Fine secondo Impero, nuovi fasti della Terza Repubblica:direttamente catapultati nella belle époque, dove la vita mondana si consumava lungo i boulevard, negli ippodromi, nei caffè della Senna e lungo le rive del Tamigi, sarà possibile ammirarne il fascino, presso Palazzo Zabarella a Padova, attraverso i 120 capolavori appartenenti a uno dei più importanti artisti dell’ “Italiens de Paris”, Giuseppe De Nittis.
L’artista pugliese dopo il periodo di formazione avvenuto a Napoli presso l’Accademia delle Belle Arti, con la mente e gli occhi pregni delle suggestionanti pianure campane e le campagne soleggiate di Puglia, aveva acquisito le giuste qualità per stregare Parigi. Nel 1867 raggiunge la capitale francese per condividere le sue rappresentazioni di un “an plain air” tutto italiano con quelle francesi della Senna. A Parigi Giuseppe dopo l’incontro con gli impressionisti condivide le nuove teorie pittoriche, che avevano come obiettivo il superamento delle vecchie istanze artistiche di genere, per fissare l’autonomia dell’artista, segnando così, lo spartiacque tra l’arte moderna e quella contemporanea.
Nelle opere di De Nittis si percepisce, quindi, l’influenza dei suoi amici impressionisti, Manet e Degas ma il suo stile resterà inconfondibile ed indipendente.
L’esposizione curata dalla Fondazione Bano di Padova e dalla Fondazione Antonveneta ha aperto i battenti al grande pubblico il 19 gennaio e si protrarrà fino al 26 maggio, accogliendo opere provenienti dai maggiori musei di Francia come il Petit Palais e il Musée Carnavalet di Parigi, il Musée des Beaux-Arts di Reims e dai più importanti musei e gallerie italiane, come la Pinacoteca dedicata allo stesso De Nittis di Barletta, la Pinacoteca Provinciale Giaquinto di Bari e la Galleria d’arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, oltre al contributo di numerosi privati.
di Alessandra di Meo
foto: giovannifattori.com
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