Sviluppo tecnologico: web 2.0 e social network sites

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L’avvento del web 2.0 – e conseguentemente dei social media e delle tecnologie mobile, come smartphone, tablet etc. – è stato senza ombra di dubbio l’innovazione tecnologica più incisiva degli ultimi anni, soprattutto in relazione all’ambito delle professioni della comunicazione.

L’evoluzione nella comunicazione d’impresa

Il suo sviluppo e impiego si è avuto soprattutto nella comunicazione d’impresa. Le tecnologie digitali hanno segnato un punto di rottura nella comunicazione istituzionale così come la si era conosciuta fino a quel momento.

Si sono generati di conseguenza una serie di nuove strategie, pratiche e di flussi comunicativi in questo ambito, dando vita a una vera e propria social-PA. I social media possono pertanto garantire benefici fondamentali, come l’accesso ai servizi, la trasparenza e l’accountability. L’introduzione delle tecnologie digitali procede secondo ritmi diversi che tengono conto dei processi culturali, sociali e tecnologici.

Con il passaggio al web di seconda generazione, 2.0, i mutamenti che hanno investito la società della rete sono così rilevanti da impattare in modo significativo sul sistema pubblico, sui processi di produzione ed erogazione dei servizi di pubblica utilità, sulle modalità di svolgimento delle attività amministrative. Ma anche sui criteri con cui il sistema si rapporta con l’ambiente, con cui, in estrema sintesi, comunica.

Cosa significa essere sempre connessi

La nostra società viene definita come iperconnessa. La comunicazione digitale pervade ogni settore, rendendo tutto più limpido e chiaro, come in una casa di vetro, ma proprio per questo, sempre sotto gli occhi di tutti – scomparsa della privacy personale.

L’innovazione tecnologica obbliga la macchina amministrativa e, conseguentemente la burocrazia, a reinventarsi. Lo fa sviluppando nuovi modelli di organizzazione che vanno in qualche modo a depotenziare il ruolo svolto dagli stessi funzionari.

L’attivazione di nuovi flussi comunicativi mediante i social media e le ultime tecnologie permettono di ridurre notevolmente i costi delle attività di comunicazione istituzionale.

Grazie all’uso delle logiche e dei linguaggi tipici della comunicazione digitale, come gli UGC – user generated content -, nei processi amministrativi, è stato possibile avviare, accanto agli Urp tradizionali, sportelli polifunzionali – definiti anche sportelli intelligenti e 3.0.

Questi servizi intercettano i bisogni dei cittadini e propongono automaticamente la soluzione, sfruttando logiche di analisi qualitativa e semantica.

Come cambiano le notizie con il web 2.0

Le tecnologie più recenti hanno prodotto profondi cambiamenti anche nelle modalità di presentazione delle notizie. A mutare, in questo caso, sono il ruolo stesso del giornalista, il rapporto con le fonti e il tempo di lavoro. Non solo.

Facebook di Mark Zuckerberg e Apple di Tim Cook stanno sperimentando dei progetti per inserire le notizie giornalistiche direttamente nella timeline del social network, nel primo caso, e di una applicazione esclusiva per il sistema operativo iOs, nel secondo.

Prendendo in considerazione quest’ultimo punto, la rivoluzione permanente digitale ha come rischi quello di sembrare maggiormente una restaurazione che consenta a pochi di perpetrare un regime di sfruttamento sui più deboli e quello dell’autoreferenzialità della comunicazione via social, finalizzata alla sola promozione dell’immagine, senza utilizzare appieno le potenzialità del web sociale.

Bibliografia

G. Ducci, Lavori in corso nella PA connessa. Il ruolo delle strutture di comunicazione nella gestione dei social media e lo sportello polifunzionale 3.0, in Problemi dell’Informazione, fascicolo 1, aprile, Bologna, Il Mulino, 2016, pp. 112-135

M. Belluati, Indagine conoscitiva su informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni, in Problemi dell’Informazione, fascicolo 2, agosto, Bologna, Il Mulino, 2015, pp. 418-424

C. Giua, La rivoluzione digitale permanente e i suoi effetti sull’editoria d’informazione, in Problemi dell’Informazione, fascicolo 2, agosto, Bologna, Il Mulino, 2015, pp. 368-387

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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