Ultime battute prima del 4 dicembre giorno in cui gli elettori italiani dovranno decidere con un SI o con un NO se accettare o meno la Riforma Costituzionale approvata dalla Camera dei Deputati e dal Senato.
Una riforma che ha scatenato pareri contrastanti, ma soprattutto se mai ce ne fosse bisogno, una ennesima dimostrazione dell’impossibilità di fare in Italia una politica coerente.
Il NO organizzato, il SI silente
La prima cosa che è saltata agli occhi è stata l’organizzazione dei sostenitori del NO. Sono puntati ovunque banchetti, comitati, manifestazioni più o meno spontanee, contro la Riforma Costituzionale, modificandone all’immagine mediatica, facendola passare come la “Riforma Renzi” e quindi da abbattere comunque, senza che, esclusa qualche eccezione, si sia dimostrato di averne capito almeno il senso.
Che poi la Riforma costituzionale NON l’abbia scritta Renzi, ma un gruppo di Costituzionalisti, che sia stata preparata precedentemente al Governo Renzi, che comunque raccolga le esigenze che si trascinano da più di quarant’anni, sul problema della farraginosità di un sistema parlamentare con bicameralismo perfetto, definito da qualcuno “ping pong legislativo“, non sembra interessare ai fautori del no. Eppure andando indietro e rileggere quello che si è detto e scritto negli anni passati, contro un tale sistema che tutti volevano cambiare, come si dice si resta perplessi.
I fautori del SI sembrano non essere pervenuti, quasi impauriti di esprimere il proprio parere, che viene subito violentemente attaccato, con l’accusa di essere pro Renzi, contro la Democrazia, contro la Costituzione, favorevoli ad una possibile dittatura, o ancora peggio alleati delle Banche. Sarà interessante vedere quanto questo silenzio si tradurrà in pareri favorevoli alla riforma.
Le strane alleanze del NO: Berlusconi, D’Alema, Bersani, De Mita, Salvini, Grillo
Curiosamente il NO ha raccolto un fronte molto composito e questo lascia quantomeno perplessi.
E’ comprensibile la posizione di Beppe Grillo e che fa della sua politica il NO assoluto, ma la sua strategia è chiara. Aumentare il malcontento contro la “politica” per raccogliere consensi. Più o meno come fa Salvini che cavalca senza fornire proposte praticabili il grave problema dell’immigrazione, la lotta alla Banca Centrale Europea, sognando una uscita dell’Italia della UE. Una Brexit Italiana. Unica cosa, che dimentica, che noi non abbiamo la sterlina, e soprattutto non abbiamo una capitale, Londra, che ha una delle Borse più potenti del Mondo.
E Silvio Berlusconi? ma non era lui che voleva un Presidente del Consiglio libero da troppi vincoli parlamentari? che si scagliava contro la lentezza del Parlamento nell’approvare le leggi, e ora perchè è contrario ad una riforma che lui aveva caldeggiato? Qualcuno ben informato mormora che sia una vendetta contro Renzi per la questione dell’elezione del Presidente della Repubblica, Renzi ha proposto Mattarella senza consultarsi con Berlusconi. Ma soprattutto la posizione di Berlusconi è quella di voler ricostrure il SUO partito Forza Italia ormai allo sbando. Un ultimo tentativo di risalire in sella. E’ anche vero che un Senato composto dai Delegati dei Consigli Regionali, dai Sindaci, tutti liberamente eletti dagli elettori, se rimane questa tendenza elettorale, per Forza Italia c’è molto poco spazio.
Che D’Alema e Bersani ce l’abbiano con Renzi è anche troppo facile capirlo. Bersani era quasi arrivato a essere Presidente del Consiglio, ma non ha raggiunto i numeri, solo una alleanza con l’M5S poteva salvarlo. Fallito il tentativo, ha dovuto cedere la poltrona. D’Alema fino a poco tempo fa si occupava di viticultura, ma il sogno di rientrare in politica evidentemente non lo ha abbandonato e cosa c’è di meglio che andare contro Renzi? soprattutto giocando di spalla con Berlusconi?. un tentaivo di ritorno all’ asse D’Alema-Berlusconi?
Appare evidente che dietro a questi personaggi ci siano solo interessi di “bottega”, tentativi di rimanere a galla riproponendo un sistema cultural-politico che ha oggettivamente mandato all’aria l’Italia.
In fondo la Seconda Repubblica si è trascinata avanti, con continue mediazioni, nascita di partitini, di gruppi, molti dei quali ormai spariti, per citarne alcuni: Margherita, Idv,Verdi, Alleanza Nazionale Fratelli d’italia, Rifondazione comunista, UDC, UDEUR ecc. Una politica giocata su risicate e ondivaghe alleanze, pronte a mettere il veto a quello che non piaceva.
Questo modo di fare politica ha generato il fenomeno dell’anti-politica, ma soprattutto ha fatto in modo che nascessero i famosi Governi Tecnici, quelli si in mano alle Banche, con i disastri di macelleria sociale che tutti conosciamo. Vedi la legge Fornero.
La Riforma Costituzionale, ci sono ovviamente punti di criticità, ma nulla che non possa essere poi modificato in un futuro, non tocca assolutamente le libertà fondamentali dei cittadini, punta semplicemente a dare una diversa organizzazione dello Stato, più moderna, e meno conflittuale, ridando anche la centralità decisionale allo Stato rispetto alle Regioni.
Di conseguenza dovrebbe cambiare anche il modo di “pensare” politico, abbandonando i piccoli interessi di bottega, che potevano andar bene quando c’era le Prima Repubblica che in fondo era comandanta da due gramndi partiti il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana, con partiti comprimari che erano utili per le “mediazioni”.
Forse l’Italia dovrebbe diventare più Stato e meno “litigioso condominio“, ridando spazio a una politica meno legata agli interessi locali e localistici. Più facile a dire che a farsi.
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