Israele sembra non riuscire in alcun modo a digerire il voto di giovedì scorso all’Onu che ha sancito la presenza della Palestina come Stato-non membro e che secondo Abu Mazen trasforma la Palestina in uno “Stato sotto occupazione”.
Già venerdì infatti il governo israeliano aveva annunciato la costruzione di 3.000 nuovi alloggi nei territori occupati tra Gerusalemme Est e la Cisgiordania. L’annuncio ha scatenato le reazioni del segretario di Stato americano Hilary Clinton che ha affermato di considerare tale iniziativa un passo indietro nel processo di pace.
Nella riunione del governo di ieri il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha infatti affermato che “il popolo ebraico ha un naturale, storico e legale diritto nei confronti della sua terra natale e di Gerusalemme come sua capitale. La risoluzione non servirà come base per futuri negoziati né fornisce una via per una soluzione pacifica” e ribadisce che “Uno stato palestinese non sarà stabilito senza un connesso accordo sulla sicurezza dei cittadini israeliani”.
Come ulteriore rappresaglia Israele ha annunciato il blocco del trasferimento delle tasse per l’Autorità nazionale palestinese, circa 460 milioni di shenkels. Si tratta delle tasse destinate ai mercati palestinesi ma che passano dai porti israeliani e che vengono poi versate ogni mese sulla base degli accordi stabiliti a Parigi nel 1994. Il ministro delle finanze israeliano ha annunciato che i soldi verranno utilizzati per pagare il debito dei palestinesi con Israel Electric Corp per le forniture di energia.
di Redazione
foto: it.euronews.com
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