Si all’abrogazione del Porcellum

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Il 30 settembre scade il termine per il deposito, presso la Corte di Cassazione, delle firme del Referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale, la cosiddetta Porcellum, (la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 oggi vigente in Italia). Considerando l’inadeguatezza della stessa e l’assoluta possibilità da parte degli elettori di esprimere il proprio consenso a favore di questo o quel deputato, riteniamo sia   giusto e opportuno andare a firmare affinché si ripristini un sistema elettorale adeguato ad un Paese come il nostro, se ancora lo riteniamo democratico.  

Non entro nel merito della legge perché non sono un tecnico ma il concetto mi è chiaro. Oggi i candidati che ci “rappresentano” nel parlamento italiano, eletti con la legge elettorale attuale, sono stati scelti direttamente dalle segreterie di partito e non dal popolo. E questo è inaccettabile. Una democrazia è tale se la popolazione ha la possibilità di poter scegliere il proprio rappresentante, il deputato a cui si sente più vicino politicamente. L’anello di congiunzione tra cittadino e istituzioni.  

Un parlamentare “calato dall’alto”, dopo essere stato eletto, può distrattamente non ricordare che il proprio mandato è finalizzato all’aiuto dei suoi elettori perché come unico riferimento ha il suo leader o il suo “padrino”. Con l’attuale legge elettorale può capitargli, sempre per distrazione, di scomparire dalla vista del cittadino nel momento in cui l’elezioni si sono effettuate e lui è stato eletto. Inoltre, non può essere controllato, se non dal “capo”, sul suo operato. E’ pertanto fondamentale che si ripristini la possibilità di scelta dei deputati, cardine basilare di democrazia da qualche anno eliminato.  

Inoltre, chi non viene eletto dal popolo è verosimilmente indifferente al legame con il cittadino mentre è ovviamente legato al dirigente di partito che lo ha premiato permettendogli l’accesso al Parlamento. In questo modo può venir meno il coinvolgimento del deputato stesso verso la base politica e i cittadini e, inevitabilmente, viene accentuato il trasporto verso il vertice, con notevole carenza di servizi nei collegi (territori) dove il politico verrebbe votato, e controllato, con una legge uninominale. Anche perché nell’attuale Parlamento ci sono deputati “eletti” con preparazione ed esperienze specifiche di una zona nazionale circoscritta ma poi catapultati per servizio in regioni diverse dalla propria, con l’assoluta mancanza di conoscenza del territorio di competenza.  

Per queste ragioni è assolutamente necessario riformare la legge elettorale prima che avvengano le prossime consultazioni politiche, affinché si scelga il proprio rappresentante di riferimento a cui poter successivamente attribuire non solo gli onori ma anche gli oneri, le responsabilità di un eventuale disconoscimento del programma presentato o di un comportamento non idoneo all’incarico ricevuto.  

Con l’attuale legge elettorale al parlamentare eletto è sufficiente rispettare i patti con un solo uomo, il quale nel momento del favore potrebbe prevedere le potenzialità politiche della persona scelta ma potrebbe anche sbagliarle e, in tal caso, far pesare soprattutto sulla cittadinanza e non solo sul suo favorito gli eventuali errori commessi.  

Il popolo se sovrano deve poter decidere a chi affidare la propria preferenza così come deve percepire in servizi ciò che paga in tasse. In questo modo il parlamentare capace ed onesto potrà dimostrare, a fine mandato, di aver lavorato bene e rispettato gli impegni presi con i cittadini che, a loro volta, potranno valutare ed eventualmente decidere di non rieleggere i politici fannulloni.

Enzo Di Stasio

Foto: ilsussidiario.net

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