Pietragalla, delizioso borgo lucano di 4000 abitanti in provincia di Potenza, è sede della Fondazione Accademia Ducale, una realtà musicale giovane, che dedica le sue energie alla ricerca e alla riscoperta di brani sconosciuti. Questo impegno ha già portato a risultati straordinari, come l’esecuzione di opere incredibilmente dimenticate di uno dei compositori più amati al mondo, Ludwig van Beethoven: l’ouverture del Macbeth, nel 2022, sotto la direzione di Simone Genuini, e 4 dei 12 valzer WoO 16b, ritrovati dal Centro Ricerche Musicali lvbeethoven.it nel2013, in programma lo scorso aprile in un concerto che ha avuto come altro grande protagonista l’incompiuto Sesto concerto per pianoforte e orchestra in Re maggiore. Ne sono rimaste solo 255 battute del primo movimento, completato dal compositore romano Giovanni Claudio Traversi.
Questi risultati eclatanti, ottenuti grazie alla collaborazione tra la Fondazione, il Centro Ricerche e Traversi, sono confluiti in un volume scritto a più mani, appena pubblicato grazie al contributo del Ministero della Cultura: La ricerca diventa arte. La riscoperta e rinascita delle opere di Ludwig van Beethoven, edito dalla stessa Fondazione Accademia Ducale – centro studi musicali. Autori dei saggi alcuni componenti dell’Ensemble (Giuseppe D’Amico, Sara Moro, Erminia Nigro), lo stesso Traversi e Luigi Bellofatto, fondatore del Centro Ricerche lvbeethoven.it assieme ad Armando Orlandi. Il musicologo Renzo Cresti, autore della prefazione, sottolinea l’intento didattico e divulgativo di questa opera che unisce lo studio accurato e il vissuto esecutivo degli autori, rivolgendosi sia all’appassionato sia al cultore.
Una pubblicazione, dunque, che mette un sigillo importante sul percorso di ricerca di Accademia Ducale, che riserverà ancora importanti sorprese per il futuro: è già in itinere la preparazione dei restanti 8 valzer beethoveniani rimasti ancora ineseguiti, che saranno protagonisti di un altro emozionante appuntamento in un piccolo paese del Sud Italia, ad opera di giovani musicisti i quali, dopo essersi formati in importanti accademie estere, sono tornati in patria con il desiderio di dare il proprio contributo al panorama culturale del loro territorio.
Erminia Nigro, vicepresidente dell’Accademia e clarinettista, come autrice di un saggio incluso nel volume appena pubblicato si è occupata dell’interessante argomento della trascrizione, che rappresenta un punto nodale per l’attività dell’Ensemble. Dichiara: «L’attività di trascrizione non va considerata marginale, in quanto ricopre un’importante valenza didattica: permette di studiare il repertorio sinfonico, comprendere la scrittura orchestrale, e ricordiamoci che nell’Ottocento era il mezzo per eseguire in ambiente domestico “le novità del momento”. Uno strumento prezioso per avvicinare gli studenti a brani che magari non affronteranno mai, perché scritti per organici in cui il loro strumento non è nemmeno compreso».
Peraltro Giovanni Claudio Traversi dedica alcune pagine proprio a spiegare le tecniche da lui utilizzate per adattare le pagine beethoveniane alla “voce” specifica del gruppo strumentale dell’Accademia Ducale. «Queste riscoperte valgono già tanto, ma non sono che l’inizio di un lungo percorso – afferma ancora Erminia Nigro – e, come Fondazione, ci proponiamo di utilizzare la musica classica, con la sua bellezza e la sua profondità emotiva, per arricchire le vite di persone di ogni estrazione sociale attraverso l’ascolto. Per questo motivo la portiamo in luoghi difficilmente accessibili: per farla arrivare laddove la gente rischia di non poterne fruire. Ed è anche lo spirito che ci ha portati a scrivere questo libro: far volare la musica di Beethoven il più lontano possibile».
Chi volesse seguire l’attività concertistica e formativa dell’Accademia troverà tutte le informazioni sul sito www.ducaleacademy.it, da cui è possibile scaricare gratuitamente la versione digitale del volume.
Foto di Samantha Pace, relative agli ultimi concerti dell’Accademia Ducale a Bruxelles.
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