Sì al carcere per diffamazione

L’aula del Senato ha approvato oggi con voto segreto l’emendamento proposto dalla Lega e firmato dall’Api al ddl Diffamazione. I voti a favore sono 131, 94 i no e 20 gli astenuti.

L’emendamento prevede fino ad un anno di carcere, o in alternativa multe da 5mila a 50mila euro, per chi diffama a mezzo stampa con l’attribuzione di un fatto preciso, modificando la legge attuale, in vigore dal ’48, che prevede il carcere da uno a sei anni ed una multa.

Lo stesso Governo aveva dato parere negativo sull’emendamento ed è quindi sto battuto in Aula dal Carroccio. Secondo Maroni “è stata solo una provocazione” che di fatto fa naufragare l’idea iniziale di rimettere mano al ddl nel tentativo di eliminare l’ipotesi di reclusione e consentire così ad Alessandro Sallusti, giudicato per diffamazione in una sentenza passata, di godere del principio del favor rei.

La votazione ha sconvolto gli equilibri, i lavori sono stati interrotti su richiesta Luigi Zanda (Pd) e Giampiero D’Alia (Udc) e riprenderanno oggi verso mezzogiorno.

Molto duro il Fnsi: “I malpancisti forcaioli, dietro il muretto a secco del voto segreto chiesto da Lega e Api, hanno scritto una pagina vergognosa votando per la reintroduzione del carcere per i giornalisti, che veniva cancellato da una proposta di riforma dell’attuale normativa. La legge in discussione sulla modifica delle norme per i reati a mezzo stampa, a questo punto, non ha più alcun senso: è peggiorativa rispetto alla precedente ed è in totale contrasto con la giurisprudenza europea”.

di Redazione

foto: blogspot.it

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