L’Europa nasce dalla sintesi dei pensieri di leader lungimiranti, ispirati dai medesimi ideali: la Pace, l’Unità e la Prosperità per tutti i cittadini del Continente. Senza le loro motivazioni e il loro impegno non avremmo potuto vivere oltre sessant’anni di pace e stabilità. Oggi ogni leader è chiamato a svolgere un lavoro di perfezionamento delle politiche e dell’organizzazione dei servizi ai cittadini, un’opera per garantire l’evoluzione dell’Europa ancorata ai principi dei suoi padri fondatori che qui riepiloghiamo:
Konrad Adenauer
La logica delle Relazioni
Konrad Adenauer fu artefice del cambiamento dei rapporti tra due Stati nemici da secoli: Francia e Germania. Dalle macerie dei conflitti mondiali alle relazioni dell’asse franco-tedesco che ha sviluppato l’economia europea assicurando la pace tra i popoli. Il pensiero di Adenauer sull’Europa era alimentato dal fermo convincimento che l’unità europea fosse essenziale per una pace ed una stabilità durature. Per tale ragione, lavorò instancabilmente per riconciliare la Germania con i suoi nemici storici, soprattutto la Francia. Successivamente, nel 1963, il Trattato dell’Eliseo, noto anche come Trattato dell’Amicizia, pose il sigillo alla riconciliazione. Con esso, Germania e Francia crearono un solido fondamento per relazioni che posero fine a secoli di rivalità.
Joseph Bech
La Cooperazione coinvolge grandi e piccoli
Come un piccolo Stato, il Lussemburgo, può contribuire alla creazione di una grande economia. Libertà e sicurezza dalla prosperità economica fondata su regole condivise, sancite nei trattati rispettati da tutti.
Alla guida del Ministero degli Esteri del Lussemburgo Joseph Bach fu statista raffinato, convinto assertore che solo la cooperazione economica tra Stati poteva assicurare la libertà e la sicurezza dei confini. Guidò nel 1955 la Conferenza di Messina questi lavori misero le basi del Trattato di Roma dove nacque l’idea di come creare il Mercato Comune, allargando il campo dal settore dell’acciaio e del carbone, all’energia e ai trasporti.
Johan Willem Beyen
Integrazione e benessere
Lo statista olandese ci ha insegnato come etica e finanza sono strumenti a disposizione dei leader per creare integrazione e benessere. Nei Paesi Bassi, in qualità di ministro degli Affari Esteri, Beyen diede un importante contributo al processo europeo di unificazione. Fu in grado di convincere gli scettici in patria e nel resto d’Europa ad accettare l’integrazione europea. Il suo “Piano Beyen” consisteva in una proposta di unione doganale e di cooperazione economica di largo respiro all’interno di un mercato comune europeo. L’essenza del Piano fu inserito nei Trattati di Roma del 1957 e costituisce da allora il nucleo dell’Unione europea.
Winston Churchill
Il valore della Libertà
Nel famoso “discorso alla gioventù accademica” tenuto all’Università di Zurigo nel 1946, Churchill formulò le conclusioni che aveva tratto dalla lezione della storia: «Esiste un rimedio che in pochi anni renderebbe tutta l’Europa libera e felice. Esso consiste nella ricostruzione della famiglia dei popoli europei, o in quanto più di essa riusciamo a ricostruire, e nel dotarla di una struttura che le permetta di vivere in pace, in sicurezza e in libertà. Dobbiamo costruire una sorta di Stati Uniti d’Europa». Fu così che il principale fautore della coalizione antinazista si trasformò in un promotore attivo della causa europea.
Alcide De Gasperi
Occorre un consenso costruttivo
De Gasperi ammoniva: «Il futuro non verrà costruito con la forza, nemmeno con il desiderio di conquista ma attraverso la paziente applicazione del metodo democratico, lo spirito di consenso costruttivo e il rispetto della libertà». Attraverso il dialogo seppe riscattare l’onore dell’Italia uscita sconfitta dal secondo conflitto mondiale e lacerata dalla guerra civile, influenzò e contribuì a realizzare ogni processo di sviluppo europeo.
Nicole Fontaine
L’importanza dei Diritti Umani
La presidente francese del Parlamento Europeo dal 1999 al 2002 ha sempre esaltato il valore dei diritti umani nel contesto europeo. Sostenne la necessità di un «approccio ambizioso volto a fornire all’Unione una carta dei diritti fondamentali». Nel dicembre 2000 firmò a nome del Parlamento europeo la Carta dei diritti fondamentali.
Walter Hallstein
La libera circolazione di persone e merci
Il politico tedesco ci ha avvalorato l’importanza della libera circolazione delle persone, delle merci e dei servizi. Per Hallstein il fallimento della creazione della Comunità europea di difesa nel 1954 rappresentava una grave e concreta minaccia per la sicurezza della Germania e dell’Europa occidentale, dal momento che, in un’Europa divisa, l’Unione Sovietica avrebbe avuto più possibilità di estendere la propria influenza. Questo lo indusse a concentrarsi sul processo di integrazione economica piuttosto che su quello di integrazione politica. Di conseguenza, divenne un tenace sostenitore dell’Unità europea attraverso la formazione della Comunità economica europea.
Ursula Hirschmann
Il ruolo cruciale delle donne
La politica tedesca ha promosso l’importanza delle donne nella costruzione dell’Unione Europea. Nel 1941 ha collaborato alla stesura del Manifesto di Ventotene “per un’Europa libera e unita”, l’atto che si considera l’avvio del federalismo europeo. Il Manifesto era un modello per un’Unione europea democratica, la cui creazione sarebbe stata possibile dopo la guerra. Hirschmann lo portò di nascosto nell’Italia continentale e contribuì alla sua diffusione. Nell’agosto 1943, a Milano, fece parte del gruppo di fondatori del Movimento Federalista Europeo. Nel 1975 Ursula Hirschmann diede vita a Bruxelles all’associazione Femmes pour l’Europe.
Sicco Mansholt
L’Europa deve essere autosufficiente
Il politico olandese ci ha insegnato che l’Europa deve essere autosufficiente e che una riserva costante di cibo a prezzi accessibili deve essere garantita a tutti. L’elemento principale del piano di Mansholt per la prima Politica agricola comune consisteva nell’incoraggiare la produttività agricola. La politica contemplava sistemi in virtù dei quali agli agricoltori veniva garantito un prezzo minimo per i propri prodotti, prevedendo per essi incentivi a produrre di più. Durante gli anni ‘60 la sua risolutezza pro-europeista e solida visione del futuro, unite alla volontà di costruire un avvenire comune, gli valsero l’appellativo di “Mister Europa”.
Jean Monnet
Collaborazione e cooperazione
Il politico francese ha sempre valorizzato la cooperazione e la collaborazione tra gli esseri umani. Dopo il fallimento della “Comunità europea di difesa”, Monnet fondò il “Comitato di azione per gli Stati Uniti d’Europa”. Il comitato fu istituito per far rinascere lo spirito dell’integrazione europea e divenne una delle principali forze propulsive alla base di molti sviluppi dell’integrazione europea, quali la creazione del Mercato comune, del Sistema monetario europeo, dei summit del Consiglio europeo e dell’elezione a suffragio universale del Parlamento europeo.
Robert Schuman
La pace e la creatività
Il 9 maggio 1950 il politico francese propose il controllo congiunto della produzione del carbone e dell’acciaio, i principali materiali per l’industria bellica. L’idea di fondo era che, non avendo il controllo sulla produzione di carbone e ferro, nessun Paese sarebbe stato in grado di combattere una guerra. Schuman informò del piano il cancelliere tedesco Adenauer, che riconobbe immediatamente l’opportunità di un’Europa in pace e diede il suo assenso. Poco dopo, risposero anche i governi di Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. Le sei nazioni firmarono l’accordo per la Comunità europea del carbone e dell’acciaio a Parigi nell’aprile del 1951.
Paul-Henri Spaak
La virtù come forza democratica
Il belga Spaakci ha regalato il significato pieno della parola virtù: ovvero l’uso della forza democratica al servizio del bene comune. Secondo Spaak, unire gli Stati per mezzo di obblighi vincolanti derivanti da un trattato costituiva il mezzo più efficace per garantire pace e stabilità. Collaborò alla realizzazione di questi obiettivi in qualità di Presidente della prima assemblea plenaria delle Nazioni Unite (1946) e nel ruolo di Segretario generale della NATO (1957-61). Spaak è stata una figura chiave nella formulazione dei contenuti del Trattato di Roma. Alla “Conferenza di Messina” del 1955, i sei governi partecipanti lo chiamarono a presiedere il comitato di lavoro che preparò il Trattato.
Altiero Spinelli
Il Federalismo solidale e unificante
Altiero Spinelli ha perseguito accanitamente l’obiettivo di un governo europeo sovranazionale. Un’Europa unita al fine di evitare altre guerre. Firmatario del Manifesto di Ventotene che costituisce uno dei primi documenti in cui si sostiene l’esigenza di una Costituzione europea, propone il suo piano per un’Europa federale adottato successivamente nel 1984. Per tutta la vita ha affermato che un’eventuale vittoria sulle potenze fasciste sarebbe stata inutile se avesse condotto all’instaurazione di una versione aggiornata del vecchio sistema europeo di Stati-Nazione Sovrani, semplicemente uniti in alleanze bilaterale o multilaterali. Temeva che ciò avrebbe condotto ad un’altra guerra. Per questo proponeva la formazione di una federazione europea sovranazionale di Stati capace di creare un legame di pace tra i Paesi ed i popoli europei.
di Gianni Poli
Scrivi