Siamo negli anni ‘70 e la musica soul gode di uno dei suoi momenti artistici migliori, grazie agli album di artisti come Marvin Gaye, Curtis Mayfield, Bill Withers, Sly & The Family Stone, tra gli altri. Tra questi merita una menzione di rilievo il mitico Stevie Wonder, che si è imposto grazie a uno stile inconfondibile capace di maneggiare le varie forme di black-music, aggiungendoci anche elementi di world-music, pop e talvolta stilemi mutuati dalla musica classica e dall’elettronica (in quanto abile pianista e tastierista). Sua grande peculiarità è stata anche quella di portare nel soul i suoni elettrici grazie all’impiego dei sintetizzatori, tra cui il Moog e l’ARP, con un suono che aprirà molte porte alle generazioni successive, comprese quelle neo-soul, contemporary R&B e hip-hop (in questo genere degni di nota i campionamenti dalle sue varie canzoni).
Stevie Wonder aveva esordito negli anni ‘60 come ragazzino-prodigio della Motown. Nel decennio successivo, vincendo le diffidenze del patron dell’etichetta Berry Gordy, riuscì ad avere il controllo artistico totale della sua produzione, suonando gran parte degli strumenti e sviscerando la sua creatività nel migliore dei modi. Nascono quindi perle imprescindibili come “Music Of My Mind”(1972), “Talking Book”(1972), e “Innervisions”(1973). Noi oggi vorremmo dedicare spazio a un suo lavoro che forse manca di singoli forti, ma che comunque è allo stesso tempo pieno di punti di forza. Si tratta di “Fulfillingness’ First Finale”, lavoro datato 1974.
Il disco è formato da 10 brani e tra questi meritano menzione “Heaven Is 10 Zillion Tears Away”, pezzo dalle ottime atmosfere soul impreziosito dai cori del grande Paul Anka, e il funk al fulmicotone di “Boogie On Reggae Woman”, con i sintetizzatori dal suono inconfondibile, il classico suono wonderiano. Pregevoli anche le ballate “Too Shy To Say” e “Creepin”, mentre il funk torna in “You Have Done Nothin”, brano con un testo carico di rabbia socio-politica contro l’operato dell’allora Presidente USA Richard Nixon e in cui ai cori troviamo i Jackson 5. Degna di nota anche “They Won’t Go When I Go”, pezzo cupo e con un testo dal forte impatto emotivo e introspettivo, oltre che con un sorprendente arrangiamento tra musica classica con derivazioni chopiniane e gospel. La gioia di vivere pervade la brasileira “Bird Of Beauty”, con un inserto in portoghese composto per Stevie Wonder dall’indimenticabile Sergio Mendes, mentre il disco si chiude con “Please Don’t Go”, caratterizzata da un’atmosfera gospel che cresce a dismisura.
“Fulfillngness’ First Finale” raggiungerà la posizione numero 1 della classifica Billboard LP, stazionando da Ottobre al Natale 1974. Vincerà i Grammy in tre categorie: Album dell’Anno, Migliore Performance Pop Vocale e Migliore Performance Vocale R&B (per il singolo “Boogie On Reggae Woman”). Dopo questo disco Stevie Wonder prenderà una pausa di due anni (considerato tempo lungo per le uscite discografiche degli anni ‘70) per dare vita al suo capolavoro più compiuto entrato di diritto nella storia della musica, il mastodontico “Songs In The Key Of Life”(1976), contenente classici senza tempo come “Isn’t She Lovely”, “I Wish”, “Knocks Me Off My Feet”, “Pastime Paradise”(utilizzata dal compianto rapper Coolio negli anni ‘90) e “Joy Inside My Tears”.
“Fulfillingness’ First Finale”, pur essendo oscurato dal suo disco successore e dai due che lo precedono, è comunque un lavoro meritevole di essere riscoperto in quanto è una prova della genialità di Stevie Wonder, che ci ha sempre emozionato grazie alle sue doti vocali e compositive, oltre che per i suoi testi che sono veri e propri inni alla vita con contenuti che passano dall’amore in tutte le sue sfaccettature, alle tematiche sociali, alla gioia di vivere e all’amore per la positività. Tutto unito a uno stile musicale che abbatte i vari recinti musicali, rendendosi appetibile anche agli amanti del rock, del jazz e della musica classica. Per le giovani generazioni, desiderose di riscoprire i grandi classici della musica soul anni ‘70, “Fulfllingness’ First Finale” è vivamente consigliato.
Fonte foto: profilo facebook di Stevie Wonder
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