Il tanto atteso discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Napolitano ha confermato quello che era nell’aria, cioè che tra poco tempo lui rassegnerà le dimissioni.
Soprannominato Re Giorgio ha retto la carica di Presidente in un momento in cui la Politica italiana, ha ben poco da dire, diventando l’uomo che ha nel bene e nel male cercato di rappresentare un ruolo Istituzionale. La figura del Presidente della Repubblica in Italia è stata pensata al momento della nascita della Repubblica, con un ruolo di super partes, una presenza istituzionale di alto prestigio, ma con poteri soprattutto politici, estremamente ristretti. Questa situazione indebolisce sostanzialmente il ruolo del Presidente della Repubblica, che di fatto finisce per essere un ratificatore più o meno accondiscendente delle scelte politiche parlamentari, e quindi delle maggioranze politiche del momento.
Napolitano ha tentato di riportare in un alveo istituzionale i conflitti laceranti tra gli stessi organi dello Stato, (es. quello con la magistratura) riuscendovi solo in parte. E’ finito sotto attacco dalle note Procure palermitane, accettando di essere interrogato, su quanto lui sapesse di quella famosa “trattativa” che da più di venti anni intossica la vita politica italiana, senza che nulla di concreto sia mai uscito fuori. Forse la sua colpa più grave è stata quella di aver dovuto accettare di far dimettere Berlusconi, comunque eletto democraticamente, per mettere Monti, con tutto il disastro di macelleria sociale che un simile governo ha provocato.
Un uomo Napolitano rappresentante forse di un vecchio sistema, di una concezione dello Stato, e delle Istituzioni ormai lontana dalle nuove leve politiche, figura a ui però si dovuto ricorrere, cosa mai successa nella storia della Repubblica, vista l’impossibilità di riuscire a scegliere un successore. Una scelta che ha salvato un governo, senza i numeri per governare, dilaniato da lotte intestine, già dato per morto.
E ora? Chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica? Il patto del Nazareno sarà in grado di scegliere un candidato accettabile da tutti i partiti e farlo eleggere senza il laceramento politico che è avvenuto solo due anni fa? Compaiono sulla scena i soliti noti Prodi, dato da molti come favorito, e Amato, forse Monti, un pensierino lo farà anche D’Alema, (se fosse vivo Cossiga qualche possibilità in più l’avrebbe) con qualche chance anche la per la Finocchiaro.
Trapelano in questi giorni faide interne al PD, tra renziani e antirenziani pronti ad eliminare immediatamente il candidato dell’uno o dell’altra parte. All’interno del PD si profila una guerra per bande Forza Italia e NCD al momento non sembrano avere ne un candidato, ne tantomeno le idee chiare su chi appoggiare e quindi sono in attesa delle mosse degli altri. I pentastellati, attendono le indicazioni del loro “guru” Beppe Grillo, che da tempo non compare e non si fa sentire, sicuramente nessuna scelta li troverà favorevoli, ma vista la situazione all’interno del partito non si possono escludere colpi di scena. Accanto a questi candidati altre figure rappresentative delle istituzioni non se ne vedono, non ci sono più personaggi come gli Spadolini, o gli Ingrao, o la Jotti , che come Presidenti delle Camere mantennero alto il ruolo istituzionale, non solo all’interno dei loro partiti ma anche nei confronti delle opposizioni.
Al di fuori del nome che alla fine uscirà eletto, sarà importante che la politica dia durante le elezioni del Presidente della Repubblica, una immagine positiva al Paese. Al contrario di fronte ad ennesime liti, o a “niet” incrociati, resterà l’immagine di un paese governato da rissosi incapaci. Visti i nomi che circolano esprimiamo un parere; e se si eleggesse un Presidente donna ? A noi la Finocchiaro piace .
di Gianfranco Marullo
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