Elezioni Usa 2016. Dopo il primo dibattito televisivo tra Donald Trump e Hillary Clinton, si iniziano a valutare i primin risultati. Quasi tutti i più importanti giornali come, Il New York Times, il Washington Post, Politico e il Los Angeles Times hanno dato la vittoria, anche se di poco, ad Hillary Clinton.
Diversi invece sono i risultati raccolti sui socialnetwork, Twitter, Facebook, che al contrario hanno dato, seppur in modo confuso la vittoria a Donald Trump.
Un elemento quindi di grande differenza che dimostra, se mai ce ne fosse bisogno la profonda spaccatura nell’elettorato americano. Orami è chiaro che la stampa “che conta” il “Big Media Establishment” è ampiamente schierata con Hillary Clinton, mentre si registra un parere opposto quando è l’elettorato che si esprime liberamente.
Le accuse di non essere “Impartial” al moderatore Lester Holt
Accuse di non essere stato “impartial”sono state mosse al moderatore, Lester Holt che con le sue domande sembra aver voluto mettre in crisi “The Donald” Trump comportandosi, al contrario, in modo accondiscendente nei confronti di Hillary Clinton, sorvolando ad esempio sul famoso emailgate e i problemi della Fondazione Clinton, mentre nei confronti di Donald Trump è stato molto più duro. Ad esempio, Holt ha insistito ripetutamente che Trump aveva sostenuto la guerra in Iraq, nonostante le smentite del candidato, e sul problema dei suoi redditi e delle tasse, e sulla questione sollevata da Trump, sulla nascita negli Usa di Obama.
Alcuni maligni hanno fatto notare come, una serie di articoli apparsi domenica sulla stampa importante, favorevoli alla Clinton, sono stati ripresi nel dibattito televisivo a conferma di quanto già si era scritto, mentre a Trump più volte è stato chiesto di difendere o spiegare ciò che aveva appena detto o detto in passato.
Insomma le domande del dibattito erano già state trasmesse sulla stampa in largo anticipo facilitando cosi le risposte alla Clinton.
Trump è rismasto spiazzato da questo comportamento, e anche se non ha fatto grandi errori, ed è sopravvissuto migliori colpi della Clinton, le sue divagazioni insieme con la sua incapacità di pretendere le risposte dalla Clinton l’hanno fatto apparire “ingessato” e poco reattivo.
“The Donald” Trump non ha perso
Questa sua non brillante apparizione, non appare però una sconfitta, tanto da perdere un gran numero di elettori, e quindi la vittoria finale è ancora alla sua portata, considerando che Trump può contare anche sui voti di molti indipendenti, che diffidano dei media come diffidano della Clinton.
La dimostrazione sta proprio nel fatto che la maggior parte dei media ha detto che Hillary Clinton ha vinto il dibattito, mentre nei sondaggi online invece hanno dato Trump vincente.
Una scissione evidente dunque tra quello che dicono i media e quello che la gente realmente pensa. Una fenomeno che è iniziato all’inizio della campagna elettorale tra i repubblicani, quando Trump, come outsider, non era assolutamente considerato, ed invece pur essendo assalito e contrastato dai media ha distrutto uno per uno i suoi avversari.
Aumenta l’incertezza
Una situazione del genere conferma la grande incertezza su chi potrà vincere queste elezioni. La spaccatura tra i sondaggi e i media è evidente, e questo si può tradurre in un voto più “contro” un establishment, di cui alcuni media fanno sicuramente parte, che a favore di uno dei due candidati.
In questa situazione Trump ha tutto da guadagnare.
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