Gli inquirenti della Procura Genova hanno contestato l’attività imprenditoriale di Tiziano Renzi (foto), padre del Premier Matteo Renzi (estraneo alla vicenda), per la bancarotta fraudolenta della Chill Post, società di cui deteneva quote e cariche fino al 2010, quando trasferì da Firenze a Genova la sede legale della società e si concretizzarono le azioni della presunta bancarotta per quasi 200 mila euro nei confronti di Massone.
L’imprenditore però sostiene di essere estraneo ai fatti, di cui è ancora in corso l’indagine, perché avvenuti tre anni dopo la vendita.
Nell’inchiesta del procuratore aggiunto Nicola Piacente e del Pm Marco Airoldi sono stati sentiti diversi testimoni, incluso l’imprenditore di Asti che presentò istanza di fallimento contro la Chill Post. Intanto Renzi senior dovrà nominare l’avvocato per difendersi dall’accusa di bancarotta fraudolenta.
Ecco come sono andati i fatti.
Qualche tempo prima di uscire dalla società, Tiziano Renzi aveva ceduto un ramo “sano” dell’azienda ad una società appartenente alla moglie e alle figlie e nominò amministratore Antonio Gabelli, imprenditore di Alessandria, finito anch’egli nell’occhio del ciclone.
Le quote vennero invece cedute a Gianfranco Massone (75 anni), il cui figlio Mariano aveva intrattenuto rapporti societari con Renzi e che oggi è indagato con l’accusa di violazioni in materia di lavoro da parte dell’ispettorato di Alessandria.
Nell’elenco dei creditori del fallimento, decretato dal giudice Vincenzo Basoli, compare anche la Banca del Credito Cooperativo di Pontassieve, il cui portavoce smentisce invece l’ipotesi di aver voluto favorire la Chill Post di Renzi attraverso l’erogazione di un mutuo di mezzo milione di euro.
Utile ricordare che la Banca è presieduta da Matteo Spanò, uno dei più fedeli collaboratori del Premier.
Ma i guai giudiziari per Renzi senior non finisco qui, così salta fuori anche la gestione anomala del personale delle sue dieci aziende, passate e presenti a partire dal 1984.
A quanto pare infatti Tiziano Renzi ha fatto quasi sempre uso di lavoratori atipici. Così se le sorelle ad oggi sono inquadrate con contratti co.co.co presso l’azienda di famiglia Eventi 6, Matteo è stato assunto a tempo indeterminato appena una settimana prima della candidatura alla presidenza della Provincia di Firenze in modo da ottenere i contributi previdenziali prima da Palazzo Medici Riccardi e, una volta diventato sindaco, da Palazzo Vecchio.
E dire che la Chill Post nel 2009 superò i 4 milioni di euro di fatturato; che la Mail Service nel 2006, prima di essere ceduta, chiuse il bilancio con un attivo di 4 milioni; che la Uno Comunicazione e la Arturo, società attive tra il 2002 e il 2008, registrarono rispettivamente ricavi di 458 mila e 954 mila euro.
Adesso comprendiamo meglio l’ostilità del Presidente del Consiglio verso l’articolo 18 e le rivendicazioni sindacali nel gridare “A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi precario?”.
di Simona Mazza
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