Dopo aver avuto successo con il brillante esordio a loro nome del 1978, e dopo aver proseguito con altri due album meno celebrati ma comunque ricchi di chicche (“Hydra” del 1979 e “Turn Back” del 1981), la band di Steve Lukather e compagni dava alle stampe quello che passerà alla storia della musica come il loro capolavoro: “Toto IV”.
Siamo nel 1982 e alcuni componenti della band, tra cui lo stesso Lukather, David Hungate e i fratelli Porcaro, avevano collaborato verso la fine degli anni ‘70 con musicisti del calibro di Al Jarreau, George Benson, Earth Wind & Fire, Randy Crawford, Michael McDonald, Boz Scaggs, Christopher Cross, Alan Sorrenti, Donald Fagen, Bee Gees, tra i tanti, e contribuirono anche al successo del best-seller “Thriller” del mitico Michael Jackson. Infatti, il brano “Human Nature”, che il Re del Pop rese un capolavoro, altro non era che un pezzo escluso dalla scaletta di “Toto IV” e Steve Porcaro ne era l’autore insieme a John Bettis. La band di Los Angeles, comunque, figurò tra gli strumentisti del pezzo.
“Toto IV”, del quale vi parleremo oggi, rappresenta la loro vetta più alta, grazie ad arrangiamenti e produzione sublimi. Il disco si apre con il singolo pop-funky-fusion “Rosanna”, che si avvale della sezione fiati di Jerry Hey, mentre tra le ballate una menzione particolare merita “I Won’t Hold You Back”, tenebrosa e malinconica e che nell’estate 2001 farà la gioia del produttore e dj Roger Sanchez (ne utilizzerà una porzione per la sua hit “Another Chance”).
Il rock pianistico emerge in “Make Believe”, “Waiting For Your Love” invece mostra il lato soul-funky e post-disco del gruppo, grazie alla voce di Bobby Kimball e alla massiccia presenza di basso e piano elettrico. A chiudere la scaletta ci pensa uno dei pezzi simbolo dei Toto, “Africa”, con le sue atmosfere a metà strada tra rock e pop elettronico dai connotati esotici.
A distanza di molti anni “Toto IV” riesce brillantemente a superare la prova del tempo, forte delle grandi doti tecniche e compositive dei musicisti, capaci di rendere il disco multiforme e omogeneo dalla prima all’ultima traccia, con le sue sonorità ricercate e allo stesso tempo immediate. Questo lavoro varrà ai Toto i Grammy Award come disco e produttori dell’anno, grazie anche al singolo portante “Rosanna”.
E il successo ottenuto col tempo sembra aver fatto sì che Steve Lukather e compagni potessero prendersi una rivincita su certa critica giornalistica di allora, che li accusava di essere smaccatamente pop e considerava patinato il loro stile, inquadrandolo impropriamente nella categoria “Yacht Rock”.
Ma la discografia dei Toto è ricca di sostanza e di album dal notevole standard qualitativo, con la loro musica che stupisce per la sua eleganza e le soluzioni armoniche offerte, frutto della loro esperienza come session-men negli album più disparati. “Toto IV” otterrà successo anche nella classifica italiana, raggiungendo la seconda posizione e risultando il quindicesimo album più venduto in Italia nel 1982.
Pur con una formazione quasi differente da quella originaria (sono rimasti Steve Lukather e David Paich), i Toto saranno in concerto in Italia per 4 date a Luglio 2024 (Umbria Jazz di Perugia, Locus Festival ad Ostuni, Este Music Festival e Lucca Summer Festival) e per chi volesse andare a ritroso e riscoprire la loro discografia storica può partire proprio da “Toto IV” e dal loro esordio omonimo del 1978, ottimi punti di partenza per conoscere questa band, che ha saputo fare della sua sofisticatezza immediata un proprio tratto distintivo.
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