Nel Governo delle “larghe intese”, a quanto pare, manca l’elemento imprescindibile della ricetta: l’intesa stessa.
Troppi i punti di divergenza, talora inconciliabili, rischiano di paralizzare i nostri politici, rallentandone la reattività nell’individuare e risolvere problemi e questioni di vitale importanza. In questi giorni, la diatriba si è avvitata sul sovraffollamento delle “carceri”, nodo insoluto che rischia di costarci una salata sanzione da Bruxelles.
Qualche settimana fa era stata avanzata l’ipotesi di adottare un decreto legge provvisorio, ma comunque necessario a risolvere almeno le priorità.
In un’intervista a Radio Radicale, Anna Maria Cancellieri ha dichiarato (a proposito dell’ipotesi amnistia e indulto) “Al di là delle considerazioni che appartengono al Parlamento e che sono strettamente politiche e quindi è giusto che sia il Parlamento a decidere qualsiasi provvedimento di clemenza, io credo che sarebbero l’unica soluzione, la strada maestra, per respirare un attimo e poter ripartire bene. Però il problema è squisitamente politico e non mi appartiene, ma sarebbe la soluzione tecnica più semplice e più efficace “.
Ha poi salutato Marco Pannella e apprezzato la sua battaglia civile, precisando “ Lui lotta in questo modo, io m’impegnerò al massimo perché la giustizia e soprattutto i diritti dei cittadini vengano tutelati”.
Intanto, ieri, è stata approvata dalla commissione Giustizia di Montecitorio la proposta sulla messa alla prova per i maggiorenni. Misura di sospensione della pena oggi utilizzabile solo in presenza di un imputato minorenne all’epoca del fatto contestato.
Il deputato pd Danilo Leva ha spiegato che “ La proposta di legge sulle misure alternative al carcere e la messa alla prova è un primo passo che avvicina il sistema penale italiano a quelli più avanzati”.
Ha poi aggiunto “Le misure contenute incidono sulla situazione emergenziale delle carceri, hanno un effetto deflattivo sul carico dei procedimenti penali e, allo stesso tempo, rappresentano un punto di equilibrio tra la funzione rieducativa della pena e la sicurezza dei cittadini”.
di Simona Mazza
Foto: Coordinamento Sicurezza
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