Parigi non smentisce ne rinnega la propria vena dolce e anticonformista dello stile che gli scorre nel sangue e le collezioni che continuano a sfilare in questi giorni – ricordiamo fino al 2 ottobre – confermano la maestria delle grandi maison provenienti da ben 22 Paesi del globo e dai giovani talentuosi che comunque fanno ottima presenza stilistica.
Cominciamo dal sublime lavoro di Raf Simons: Dior presenta uno stile tutto nuovo, rivisitando i dettami della storica maison ma decostruendoli, come i decori fiorati orlano gli abiti strappati, tra forme asimmetriche e toppe con maxi slogan. Secondo il designer, le donne «vivono in uno spazio in mutazione dove tutto è possibile». Alla stampa racconta: «Questa collezione è definita dalla volontà di dare una svolta a Dior, di scuoterlo e di spingerlo lì dove il romanticismo lirico può diventare pericoloso, dove le rose assumono una valenza velenosa. Da Dior molte cose sono legate alla natura e nello stesso tempo ci si è sempre confrontati con l’idea di non cambiare la natura. Io ho voluto cambiare la natura stessa delle cose affinché la moda possa essere un campo delle possibilità, di assunzione del rischio e del cambiamento».
A far notate un altro cambiamento addirittura viscerale è Rick Owens che porta sulla runway delle modelle afro che di slim hanno … niente! Ma il messaggio sicuramente non è delicato: secondo Owens infatti, la moda è un forte strumento per combattere i problemi sociali come il femminicidio e queste modelle corpulente che hanno sfilato durante la Settimana della Moda parigina, lo hanno fatto con lo spirito arrabbiato, stanco di esser sottomesso ad un’immagine della donna sbagliata.
Ma a proposito di parate a fini sociali, chi è il brand “malcapitato” che ha avuto qualche sorpresina durante il proprio show? Le Femen continuano la propria lotta contro la sottomissione e lo sfruttamento della donna nel mondo, irrompendo sulla passerella nel bel mezzo della sfilata seminude e vestite solo di slogan come “fashion dicaterror!”. Dall’Ucraina con furore, non hanno creato molto scalpore: chi partecipa a questi eventi – e chi si informa di queste settimane della moda – ormai non viene più colpito dalla protesta, dopo innumerevoli entrate di animalisti che sfruttano le passerelle come rampa di sfogo per le ideologie del proprio gruppo. Impassibili Anna Dello Russo e Olivia Palermo, sedute lungo il front row.
A mantenersi soft è la maison Balenciaga, che veste la donna di bon ton e tagli che si rifanno agli anni ‘80: le canotte sono svasate come le gonne, le maniche si allungano verso il basso senza mancare di forme semplici e fresche. Il bianco si veste di stampe in stile Art Decò e di floreal pattern, le texture lungo il busto spesso vengono ricoperte da pantaloni a vita alta, in voga durante la prossima primavera-estate.
Anche Ter et Bantine si rifanno all’idea della semplicità che dovrebbe, secondo il brand, accomunare lo spirito di ogni donna dove ad esagerare sono solo i volumi lungo i punti vita, esaltati verso l’esterno in un disegno a contrasto di una clessidra. Manuela Arcari, designer, sceglie il dettaglio degli orli e l’uso dei colori come punti di forza a sottolineare le nuove linee che si muovono lungo le silhouette femminili, gli abiti sono conici e gli equilibri geometrici danno vita al vestito stesso. Non solo nero sulle sete e sul cotone, ma anche blu navy, bianco, sabbia o avorio. Un tocco fluo poi dà vitalità al ready-to-wear.
Iperfemminile e sexy è la moda proposta da Alexis Mabille, che attraverso vari giochi di vedo-non-vedo dei fianchi ma soprattutto del seno, disegna una donna tutta moderna e metropolita, tra texture texane e altezze anche sotto il ginocchio. Il collo è sempre scoperto, pezzo forte della sensualità della donna che non ha paura di mostrare – e nascondere – il lato urban che è in lei. I capelli sono raccolti alla Mabille dal nastro a tono del vestito indossato, seguendo tonalità di blu, beige, kaki con accenni a pattern liberty che troviamo in molte giacche. Il menswear viene reinterpretato – dalle camicie ai pantaloni, alle giacche – per la femmina che non ha paura della vita mondana o ultrachic che segue, senza mancare di glamour con tocchi di tessuti fluidi e maglie con tanto di brillanti.
di Mauro Stano
foto: unadonna.it
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