La disoccupazione nell’Unione europea, nel mese di agosto 2019, ha raggiunto il minimo storico del 7,4%. Ma la cattiva notizia è che quella giovanile resta alta e si accompagna a grandi disuguaglianze economiche e sociali tra i vari paesi.
Il Parlamento Europeo, è intervenuto al riguardo approvando la relazione annuale della ‘commissione parlamentare per l’occupazione e gli affari sociali’, con 422 voti a favore, 131 contrari e 101 astenuti.
“Le raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione dal 2012 – ha dichiarato la relatrice Yana Toom (ReNew, Estonia) – non riguardano solo le politiche economiche, ma anche quelle sociali dell’UE. Tuttavia, la tendenza al ribasso nella loro attuazione è inaccettabile e deve essere invertita. La Commissione deve convincere gli Stati membri che la salute sociale dell’UE non è meno importante della difesa del mercato unico o di qualsiasi altra politica comune“.
Con circa 113 milioni di persone vicine all’esclusione sociale, non sarà possibile rispettare la previsione di diminuzione della povertà per il 2020.
Nella relazione i deputati chiedono una serie di interventi mirati contro le disuguaglianze persistenti nella popolazione europea.
Si passa dal sostegno della Commissione e degli Stati membri ai diritti dei lavoratori con idonei finanziamenti e modifiche legislative, all’istituzione di un salario minimo nell’area UE e alla creazione di un fondo per prestiti contro la disoccupazione nei momenti di rilevanti crisi economiche.
Vengono auspicati la valutazione paritaria degli obiettivi economici e sociali ed il potenziamento dei diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali, con una loro migliore protezione contro gli abusi.
Infine le garanzie per i minori, contro la povertà nell’infanzia e la disoccupazione dei giovani e l’intervento sulle significative differenze, a livello UE, nelle retribuzioni fra uomo e donna.
La commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo prepara la relazione annuale sull’occupazione e le politiche sociali e sull’analisi annuale della crescita economica dall’anno 2018.
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