , seppur privo di grammatica, abbia la forza di essere universalmente compreso. La musica insomma, impossibile da tradurre e per questo sempre comprensibile a tutti esattamente per come è, sarebbe il linguaggio comune a tutto l’universo. Gli studi di Isabel Peretz dell’Università di Montreal evidenziano come l’ascolto di brani diversi tra loro produca in tutto il campione sempre il medesimo effetto a livello dei parametri fisiologici testati: la musica sembra avere influenza sul corpo, anche senza un’attiva consapevolezza dell’ascoltatore. Numerosi sono gli studi che evidenziano come le emozioni trasmesse dalla musica siano univocamente riconosciute. Il più noto è quello condotto sulla popolazione camerunese dei Mafa: queste persone non hanno mai udito musica occidentale, ciò nonostante sin dal primo ascolto essi hanno saputo riconoscere all’unanimità sentimenti di gioia nelle musiche con tempi veloci e di tristezza in quelle con tempi lenti. Questi risultati non sorprendono se pensiamo che la musica è posseduta da tutte le civiltà, anche le più antiche. Altrettanto sorprendente è il fatto che un flauto d’osso, risalente a 55.000 anni fa e ritenuto il più antico strumento musicale fin’ora rinvenuto, abbia note compatibili a quelle che noi tutti conosciamo. Sembrerebbe quindi che la musica sia sempre stata presente nell’evoluzione della nostra specie e che il nostro cervello sia predisposto a comprenderla. Ma è forse la capacità di sincronizzare che rende la musica un linguaggio così affascinante, quanto unico. Analizzando le onde cerebrali di 8 coppie di chitarristi impegnati nell’esecuzione di brani jazz i ricercatori tedeschi del Max Planck Institut hanno scoperto che , man mano che la musica veniva suonata, le onde cerebrali dei musicisti rilevate con l’elettroencefalogramma, si facevano sempre più simili, sin quasi a sovrapporsi. Altro esempio di sincronia è la singolare esperienza del naturalista David Rothenberg che è riuscito ad incidere un CD in cui duetta amabilmente con un uccellino. La musica sembra davvero essere una modalità di comunicazione magica, capace di unire i cuori e le menti. O semplicemente possiamo pensare che sia il vero linguaggio universale, non solo di noi umani, ma anche delle altre specie animali e magari pure extraterrestri! La Nasa, infatti, nel 2008 ha diffuso nell’universo il noto brano “Across the Universe” dei Beatles. Peccato però che dovremo aspettare oltre 400 anni prima che gli alieni intercettino la musica e altrettanti per ricevere un’eventuale risposta. Lasciamo ai posteri la gioia di scoprire l’esito di questo esperimento e deliziamoci con un’altra curiosità, che mette in risalto quanto ancora abbiamo da scoprire sulla musica: nel 1995 lo scienziato Masaru Emoto riuscì a fotografare l’impronta musicale dell’acqua: fece “ascoltare” musica all’acqua e la congelò subito dopo potendo così osservare i cristalli formati dall’acqua mediante un microscopio. Ebbene, l’acqua esposta alle vibrazioni sonore della musica classica creò legami armoniosi e simmetrici; al contrario l’acqua esposta all’heavy metal, detta anche la musica del diavolo, formò legami scomposti e disordinati. Possiamo ipotizzare dunque che la musica abbia un’influenza anche sulla materia? Nel caso dell’acqua parrebbe proprio di sì. Ed essendo noi composti per oltre il 70% d’acqua risulta facile immaginare come la musica possa estendere le sue influenze anche sul nostro corpo e, forse, sul nostro spirito. Allora vogliate concedermi di immaginare romanticamente la musica come il suono dell’Amore che abita l’universo e che tutto fa vibrare intorno a sé.
Daniela Leonardi
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