In questi giorni ha fatto notizia la rimozione di una delle opere dello street art romano Mauro Pallotta, in arte Maupal, che a Borgo Pio ha ritratto Papa Francesco intento a giocare a tris, (scarabocchiando un muro), mentre una guardia svizzera gli faceva da palo.
L’artista è noto nell’entourage capitolino, ed è apprezzato persino all’estero.
Nella galleria Le Dame London, a Notting è stata infatti dedicata una mostra personale alla sua tecnica pittorica primordiale, la lana d’acciaio, usata come supporto per figurazioni “per creare la magia di un’opera d’arte a metà strada tra la pittura e la scultura”.
Tra i murales di Maupal (quando sigla un’opera pittorica o scultoria, si firma Mauro Pallotta) ricordiamo “Super Pope”, il Papa versione Superman e “Yoga Queen”, in cui la regina Elisabetta viene raffigurata mentre fa yoga e beve the nei pressi di East London.
Scopriamo questo talentoso personaggio la cui arte spazia dal writing pop estremamente ironico ad una tecnica pittorica sperimentale, tridimensionale e materica.
Chi è Mauro Pallotta?
Sono nato il 20 maggio 1972 a Roma, nel Rione Borgo a due passi dal Vaticano. Ho frequentato il Liceo Artistico A.Caravillani, (Piazza Risorgimento) e poi l’Accademia delle belle Arti di Roma, la cattedra di Pittura.
Da subito ho avuto modo di confrontarmi con l’arte sacra e profana che caratterizza il volto storico e culturale della Città Eterna. Dopo gli studi, ho basato la mia ricerca artistica sulla sperimentazione pittorica.
Cosa ti ha spinto verso la street art?
Ho scelto la street art perché è in grado di far leggere il linguaggio artistico ad un maggior numero di persone.
Hai disegnato Papa Francesco come un supereroe ” Super Pope”. Il Pontefice è uno dei tuoi soggetti preferiti e lo ritrai sempre in maniera ironica e scanzonata.
So che il Pontefice ha gradito personalmente il tuo murale titolato “Super Pope” eppure stato declassato dal Nucleo Decoro Urbano del Comune di Roma. Che cosa rappresentano per te la sua figura e il Vaticano?
Premesso che trovo paradossale la scelta dell’ufficio Decoro, il Vaticano è uno Stato nazionale, Papa Francesco è secondo me il più illuminato tra i potenti del mondo.
Per l’intera Umanità è una fortuna avere lui come Pontefice, l’unico vero freno ad una corsa folle verso la terza guerra mondiale.
Che messaggio vuoi lanciare con i tuoi murales?
Cerco sempre di dire quello che penso, provando a sintetizzare l’argomento in questione e aggiungendo sempre un pizzico di ironia e leggerezza.
La curiosità e la leggerezza sono alla base di tutto, ma non solo!
Ultimamente vi è una certa apertura nei confronti della street art. Intere aree della nostra metropoli sono state affidate alla creatività degli artisti, eppure ci sono ancora temi tabù. Perché?
Un cavallo libero quando viene domato non è più quello di prima…
Quali sono i cardini della tua tecnica artistica?
La mia tecnica artistica si basa su tre elementi fondamentali: le mie sensazioni
personali, le conoscenze tecniche e l’attualità.
Nel 2014 per commemorare la morte di Pasolini, hai realizzato un murales che ritraeva l’illustre personaggio all’interno di una scuola di Ostia (il luogo più legittimo per ricordarlo).
Riprendendo una vecchia immagine, hai disegnato il suo occhio (Pasolini affermava “l’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza”).
L’opera sintetizza in maniera mirabile il suo pensiero.
Cosa ti ha lascato in eredità il più grande intellettuale del nostro Paese?
Probabilmente è stato uno dei più grandi intellettuali dell’ultimo secolo e più che una eredità, ha lasciato all’Italia un destino scritto con un anticipo di 40 anni.
Qual è stata la tua più grande soddisfazione in campo professionale?
La mia grande soddisfazione è quella di essere riuscito a far diventare la mia passione, il mio lavoro.
Un atto complicato, pieno di rinunce, sofferenze e delusioni, ma il mio sogno è sempre stato quello di vivere con l’arte e da quando ero bambino, non ho mai avuto dubbi sul mio futuro.
Un tempo writers e graffitari ecc, eravate considerati “imbrattamuri”, anche perché i materiali utilizzati non erano proprio “ecocompatibili” e l’aereosol art si praticava di notte, tra mille rischi. Oggi sta cambiando qualcosa?
Pian piano sta cambiando l’accettazione sociale, ma la legislatura è praticamente la stessa di 40anni fa. Per quanto riguarda i materiali, quando faccio arte contemporanea, uso materiali eterogenei, che vanno dalle carte da gioco, legno, tappi di sughero, vetro e a volte plastica, ma soprattutto materiali riciclati, nel pieno rispetto dell’ecologia.
Quando voglio condividere un’opera per strada, cerco di utilizzare carta da incollare ai muri, in modo da non danneggiare la parete che mi ospita, come nel caso del graffito Super Pope. Anche i colori che uso sono nel pieno rispetto dell’ambiente, e spesso sono di origine naturale.
Torniamo al murale incriminato. Chi ne ha disposto la rimozione, perché lo reputava offensivo” si è reso conto che la tua creazione ha fatto più notizia dopo che è stata cancellata?
Credo che non lo abbia fatto cancellare il Comune, sono convinto che la decisione sia stata presa dalla Pubblica Sicurezza. In fondo si tratta di un capo di Stato straniero e un capo religioso.
C’e’ già chi ti paragona a Bansky. Ti fa piacere il parallelismo?
Considero Banksy come un genio puro e il parallelismo mi fa arrossire, ma io seguo solo la mia strada perché mi fido di me stesso e so dove sto andando.
di Simona Mazza
Tutte le opere di Maupal sono visibili sul sito internet www.mauropallotta.com
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