Quarantotto ore, né un minuto in più, né uno in meno. L’orario di consegna é inderogabile. Inutili le scuse sul traffico a Roma. Lo scorso weekend, il Monk, locale alla moda della Capitale, ha ospitato la IX edizione del 48HourfilmProjectItalia, il contest ideato negli Stati Uniti nel 2001, che premia i cineasti che riescono a realizzare un cortometraggio tra i quattro e i sette minuti in due giorni.
Il genere si sceglie a sorte, mentre ci sono degli elementi precisi da seguire: 1 oggetto di scena, il nome di un personaggio e una linea di dialogo. Il tutto deve essere combinato ad arte con la sceneggiatura, i costumi, gli effetti sonori, senza dimenticare i titoli di testa e di coda.
Il miglior cortometraggio gareggerà contro gli altri centoquaranta provenienti da tutto il mondo al Filmpalooza 2016 per la finale mondiale e per aggiudicarsi la proiezione nella sezione Court Métrage del Festival di Cannes.
Venerdì 06, prima del kick-off delle 19:00, le squadre partecipanti erano settantasette, quasi tutti di Roma, tranne un team di Genova, un filmmaker tedesco e alcuni studenti Erasmus. Tutti aspiranti registi tra i 20 e i 35 anni e studenti delle più prestigiose scuole di Cinema: dal Centro Sperimentale, alla “Silvio D’amico”, alla Scuola “Gian Maria Volonté”.
Secondo Eva Basteiro Bertolì, responsabile del collettivo culturale “Le Bestevem”, che per il secondo anno consecutivo cura la tappa romana del 48h, in questa edizione c’è stato un incremento generale delle partecipazioni, ma sopratutto una considerevole presenza femminile. Molte più donne registe, quindi – “Siamo molto contente di ciò, la nostra associazione, formata esclusivamente da donne, tutte professioniste nel campo dell’arte, della cultura e dell’audiovisivo promuove e sostiene il lavoro femminile. L’anno scorso abbiamo realizzato un corto “Eve al Desnudo”, l’unica presenza maschile sul set era quella del maestro Tinto Brass nelle vesti di attore”.
Il 27 novembre al Teatro Italia di Roma sarà premiato il miglior cortometraggio tra quelli che sono riusciti a consegnare in tempo il lavoro completo. Molti dei gruppi partecipanti, ci racconta la Bertolì – ” si perdono strada facendo, non riescono ad arrivare al drop-off (alle 19:00 di domenica 8) che è tassativo. Due minuti più tardi e si è fuori concorso”. Prosegue dispiaciuta: “la mancanza di tempo impone ai ragazzi di lavorare sotto pressione e quando i gruppi sono numerosi è facile che nascano delle discussioni interne e mandino tutto all’aria. Arrivano al momento della consegna distrutti dalle corse e dalle notti insonni, ci lanciano i dvd, gridano i titoli, ci chiamano anche il giorno dopo, fregandosene del concorso, esausti e soddisfatti per il lavoro finito”. Per questo è stato creato un premio del pubblico. Dal 17 al 20 novembre, infatti, al DAMS di Roma Tre in Via Ostiense sarà possibile vedere e votare tutti i cortometraggi del concorso.
Una giuria internazionale d’eccezione invece valuterà le opere che hanno rispettato i tempi. Tra i membri, l’attrice spagnola, Aitana Sánchez-Gijón (Io non ho paura, Il profumo del mosto selvatico), Cristina Flutur (Beyond the Hills, vincitrice del premio alla miglior attrice a Cannes 2012), Vlad Ivanov (The Concert, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, Palma d’Oro a Cannes nel 2007), il regista Sydney Sibilia (Smetto quando voglio) il produttore Matteo Rovere, il montatore Marco Spoletini, Leonardo Cruciano e Nicola Sganga di Makinarium e Ian Anderson, leader dei Jethro Tull che premierà le migliori musiche originali.
RUFA – Rome University of Fine Arts, main partner del contest, assegnerà il “Premio Speciale RUFA”, un premio in denaro al vincitore per il miglior talento. Un premio viene anche dallo Studio Universal – il Canale del grande cinema classico americano distribuito da Mediaset Premium sul DT – che consiste nell’acquisizione dei diritti pay per la trasmissione TV, e il premio AIC (Associazione Italiana Autori della Fotografia Cinematografica) che iscriverà come soci junior all’associazione i DOP vincitori.
“E se molti dei tanti corti realizzati nelle quarantotto ore del contest risultano scialbi – chiarisce ancora la responsabile – tanti invece rivelano dei talenti, considerando non solo la carenza dei tempi, ma di tutte le risorse tecniche e artistiche necessarie per realizzare un buon cortometraggio”.
di Patrizia Angona
Scrivi