Queste Primarie USA 2016 dovevano essere una cavalcata vittoriosa per Hillary Clinton. Invece sta succedendo tutto il contrario. La sua immagine di candidato vincente, sbiadisce sempre di più.
Il 7 giugno si voterà nello Stato della California e le proiezioni non sono per niente rosee per la Clinton.
I sondaggi la danno vincente, ma con un margine esiguo di uno o due punti su Bernie Sanders. Ad una settimana dal voto questa non è assolutamente una bella notizia tanto da far modificare alla Clinton la sua agenda elettorale, spostando i comizi già previsti nel New Jersey, un altro degli stati dove si vota il 7 giugno, facendola tornare nel Golden State accompagnata dal marito Bill Clinton (e qui si nota la debolezza della candidata), per cercare di ottenere quanti più voti possibile.
E’ difficile che la Clinton venga sconfitta, ma una vittoria di misura ne mina ulteriormente la sua credibilità. Se infatti prima delle Primarie, nel 2015, la Clinton aveva un parere favorevole del 73% degli elettori democratici, al dicembre 2015 il questo valore è sceso al 47%. Quindi un calo vistoso se si considera invece che Bernie Sanders partito con un 10% di consensi ha raggiunto il 43%.
Rimane anche il dubbio sullo scontro elettorale per la presidenza Trump-Clinton. Anche qui i sondaggi mostrano una crisi della Clinton. Il suo distacco da Trump si è molto assottigliato, arrivando a quasi un punto di differenza. Troppo poco per essere sicuri di una vittoria alle Elezioni USA di Novembre 2016.
Al contrario i sondaggi continuano a confermare che qualora Bernie Sanders fosse il candidato dei democratici, sarebbe una vittoria sicura contro Trump. Ma si sa che il Partito Democratico ha puntato tutto sulla Clinton e difficilmente si potrebbe optare per la candidatura di Sanders.
In tutto questo Hillary Clinton ha il problema dell’email-gate, che sarà una ulteriore arma in mano ai repubblicani, sempre che, la cosa non arrivi a livelli giudiziari, che sarebbe toglierebbe ogni speranza alla Clinton di essere eletta. Qualche ben informato sussurra che nel Partito Democratico si cominci a pensare ad un candidato alternativo.
di Gianfranco Marullo
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