Piazza Pia, a Roma, rappresenta un punto di connessione tra passato e presente. Dedicata a Papa Pio IX, è stata testimone dei cambiamenti storici dello Stato Pontificio. Oggi, la piazza si trasforma in uno spazio pedonale che accoglie cittadini e pellegrini, restituendo alla capitale un luogo di incontro, riflessione e bellezza.
Piazza Pia: da borgo antico a simbolo di rinnovamento
L’area su cui sorge Piazza Pia affonda le proprie radici nel cuore del rione Borgo, uno dei quartieri più antichi di Roma, da sempre legato all’attività del Vaticano e alla corte papale. Sin dal Medioevo, il Borgo costituiva un vivace crocevia di pellegrini, artigiani e mercanti che gravitavano intorno alla Basilica di San Pietro e trovavano in questo luogo una comunità accogliente e fervente.
Le strette vie acciottolate, fiancheggiate da botteghe e locande, ospitavano un microcosmo dinamico, alimentato dal continuo flusso di fedeli e viandanti. Questo tessuto urbano, popolare e autentico, rifletteva la doppia anima di Roma, sospesa tra la sacralità della Basilica e la quotidianità della vita cittadina.
Nel XIX secolo, il nome della piazza venne dedicato a Papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), pontefice che guidò la Chiesa dal 1846 al 1878. Il suo pontificato, il più lungo della storia, segnò uno dei periodi più turbolenti per la Chiesa cattolica e per l’Italia. Pio IX assistette alla caduta dello Stato Pontificio e alla Breccia di Porta Pia nel 1870, evento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia e la fine del potere temporale dei papi. La dedicazione della piazza a Pio IX non fu casuale, ma volle rendere omaggio a un pontefice che simboleggiava l’ultima resistenza papale di fronte ai grandi mutamenti politici dell’epoca.
Il Duce “demolitore”
Nel 1936, Piazza Pia e il rione Borgo subirono una drastica trasformazione. Benito Mussolini avviò la costruzione di Via della Conciliazione, la monumentale arteria destinata a collegare Piazza San Pietro con il centro di Roma. Questo progetto comportò la demolizione di gran parte del quartiere, sacrificato per creare uno spazio che celebrava la nuova alleanza tra Stato e Chiesa, sancita dai Patti Lateranensi del 1929. La distruzione del Borgo mirava a esaltare la grandezza del Vaticano e a conferire a Roma un aspetto più monumentale e solenne.
Via della Conciliazione divenne il simbolo architettonico della riappacificazione tra il Regno d’Italia e la Santa Sede, rafforzando il legame visivo e simbolico tra il potere laico e quello religioso. Piazza Pia, situata all’imbocco della nuova arteria, assunse quindi il ruolo di punto di raccordo tra Castel Sant’Angelo, la Basilica di San Pietro e il cuore della città. Ma veniamo alle novità .
Piazza Pia: rinascita di uno spazio iconico tra storia e modernità
Oggi, Piazza Pia si presenta con un volto completamente trasformato. Ha abbandonato il suo passato di snodo viario congestionato per rinascere come una vasta area pedonale, fluida e accogliente, finalmente restituita ai cittadini e ai pellegrini.
Ogni dettaglio architettonico dalle fontane agli alberi secolari, dalle gradinate alle aree di sosta, non si limita a decorare, ma si fa interprete di un’esperienza urbana più profonda. Questa metamorfosi segna un ritorno alle radici della piazza, che riacquista la sua vocazione originaria di “agorà”, centro vitale della vita collettiva, spazio di incontro e palcoscenico di scambi sociali e culturali.
Capace di accogliere fino a 150mila persone, è già diventata una tappa imprescindibile per i pellegrini.
Tuttavia, la portata di questo intervento non si esaurisce con la celebrazione del Giubileo 2025.
Roma sostenibile
La riqualificazione di Piazza Pia si inserisce in una visione di più ampio respiro, che ambisce a ripensare Roma in chiave sostenibile, accessibile e inclusiva. Il progetto si allinea alle più avanzate esperienze europee di rigenerazione urbana, mirando a restituire spazi pubblici ai pedoni, ad arricchire la città di polmoni verdi e a riconnettere l’antico con il moderno attraverso soluzioni architettoniche che celebrano la continuità piuttosto che la cesura.
In questo contesto, Piazza Pia emerge come paradigma di equilibrio tra tutela del passato e aspirazione al futuro. L’intervento testimonia la capacità della Capitale di mantenere viva la propria memoria storica senza sottrarsi alle sfide della contemporaneità. Si riscopre così una città che non teme di innovare, ma che lo fa con la consapevolezza di custodire un’eredità unica al mondo.
La rinascita di Piazza Pia assume, dunque, il valore di una dichiarazione di intenti: non si tratta di un semplice progetto urbanistico, ma di un atto di fiducia verso il futuro.
Fonte foto: archivio InLibertà.it
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