Settimana che si apre con tutte le principali borse in ribasso sulle aspettative finora deluse di una richiesta di aiuti da parte della Spagna che consenta interventi sulle emissioni di titoli governativi spagnoli (c.d. Bonos) da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità (c.d. ESM) e sul mercato secondario degli stessi titoli da parte della BCE.
Nelle scorse settimane il premier spagnolo Mariano Rajoy ha cercato di indirizzare gli sforzi di una manovra di austerità senza precedenti – con proteste e scontri che mettono in evidenza il rischio di tenuta dello stato sociale nei paesi colpiti duramente dalla crisi e dalle conseguenti misure recessive imposte dalla Germania – nella direzione di quelle che potrebbero essere le richieste da parte della Unione Europea alla Spagna da formalizzare nel Memorandum of Understanding.
Vale la pena di ricordare che nella totale assenza di leadership politica, il governatore della BCE Mario Draghi questa estate ha preso per mano l’Europa ed è riuscito ad ottenere il consenso verso interventi sul mercato primario da parte dell’ESM e sul mercato secondario da parte della stessa BCE nel caso in cui i governi dei paesi in difficoltà si impegnino a varare misure di politica economica e finanziaria concordate con la UE e formalizzate appunto in un Memorandum of Understanding.
Le attese sono oggi per il vertice dei ministri delle finanze europee che si incontrano alle 17.00 per esaminare la situazione spagnola e per portare avanti il processo di convergenza europea nella supervisione del sistema bancario.
Dall’altra parte dell’oceano è stato appena varato l’ennesimo Quantitative Easing per rifornire il sistema della liquidità necessaria alla ripresa dell’economia ed alla creazione dei posti di lavoro; proprio questo dato in miglioramento ha sorpreso i mercati che la scorsa settimana hanno festeggiato con un bel rally.
Resta quindi fondamentale negli investimenti continuare a diversificare sugli Stati Uniti e sul Dollaro Americano in generale nonostante l’enorme massa monetaria immessa su quei mercati. Il rischio di inflazione al momento non è all’orizzonte negli Stati Uniti che hanno una struttura dei mercati più competitiva di quella europea che invece, nonostante la situazione dell’economia peggiore di quella americana, vede spinte inflattive dovute ai vari oligopoli che purtroppo conosciamo.
Da ultimo l’oro resta un rifugio interessante per proteggersi dalla volatilità dei mercati essendo lontana la prospettiva di tassi in rialzo; inoltre sembra che anche i governi dei paesi asiatici stiano incrementando le riserve di oro contribuendo alla crescita dei corsi.
Renzo Moretti Presidente GWA SIM SpA
foto: befan.it
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