Roma Fashion Week: la moda Autunno/Inverno 2021-22

L’edizione Autunno/Inverno 2021-22 di Roma Fashion Week, svoltasi dal 18 al 20 febbraio, rinnova il suo impegno come incubatore di moda emergente e opportunità. È proprio sull’accezione positiva di questa ultima parola che, infatti, cadono i buoni propositi del Presidente di Altaroma, Silvia Venturini Fendi, che rispettando i dettami imposti dall’emergenza sanitaria, dagli studi di Cinecittà, mette in piedi una kermesse interamente digitale, grazie a un lavoro di squadra solido e reattivo.

Sostenibilità, innovazione e artigianato: questo il trittico che guida il savoir-faire della nuova edizione di moda capitolina. Dopo il fashion talk mattiniero, in calendario anche Federico Cina, che torna in Capitale con A Emilia, la linea inedita al completo presentata a Milano lo scorso gennaio, con uno short movie dalla piattaforma di Camera moda.

Dal connubio culturale di Roi Du Lac per dipingere una dedica romantica a Calton Hill, alla guida per scoprire bellezza in ogni dove di Dalpaos. Atmosfere suggestive che all’improvviso si coprono di mistero ed erotismo con la donna glamour e notturna di Edoardo Gallorini. Un genere di femminilità che affascina anche il francese Alexandre Blanc che si concentra su un’eleganza bon ton, impegnata e sensuale. Francesca Cottone, invece, ha un approccio rampante e presenta un power dressing contemporaneo mirando a rompere le barriere tra istinto e ragione. 

In ordine cronologico: gli appuntamenti più rilevanti dalle ultime collezioni promosse da Altaroma

L’Atene del nord di Roi Du Lac

Quasi quasi ci vorrebbe il Vasari a decifrare le ceramiche ateniesi a figure rosse che campeggiano imperiose su agili chemisier in seta dall’aria pungente e romantica. Non si fa in tempo a entrare in Grecia, che la cornamusa elettronica di Hevia ci trascina tra le alture della Scozia, a sfidare il vento con foulard in testa e calosce ai piedi. Si chiama L’Atene del nord, la linea Autunno/Inverno 2021-22 di Roi Du Lac, brand italiano fondato nel 2017, da Marco Kinloch Herbertson e sua moglie Antea Brugnoni Alliata. La collezione uomo/donna è una dedica a Calton Hill, la collina situata al centro di Edimburgo che ricorda l’acropoli di Atene, luogo suggestivo dove Kinloch si ritrova spesso a pensare. Una commistione di culture e rimandi scanzonati che in barba al minimalismo contemporaneo accendono la passerella con stampe dipinte a mano e materiali di alta gamma. Dalle incantevoli Highlands alla Grecia antica: incrostazioni argentee richiamano i cieli grigi della Scozia mitigando le trasparenze con il romanticismo del crepuscolo, mentre i completi in seta si aggravano di sapienza con motivi a meandri e rimandi alla pittura vascolare. Un festival di decori e simbolismi, intervallati dal foliage autunnale del jacquard e dall’animalier ruggente dei pezzi più casual. Un’atmosfera di folclore e tradizione, dove ogni impressione sembra possibile, anche quella spericolata di immaginare Olivia Colman uscire da The Crown e passeggiare sbarazzina nell’Acropoli ateniese.

Roi Du Lac; Dalpaos

Optimist di Dalpaos: una guida per la bellezza

Più che uno stato d’animo, Optimist di Dalpaos, vorrebbe essere una guida per scoprire bellezza ovunque intorno a noi. Fondato dal bellunese Nicola D’Alpaos, il brand emergente finalista di Who is On Next?20, dopo aver anticipato la collezione A/I 21 con un fashion film durante la moda uomo di Milano, torna in Capitale per presentare la linea al completo. Una gita fuori porta è l’occasione di esplorare un mondo naturale pieno di esseri meravigliosi, che vivono indisturbati in un ecosistema che basta a se stesso. Ricordando i luoghi dell’infanzia del designer, l’uomo di Dalpaos è rispettoso e ammaliato; dalla città ai boschi, inforca un paio di stivali e fa una rapida incursione nella flora. Pantaloni a costine abbinati a giacche e gilet in pelle multitasche, e salopette da pescatore in velluto, da funzionali diventano più moderni e si adattano alla città. Un flebile senso di stupefazione pervade la linea, dove lo stile urbano, combinato con un’indole boschereccia, è pronto a lasciarsi incantare dalla selva. Le stampe dipinte a mano e poi digitalizzate fanno capolino su maglioni girocollo di lana: funghi velenosi e piante fatate si alternano allo scheletro di un cuore, logo del marchio, e strappano via un sorriso, grazie alle fattezze in stile cartoon che rendono ipnotica l’intera visione.

La signora di mezzanotte di Edoardo Gallorini

Gli ingranaggi meccanici di un antico orologio spezzano i fraseggi drammatici d’amore, gettando un tappeto blu notte all’incedere seducente di una milady vampira. Ma un paio di occhiali da sole e sabot bianchi con tacco largo, lasciano intendere che La signora di mezzanotte di Edoardo Gallorini, gradirebbe passeggiare anche a mezzogiorno. L’eponimo brand di origine veneziana, con sole due collezioni in campionario, ha già le idee cristalline in fatto di glamour. Ispirandosi al celebre film Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) e al personaggio della monaca di Monza ne I promessi sposi, il designer emergente de L’erotica noia borghese – così viene già etichettato -, cattura il fascino impalpabile dell’eleganza, mistificandola in una sorta di trasgressione religiosa. Lana, pelle, seta, da scampoli industriali seguono il ritmo dell’economia circolare e la personale lettura di Gallorini. I tessuti pregiati nobilitano le forme, a volte rivelate grazie ai tubini fascianti, a volte nascoste da completi sartoriali e camicie maschili; un gioco sinuoso e ammaliante che tralascia sempre tanto all’immaginazione. Dal sapore ladylike “La sventurata rispose” riprende il filo de L’erotica noia borgese: un lettering che è tutto un programma di grande bellezza decadente in perfetto stile Sorrentino. Una bellezza foderata di quel glamour tanto luminoso, da far brillare i toni più tenebrosi della notte, ma altrettanto cupo, da appannare quei giorni tutti uguali perché figli maledetti del dolce far niente.

La Capsule 01 di Alexandre Blanc

Dalle glorie di Montparnasse – quartiere di Parigi brulicante di arte e joie de vivre -, al silenzio rigoglioso di un giardino ritratto sulla seta di abiti longuette o chemisier a contrasto. La Capsule 01, collezione senza stagione di Alexandre Blanc, traghetta in passerella l’immagine di una donna colta e sensuale che fa di questi ambienti la sua comfort zone. La linea si compone di poche uscite, una scelta studiata dal designer francese che evita etichette stagionali e rimette in gioco costruzioni sofisticate ripescando scampoli pregiati dal suo laboratorio. Dagli studi di Cinecittà, a far cadere sulla passerella di Roma Fashion Week un’atmosfera fumé, sono le note del poliedrico Serge Gainsbourg che richiamano subito l’animo aristocratico e capzioso della femminilità di Blanc. Un genere affascinante che s’inebria di arte e di cultura, e finisce le sue giornate in un nostalgico bistrot parigino deliziandosi di frugalità e musica dal vivo.  La donna di Alexandre Blanc ha classe ed è intelligente e sa ben calibrare il suo potere seduttivo, con tagli misurati sugli scolli di camicie in seta e su trench in gabardine a ruota. Dal nero al cioccolato, dal bianco al giallo paglierino, i total look sono monocromatici, interrotti dallo stile bon ton dei maxi pois e dal richiamo impressionista degli acquerelli bucolici, come prove en plein air del designer. Una vena di romanticismo d’altri tempi pervade le uscite che si lasciano governare da un atteggiamento superbo, impegnato, aristocratico.

Edoardo Gallorini; Alexandre Blanc; Francesca Cottone

L’equilibrio tra istinto e ragione di Francesca Cottone

Francesca Cottone prima di esibire materialmente la collezione, racconta di equilibri e inclusione. Non si tratta solo di abbigliamento per la designer emergente di Camerino, che nel 2018 fonda l’eponimo brand. Con il desiderio di vestire entrambi i generi – e un punto vendita a Matelica in provincia di Macerata che è anche ufficio stile e laboratorio -, la Cottone presenta L’Anima: Istinto e Ragione, un daywear metropolitano pensato per radere al suolo ogni barriera tra istinto e ragione. Alla base c’è un’estetica fluida, circolare, dove ogni essere è libero dai giudizi e sfrutta la ragione come supporto di una forza istintiva per liberare l’animo. Lo short movie che anticipa la sfilata, con due vaganti insanguinati che si lasciano trasportare senza meta, imprime subito quell’esigenza di partire da zero, resettando l’umanità dalla visione ormai troppo stereotipata che abbiamo di noi stessi. Per vincere la prova concettuale e vestimentaria, per l’Autunno/Inverno 2021-22, la Cottone sfodera un power dressing contemporaneo costruito a suon di tagli sartoriali e colori vitaminici. Prima i capispalla in panno di lana e inserti in eco-pelle, poi i tailleur morbidi dall’aria retro, stilizzati con stivaletti neri e orecchini chandelier, che confermano un’attitudine dinamica e corrente. La falcata nerboruta e cadenzata tiene testa all’impronta militaresca e istintiva di una collezione che argomenta la tesi ambiziosa della designer.

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