Poshead è una specie di crasi. Due parole inglesi messe vicino e fuse insieme: posh che tradotto significa “chic, elegante” e head che significa “testa”. Alla base del nome del brand italiano – fondato a Roma nel 2012 – c’è la simpatica immagine di una persona con la testa a forma di borsa con gli occhiali. È questa l’illuminazione per Antonella Falasca, designer di accessori romana con alle spalle un passato diviso tra arte (la sua passione) e fashion design (il suo lavoro come freelance).
“Lavoravo come designer per diverse aziende di abbigliamento, e in quel periodo sentivo spesso il bisogno di fermarmi per creare qualcosa di mio, qualcosa che non c’entrava nulla con il lavoro, ma era più uno slancio creativo, uno slancio verso qualcosa di artistico”. Antonella Falasca ha una vaporosa chioma ondulata e dentro un crop top di paillettes verde mela sopra un jeans scampanato, serafica, si racconta davanti alle sue ultime creazioni, partendo da quell’anno sabatico che decide di prendere un po’per sé, un po’ per dare sfogo alla sua creatività. Dopo una lunga carriera nella moda, infatti, è proprio in quel periodo che la designer, girovagando tra una serie di sperimentazioni, approda casualmente su un qualcosa di diverso. “Mi trovavo immersa nei miei strumenti di lavoro – racconta -, pellami, accessori di vario genere, un giorno mi viene questa idea di sovrapporre un occhiale su un lembo di pelle; di colpo, ho come un’illuminazione, e mi si apre un mondo perché ho l’impressione di vedere il volto di una persona dallo stile anni Sessanta”. Una visione chiara per Antonella Falasca. Un input che scatena la costruzione di un immaginario surreale intorno al pianeta Poshead che da subito diventa “quel luogo dove le persone hanno corpi umani, ma simpatiche teste a forma di borsa”.
Poshead: “le creature di nuova generazione”
Oggi, a distanza di dieci anni da quell’illuminazione, il brand italiano è una realtà consolidata. Con una prestigiosa boutique – in via della Nocetta 19 -, una linea eyewear abbinata alle borse e una serie di progetti apprezzati e condivisi, la fantastica visione della designer è sempre più concreta. Ci troviamo, infatti, un po’distanti dallo store, alla presentazione della nuova capsule collection Poshead4Anastacia, realizzata in collaborazione con la star internazionale Anastacia. Sull’espositore principale, apripista dell’evento, campeggiano Audrey, Steam e Lucy, “creature di nuova generazione”, pezzi artigianali interamente prodotti con materiali italiani e dall’aria ironica e retro. Del resto, anche la sala meeting del boutique hotel Leon’s Place – sito in via XX Settembre 90 a Roma -, incasellata tra il contemporaneo e il vintage con un’atmosfera soffusa e letteraria, si presta bene all’esclusivo evento di promozione.
Anastacia e Poshead: la nuova capsule collection
La collaborazione con Anastacia è casuale. Nasce dopo che l’artista pop ne riceve una come regalo di compleanno e se ne innamora: “aveva gli occhiali, era viola ed era bellissima” si legge in una nota. Lanciata lo scorso 10 novembre, Poshead4Anastacia ha un’anima rock. Si tratta di un progetto a quattro mani concluso con la cantante proprio all’inizio del suo tour, per celebrare i 22 anni dall’uscita del multi-platino I’m Outta love, e il ritorno alla normalità dopo la pandemia. “È stato facile lavorare insieme alla collezione: tutto ciò che aveva in mente Antonella, corrispondeva a ciò che volevo” rivela l’artista. Ogni pezzo della capsule – tre in totale – aggiunge grinta alla famiglia Poshead e si ispira ad alcuni successi internazionali di Anastacia: Not That Kind, Paid My Dues e Freak Of Nature. In particolare, si parte dai toni decisi della pochette morbida Not That Kind in rosso, bianco e nero, a quelli più naturali e selvaggi della clutch Freak of Nature, con l’occhiale profilato da borchie dorate, passando per la versatilità della city bag a tracolla Paid My Dues in verde e fucsia.
Ma non finisce qui. Dietro ogni pezzo vi è poi sottesa una poshrule, una regola, la cui essenza prende spunto dalle hit di Anastacia e gira intorno alla necessità di essere sé stessi, non dimenticando l’imperativo Sprock your style; una sorta di monito che incalza sempre sulla libera espressione della propria personalità.
“Ogni bag dà qualcosa di suo” suggerisce la designer. Non si tratta di semplici oggetti, oltre al pianeta frequentato da ominidi con la testa a forma di borsa con gli occhiali, c’è anche il lato emotivo, passionale. Per Antonella Falasca, le borse sono da tramandare e custodire perché restano compagne di avventura, e quelle Poshead, in particolare, nascono per sussurrare qualcosa. “La guardi, ti avvicini perché ti ricorda qualcuno, e magari ti fa pensare, anzi ti fa proprio sognare di essere qualcuno”.
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