Molti cattolici, e non, stanno cercando di capire il nuovo “sconvolgente gesto” di Papa Francesco e, come spesso accade in questi casi, la confusione regna sovrana grazie anche, a volte, al pregiudizio di base.
Cerchiamo di ricostruire i fatti analizzandoli nell’ottica del Pontificato di Papa Bergoglio.
In Sud Sudan la situazione è particolarmente grave e Papa Francesco lo sa bene quindi ha invitato in Vaticano, per degli esercizi spirituali organizzati dall’Arcivescovo di Canterbury Mons. Justin Welby. le massime autorità religiose e politiche sud sudanesi.
Al termine di questi esercizi spirituali, il Pontefice ha rivolto a loro un discorso in cui, a più riprese, ha implorato il dono della pace per il popolo del Sud Sudan sfigurato da quasi sei anni di guerra civile e da oltre 400mila morti.
Papa Francesco ha pronunciato le parole che seguono, con tono della voce affaticato ma fermo:
“Vi chiedo come un fratello: rimanete nella pace. Andare avanti, ci sono tanti problemi, ma non spaventarsi. Voi avete avviato un processo: che finisca bene. Ci sono lotte tra di voi, ma che siano dentro l’ufficio. Davanti al popolo, le mani unite. Così, da semplici cittadini, diventerete padri di nazioni. Permettete di chiedervelo col cuore, con i miei sentimenti più profondi”.
Al termine di questo accorato e spontaneo appello Papa Francesco ha voluto compiere quel “gesto sconvolgente” dal quale siamo partiti, ovvero si è inginocchiato davanti al presidente Salva Kiir e ai vicepresidenti designati, tra cui Rebecca Nyandeng De Mabior, vedova del leader sud sudanese John Garang, e Riek Machar, leader dell’opposizione, per baciare loro i piedi e implorare la Pace.
Papa Francesco ha voluto insegnare a loro, e a tutti noi, che la Pace è come l’amore, non solo una parola ma un fatto e nonostante un solo polmone, la vecchiaia, la fatica, la stanchezza, le preoccupazioni, i protocolli, si è voluto inginocchiare per un bene più grande (guardate il video, è commovente).
Credo che Gesù Cristo avrebbe fatto lo stesso.
Fonte foto: lastampa.it
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