Papa don’t tweet

È ormai passata una settimana dallo sbarco del papa su Twitter ma ancora @pontifex, questo il nome dell’account, non da alcun segno di vita.

Sembra infatti che per il primo tweet del papa bisognerà attendere il 12 dicembre, quando il messaggio sarà inviato in diretta dall’udienza generale del mercoledì.

Lo scopo sarebbe quello di rispondere a domande inerenti la fede che per il momento è possibile inviare a #askpontifex. Il comunicato stampa che annunciava l’apertura del profilo dichiarava: “I tweets del Papa saranno disponibili a credenti e non credenti per condividere,  discutere e incoraggiare il dialogo”.

Le “perle di saggezza” del papa, come le chiama lo stesso portavoce, in 140 caratteri si fanno dunque attenere, ma non i fallower che al momento sono già più di 500mila. Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, non perde tempo a rispondere a coloro i quali mettono in dubbio la validità di messaggi di fede di soli 140 caratteri, e lo fa con una sorta di parabola raccontata su Radio Vaticana che così si conclude: “E i tweet portarono frutto e si moltiplicarono, per trenta, per sessanta, per cento… Chi ha orecchi per intendere, intenda”.

Poche e laconiche invece le frasi del portavoce sulle domande ironiche che continuano a moltiplicarsi, quelle sì come i il pane e i pesci, sull’account: “Il seme cade su un terreno sassoso o in mezzo ai rovi dei pregiudizi negativi e soffoca, ma cade anche su un terreno buono e disponibile e così porta frutto e si moltiplica”. Parole che fanno riflettere: il papa risponderà davvero a tutti o, come spesso accade, solo alle domande “comode”?

Perché tra le varie domande al papa sono molte le domande scomode: “Per Natale sacrifichi uno dei suoi anelli, così ci mangia una regione intera africana per 2 mesi, cosi aiuta i PAMPINI!” oppure “se Dio ci ama tutti perchè lei con tutti i suoi amichetti odia i gay?”.

Ovviamente sull’account dilaga l’ironia ed è divenuto un passaggio obbligato per tutti quelli che si connettono, migliore di qualsiasi programma comico secondo molti: c’è chi si chiede “Ma dopo tutte quelle lettere i Corinzi hanno risposto?” o chi invita alla riflessione sulla crisi: “Che me prendi na stecca de sigarette che ‘ndo stai tu costa meno?”.

Quello che non è chiaro è se coloro i quali hanno proposto l’iniziativa fossero pienamente consapevoli dell’entità e dei rischi della scelta di aprire un account una settimana prima dell’inserimento di contenuti nello stesso, non mancano d’altronde in merito le candidature: “mi sa che c’avete bisogno di un Social media manager! Io c’ho pure un master, a chi o mando il cv?”

Eppure il vento di rinnovamento del Vaticano sembra ultimamente non conoscere limiti, la prossima settimana sembra infatti che sarà presentata una app che consentirà di seguire in diretta i discorsi del papa ed essere connessi a Città del Vaticano tramite alcune webcam.

Come sempre le vie del Vaticano sono infinite, ma chi conosce a fondo i meccanismi della rete sa che dietro una mossa di questo tipo si cela un enorme potenziale comunicativo che potrebbe far gola a diversi soggetti, staremo a vedere cosa succederà o quale sarà l’impostazione che il Vaticano sceglie di dare ai propri tweet, anche su questo d’altronde non mancano le ipotesi dei follower: “500.000 follower e nessun tweet. Il primo sarà Scemo chi legge”.

Di Claudia Durantini

foto: mondoinformazione.com

1 risposta

  1. Lavinia

    Ho trovato ridicolo il ” profilo papale” su twitter, tanto quanto il canale youtube della Gelmini, ma non avevo valutato quanto spassoso si sarebbe rivelato leggere i commenti inviati al papa.

    Genialata letta oggi: ” Ma se lei è sposato con dio, come fa ad essere contrario ai matrimoni gay?” muahahahaha

    Rispondi

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.