Paramahansa Yogānanda e lo Yoga di Gesù

Yoga Gesù

Nel suo libro “Lo Yoga di Gesù”, Paramahansa Yogānanda sosteneva che Gesù avesse insegnato la stessa scienza divina e gli stessi precetti del Kriyā Yoga. Gesù ha forse vissuto in India per un certo periodo? 

Paramahansa Yogānanda (1893-1952). Nato a Mukunda Lal Ghosh, Yogānanda è stato un grande filosofo, mistico e scrittore indiano. Tra le sue opere, merita attenzione “Lo Yoga di Gesù”, una sorta di complemento al Vangelo in chiave yoga, in cui l’autore sottolinea le analogie fra la pratica indiana e la testimonianza di Gesù. 

Gesù ha forse vissuto in India, almeno tra i 14 e i 18 anni, visto che nel Nuovo Testamento non c’è il minimo accenno alla sua adolescenza ?

Qual è il significato intrinseco dello yoga e quali sono  le sue analogie con il pensiero cristiano?

Alla ricerca della felicità

Ognuno di noi cerca costantemente la felicità all’esterno (nell’appagamento dei sensi, dell’ego, ecc;). Lottiamo sempre per cose che sono fuori dalla nostra portata e che non conducono alla felicità, né alla liberazione, bensì alla sofferenza.

Nella nostra mente inoltre si susseguono caoticamente milioni di pensieri. 

Se non impariamo a svuotare la mente, non riusciremo mai a rilassarci del tutto e, di conseguenza, ad avere consapevolezza del nostro Sè superiore.

Come riuscirci? 

Nella Bibbia si legge “fermatevi e conoscete che Io sono Dio” (Salmo 46:10). 

Questo concetto racchiude il significato più intrinseco dello yoga, una scienza spirituale utile a calmare l’agitazione dei pensieri e l’irrequietezza del corpo. Ma le analogie non finiscono qui.

Paramahansa Yogānanda e il limite dei sensi 

Come detto, la nostra mente è in continuo subbuglio e non può prescindere dai dati fisici percepibili attraverso i cinque sensi.

Dal momento che essi sono parziali e talora ingannevoli, per risolvere gli enigmi della vita (“chi sono io?” “Perché sono sulla terra?” “Come posso conoscere la verità”), dobbiamo imparare a trascenderli.

Lo yoga, che non è solo un insieme di esercizi fisici, mantra e meditazioni, bensì l’unione della coscienza universale e dell’anima umana, fornisce gli strumenti perché ciò avvenga. E’ infatti un “processo di inversione del flusso di energia e della coscienza (di solito rivolte all’esterno) in cui la mente, non più dipendente dai sensi, diventa un centro dinamico di percezione diretta capace di conoscere la verità”- spiega Paramahansa Yogānanda. 

Di quale verità parliamo?

Attraverso la pratica, lo yoga ci fa conoscere l’unità del nostro essere con la matrice unigenita che ha dato origine a tutto l’universo e a tutte le forme di materia ed energia.

Il concetto di unione della parte nel tutto, ci fa comprendere ancora una volta la somiglianza fra la rivelazione cristiana e la Bhagavad Gita, lo yoga e in generale tutti i testi sacri.

Paramahansa Yogānanda ipotizzo pertanto che Gesù  avrebbe insegnato la stessa scienza divina e gli stessi precetti del Kriyā Yoga.

Gesù e i figli di Dio: gli avatar

Sempre secondo l’autore, Gesù Cristo, figlio unigenito, incarnazione della perfetta realizzazione del Sè superiore, non sarebbe stato l’unico “Salvatore” disceso nel mondo, né pretendeva di esserlo.

Nel corso dei millenni anche altri “avatar” (così li definiscono i vari testi sacri indiani), hanno rappresentato l’incarnazione di Dio. La tradizione induista li considera degli intermediari, incarnazioni semidivine che conoscono Dio, oppure essere liberati che tornano sulla terra per compiere una missione assegnata dal Padre (elevare la razza umana) per poi ascendere nuovamente a lui.

Questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che tutti coloro che vedono il Figlio e credono il lui abbiano vita eterna ed io li resusciterò nell’ultimo giorno.” Si legge nel Vangelo di Giovanni 6:40. 

Secondo Paramahansa Yogānanda, la frase vuole sottintendere che, tramite l’intercessione dell’avatar, del Figlio di Dio, gli uomini possono comprendere la via imperscrutabile e indecifrabile del mistero. Possono dunque arrivare a conoscere sia la natura trascendente sia quella immanente dello spirito, sia l’unicità dell’Assoluto non creato, sia le sue innumerevole incarnazioni. Insomma si congiungono in quella coscienza cosmica (l’intelligenza di Dio) di cui parlava San Giovanni, raggiungibile solo attraverso la coscienza cristica, la manifestazione di un’ intelligenza universale che ciascuno può sperimentare nella propria coscienza. 

Quanto agli altri avatar, la Bhagavad Gita spiega “ogniqualvolta l’uomo abbandona la virtù per seguire il vizio, o ritorno sulla terra per indicare la strada”. 

Ma torniamo alla tesi secondi cui Gesù avrebbe vissuto in India durante la sua adolscenza.

Gesù visse in India?

Nel Nuovo Testamento non c’è menzione dell’adolescenza di Gesù, in un’eta compresa tra i 14 e i 28 anni. 

Si tratta di un mistero che da sempre suscita molta curiosità. 

Una tradizione indiana fondata su antichi racconti tramandati oralmente, narra che, dopo aver percorso la via commerciale che univa Cina e India insieme a dei commercianti, Gesù si sarebbe fermato in un monastero nei pressi dell’Himalaya. 

Qui venne a contatto con le verità tramandate dai maestri indiani. Partendo da queste verità, Gesù predicò un messaggio semplice e diretto ma anche pieno di significati nascosti. Questi ultimi spiegabili solo quando la mente umana fosse stata in grado di recepirli, attraverso un’evoluzione della coscienza.

La leggenda narra altresì che i famosi Re Magi, sarebbero stati dei saggi indiani accorsi per onorare 

l’incarnazione del bambinello e che lui li avrebbe successivamente raggiunti per ricambiare la visita. 

Il mistero dei documenti ritrovati

Nel 1894, un viaggiatore russo di nome Nicolas Notovič trovò dei documenti attestante la tesi sopracitata in un monastero tibetano. Il russo li tradusse e scrisse un libro dal titolo “La vie inconnue de Jesus Christ (1894)”. 

I testi antichi, secondo il russo, parlerebbero di tale Issa, un santo proveniente dal Israele “nel quale era manifesta l’anima dell’universo”.

Il giovane avrebbevissuto nella Regione dai 14 ai 28 anni, insieme a santi, monaci e Pandit. Aavrebbe predicato a lungo gli insegnamenti dei maestri, per poi tornare nella sua terra natia dove venne trattato ignobilmente. “Lo condannarono e lo misero a morte” si legge. A dire il vero, i racconti di Notovič risultarono tratti da un falso manoscritto e l’uomo fu accusato di truffa. Ad ogni modo, in India è tuttora diffusa l’idea che Cristo abbia vissuto nei loro territori. Del resto, l’India è considerata la madre della religione.

La frase “Ex oriente Lux” non è un luogo comune. 

Come il sole sorge in oriente e poi si sposta in Occidente, così Cristo scelse di nascere in Palestina, a metà fra oriente ed Europa, seguendo proprio il cammino della stella madre del sistema solare. 

Vero o falso che sia il documento, è certo che la coscienza cristica è un concetto universalmente applicato dalle varie religioni, ad ogni latitudine e longitudine, seppure con terminologie diverse.

Foto di Okan Caliskan da Pixabay

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