Abbiamo già incontrato Stefano Di Marino, classe 1961, Milanese doc, uno dei più prolifici scrittori di spionaggio in Italia.
Scrive i suoi romanzi sia come Stefano Di Marino che usando vari pseudonimi (di cui il più noto è Stephen Gunn, con cui firma la famosa serie de Il Professionista per Segretissimo, Mondadori)
Oggi vogliamo curiosare in una delle sue passioni: la narrativa d’avventura
Lo abbiamo intervistato per inliberta.it
- Stefano, sappiamo che il tuo percorso con questo genere nasce da molto lontano. Ti va di raccontarcelo?
SDM. Si scrive d’Avventura per salutare il bambino che è in noi e che ogni giorno si allontana un po’ di più. Da quei pomeriggi trascorsi a inventare un mondo esotico e lontano con un manico di scopa per spada e lo schienale di una poltrona per vascello. O forse no, è sempre con noi, basta tenerlo vivo. In realtà ho sempre scritto e sognato d’avventura. Anche la Spy story che scrivo è indirizzata più o meno marcatamente verso questo genere che ha radici in stimoli, letture ed emozioni coltivate da bambino. Poi con gli anni, un po’ ho seguito la tentazione di viverla, in maniera realistica, l’Avventura. Allora arti marziali, sport da combattimento, viaggi in Estremo Oriente e altrove. La fotografia praticata come fonte d’ispirazione. E poi sempre molti cinema e letture condite con a volte frenetiche sessioni di scrittura. E così, se anche la spy story è il genere che mi ha dato più soddisfazioni, periodicamente riemerge il desiderio di immergersi in altre epoche e luoghi, dove la realtà è la nostra ma con qualcosa in più. Forse un colore più vivido che consente passioni ed emozioni più intense.
- Il tatuaggio di sabbia, una caccia al tesoro nel cuore dell’Africa. Un gruppo di uomini pronti a tutto. Due donne bellissime e pericolose. Un romanzo ambientato nel dopoguerra in cui non manca nulla. Come si inizia a scrivere un romanzo del genere? Da dove viene l’idea iniziale e come la sviluppi?
SDM. Il Tatuaggio di sabbia, che uscì per la prima volta per Piemme nel 2002, veniva dopo Il cavaliere del vento (anche questo ristampato con il titolo La città sepolta). Erano davvero romanzi di avventura classica, un omaggio a Wilbur Smith ma anche a tanti film degli anni’50 e 60. Storie di avventurieri senza causa, di donne che sapevano farli innamorare e di tesori nascosti, perché l’Avventura ha sempre bisogno di un obiettivo da raggiungere, di una storia misteriosa che affonda le sue radici nel passato. Le nuove edizioni(disponibili su Amazon in ebook o in versione cartacea print on demand) correggono di poco il testo con dei titoli che giudico più vicini alla realtà delle storie raccontate. Che partono sempre dall’Italia in un periodo difficile, quello poco prima e poco dopo la Seconda guerra mondiale. Così, perché l’Avventura come la vedo io è quasi sempre un’avventura in costume e regala a chi scrive il piacere di ricreare un tempo lontano. Per quel che riguarda invece L’isola della paura, si tratta sempre di un’avventura esotica con un personaggio, il Greco, che doveva essere l’eroe di un serial per un editore che poi si tirò indietro. È una storia a sé che strizza l’occhio a generi popolari del cinema dell’exploitation come il Women in Prison e il Cannibalico. Ma è anche una storia noir, con un profumo che mi piace pensare francese. Non per nulla ho scelto un’epigrafe di Helena, che è un grande del romanzo francese, ingiustamente dimenticato.
- Con la tua produzione più recente per Dbooks.it sei tornato all’avventura Classica, addirittura ottocentesca. Amori e crudeltà dell’orchidea Rossa come nasce?
SDM. Anche quello è un progetto che ha avuto una storia travagliata. Mi fu proposto a un grosso editore alla metà degli anni 2000. Poi i nostri rapporti s’interruppero bruscamente e il romanzo fu rifiutato a priori. Avventure editoriali. Ci ho lavorato per lungo tempo perché volevo scrivere al tempo stesso una storia salgariana, in luoghi dove ero stato realmente e mi piaceva l’idea di portare in scena un personaggio reale l’Orchidea Rossa che fu una piratessa cinese famosisssima (celebrata in modo differente anche da Olmi in Cantando dietro i paraventi). Poi c’era un personaggio italiano, uno che si chiamava Stephen Gunn e che mi piace pensare padre di tutti i miei eroi…e forse di quella parte fantasiosa di me stesso che h coltivato negli anni. Un romanzo di passione, di ricostruzione, con i pirati…decisamente una enorme soddisfazione…due edizioni sinora.
- E adesso veniamo alle Brigate del Tigre, un romanzo ambientato nella Parigi del 1913 dalle sensuali atmosfere. Un romanzo che va assaporato. Qual è il tuo legame con la capitale francese?
SDM. Le brigate del Tigre sono un altro dei miei miti giovanili. Vedevo i telefilm da piccolo… e c’era la Savate, disciplina che avrei in seguito praticato e insegnato. Ho svolto molte ricerche sulla Parigi d’inizio secolo. Sono molto legato per frequentazioni fisiche e culturali a Parigi e alla Francia. Da più di trent’anni ci passo un periodo ogni anno. Qualche tempo fa un amico savateur, oggi poliziotto, mi invitò a visitare il museo della polizia a Maubert Mutualité. E lì ho scoperto che i miei miti erano venuti a incontrarmi. Il laboratorio scientifico di Bertillon, le foto dei mobilard con vetuste macchine a manovella, le armi a ripetizione, la canne. Tutto questo si è fuso con la passione per il mistero, per Fantomas. Le brigate ha avuto un paio di prequel che si legano alla saga del Professionista, ma è forse il mio romanzo più completo.
- Come vivi il cambio di passo fra la tua produzione action e questa che pur avendo la giusta dose di avventura e colpi di scena ha un ritmo più disteso?
SDM. In verità Segretissimo e il Professionista hanno un format che impone un ritmo elevato e anche un numero di pagine contenuto per garantire la periodicità in edicola a un prezzo accessibile. In queste storie di pura avventura posso permettermi di soffermarmi di più su personaggi e situazioni… insomma di scrivere un ‘romanzo’ nella sua accezione più tradizionale. La scrittura è un continuo percorso di ricerca. Vedrete con il mi prossimo romanzo per Dbooks.it L’uomo della nebbia, un mistery con qualche accenno fantastico in cui ritroverete molte cose mie ma anche tante novità. Vi aspetto.
Grazie a Stefano Di Marino e al suo prezioso contributo alla letteratura contemporanea e di intrattenimento.
Ci rivedremo presto per parlare della produzione di Manuali: Scrittura, Cinema, Arti marziali, Armi…etc
di Patrizia Calamia
Scrivi