Il Tour de France è iniziato da appena nove tappe, ma ha già messo in luce le qualità di alcuni protagonisti e, come ogni grande evento che si rispetti, suscitato scalpore per le defaillance di altri ipotetici protagonisti.
Tappa 1: Prima tappa del Tour de France 2016 che come prevedibile, vista l’assenza di asperità altimetriche, veniva decisa con una volata finale. Nonostante più tentativi di fuga il gruppo si trovava compatto con abbondante anticipo per impostare la volata finale. A spuntarla era Mark Cavendish, ciclista della Dimension Data, che esultava sul traguardo conquistando la sua ventisettesima vittoria nella corsa francese. Il podio era di altissima caratura con Kittel che guadagnava la seconda posizione, relegando al terzo posto il campione del mondo Sagan. Ad aumentare lo spessore tecnico della volata si inseriva Greipel, giunto quarto. A metà tappa si viveva un piccolo episodio di pathos, quando Contador coinvolto in una lieve caduta, veniva aiutato dai suoi compagni a rientrare sul gruppo principale. Nessun apparente conseguenza importante per il capitano della Tinkoff.
Tappa 2: Seconda tappa del Tour de France che presentava un percorso simile ad una classica delle Ardenne, con cotes a ripetizione e attacchi nel finale che rendevano insospettabile il nome del vincitore sin sul traguardo. La giornata si apriva con pioggia ad intermittenza e vento forte, mentre Voss, Breene, Benedetti e Stuyven componevano la fuga di giornata che restava tale per 170 km, con il gruppo principale che quando mancavano 120 km al traguardo era coinvolta in un nuova caduta in cui Contador batteva ancora la spalla, come nella prima tappa. La fuga come detto poc’anzi restava in testa per 170 km, fin quando Stuyven iniziava il forcing e costringeva gli avversari a capitolare, attaccando da solo quando mancavano 9 km alla fine. Stuyven metteva in atto un passo di gara infernale ed il gruppo faticava ad andarlo a riprendere, riuscendoci a poco più di 300 metri dal termine, quando Sagan partiva per una volata lunga su una ascesa al 6% di pendenza, prima di venire sopravanzato da Alaphilippe e Mattheuws, i quali però venivano nuovamente superati proprio da Sagan che ritornava e vinceva la volata finale, con Alaphilippe secondo e terzo Valverde, che aveva provato a rimontare nel finale. Aru chiudeva sedicesimo, mentre in difficoltà nel finale Contador, che chiudeva staccato di 47″ ; problemi anche per Porte che a 5 km dalla fine forava e perdeva contatto dal gruppo. Sagan a fine tappa dichiarava: ” È stato uno sprint in cui molti avevano forza e, anche se non mi sentivo al top, sono felice di aver fatto una gran cosa riuscendo ad arrivare primo. Inizialmente non sapevo di aver vinto perché credevo ci fossero altri uomini davanti; domani indosserò una maglia fantastica ( gialla), indossando già una maglia stupenda( quella iridata)”.
Tappa 3: Terza frazione del Tour dedicata ancora ai velocisti puri, dato il percorso completamente pianeggiante. Il ritmo di gara non era particolarmente elevato per gran parte della pappa, consentendo a Fonseca e in seconda battuta a Voeckler, di restare in fuga fino a 10 chilometri dalla fine. Negli ultimi chilometri era chiaro che lo sprint di gruppo avrebbe eletto il vincitore. Lo sprint finale vedeva una lotta serrata tra Cavendish e Greipel, con minuti di attesa per sapere il nome del vincitore, in quanto anche con il fotofinish il giudizio era complicato; comunque alla fine la spuntava la maglia verde Cavendish, che otteneva la sua seconda vittoria in questo Tour. Per pochi centimetri Greipel doveva accontentarsi della seconda posizione, pur avendo effettuato uno sprint poderoso. Terza piazza per Coquard, che conquistava il podio a discapito di Sagan, quarto il quale manteneva la maglia gialla.
Tappa 4: Tappa animata dal tentativo a tre di Irizar, Naens e Schillinger, che però non riuscivano a compiere in testa tutti e 237 km di pianura previsti. La fuga veniva ripresa a 10 km dal traguardo da un gruppo lanciato ad altissima velocità. All’ultimo km tutti i velocisti erano presenti con Kittel che lottava spalla a spalla, nel vero senso della parola, con Coquard per vincere. Terza posizione per la maglia gialla Sagan che consolidava il suo primato.
Tappa 5: Quinta frazione da Limoges a Le Lorian, con un finale convulso che inevitabilmente avrebbe modificato la classifica generale dopo 213 km di gara. La fuga di giornata era folta ma l’andatura del gruppo e l’interesse di molti faceva si che a 20 km dalla fine in testa rimaneva solo Van Avermaet, che tentava l’allungo personale verso la vittoria. Dietro si sparpagliavano gruppi di inseguitori con la maglia gialla Sagan in difficoltà, non facile per lui mantenere il primato. Negli ultimi 8 km gli inseguitori più diretti avevano 3’30” di ritardo, con il gruppo ad oltre 5′, con Nibali che precedeva Sagan ma aveva anche lui ritardo dal gruppo.
A 5 km dalla conclusione De Gendt iniziava a rimontare su Van Avermaet, portandosi a 2′ di distanza, anche se oramai erano sull’ultima salita, il Col de Font de Cère, vantaggio stabile ai – 2 km dalla fine. All’ultimo km Van Avermaet era primo indiscusso ed andava a cogliere un successo prestigioso, nella prima tappa di salita del Tour de France 2016, con De Gendt secondo, autore di una prova grintosa ma non sufficientemente efficace per conquistare la vittoria. Al terzo posto giungeva Majka della Tinkoff, che riusciva ad allungare nel finale.
La maglia gialla veniva indossata proprio da Van Avermaet che grazie a questa stoccata conquistava la leadership della classifica generale. Nel gruppo dei migliori si registravano le difficoltà di Alberto Contador, che perdeva 35″.
Tappa 6: I 190 km della sesta tappa presentavano un finale adatto ai velocisti, anche se questo giungeva dopo vari gpm di media difficoltà che caratterizzavano la parte centrale della tappa. A guidare la corsa quando mancavano 30 km alla fine erano Arashiro e Barta, che scollinavano l’ultimo gpm con 1′ di vantaggio. A 10 km dalla fine la fuga era ripresa e ci si avviava allo sprint generale. In volata Cavendish era implacabile, continuando la sua strepitosa serie di vittorie al Tour, giunte oramai a quota 29. Il britannico batteva Kittel e la sorpresa McLay, giunto ai piedi del podio. In classifica generale nulla variava, con Van Avermaet ancora leader.
Tappa 7: La tappa in questione apriva il trittico di salite sui Pirenei, con l’arrivo posto al Col d’Aspin. Come prevedibile una grande fuga prendeva il vantaggio sin dalle prime fasi, si contavano più di 25 uomini in fuga. La parte principale della corsa si sviluppava quando mancavano ormai pochi chilometri all’inizio dell’ultima salita, con Cummings che prendeva le redini della corsa e si lanciava in un attacco solitario. Nel gruppo degli in inseguitori era presente la maglia gialla di Van Avermaet, mentre il gruppo dei Big era 4 minuti e 30 secondi più dietro. Cummings metteva in atto una vera e propria martellata, che gli consentiva di giungere sul traguardo avendo fatto il vuoto alle sue spalle. Concludevano il podio Impey e Navarro, con Nibali che guadagnava la quarta posizione, quinto Van Avermaet che salvava la maglia gialla. All’ultimo km il gruppo dei Big doveva rallentare in quanto uno striscione ad aria si sgonfiava sulla strada, senza causare danni sul gruppo dei big, giunto compatto.
Tappa 8: I 184 km dell’ottava tappa, da Pau a Bagneres de Luchon, componevano il classico tappone pirenaico, con quattro salite di massima categoria, su tutte il Tourmalet ed il Peyresourde. La fuga di giornata era composta da Tony Martin, Majka e Pinot, deciso a ribaltare la giornata di crisi nera vissuta nella settima tappa. Già sul Tourmalet la maglia gialla Van Avermaet e Nibali accusavano oltre 3′ di ritardo mentre il gruppo guidato da Movistar e Sky vedeva tutti i migliori presenti. La fuga raggiungeva massimo 3′ e veniva ripresa a 40 km dalla fine, quando le squadre si apprestavano a scalare il Col du Val Lauron-Aze e la maglia gialla virtuale era sulle spalle di Adam Yates. Ai – 40 km dalla conclusione il gruppo di testa era composto da 30 elementi, che si preparavano al primo scontro frontale tra i pretendenti alla classifica generale del Tour de France, nel giorno in cui sulla corsa francese esplodeva il grande caldo.
A 22 km dalla conclusione il gruppo iniziava il Peyresourde con ancora tutti i big presenti, sempre la Sky a dettare il ritmo.
Nei primi 4 km dell’ultimo gpm la Sky aumentava progressivamente il ritmo, causando la debacle di numerosi atleti in fondo al gruppo che si staccavano; a 18 km dal termine Henao della Sky rompeva gli indugi, con Valverde che si impegnava per chiudere il buco con Aru a ruota. Il gruppo di testa ora vedeva tra gli altri Henao, Froome, Quintana, Valverde, Aru, Contador, Mollema , Bardet, Van Garderen, Daniel Martin e Nieve mentre Valverde si piazzava in testa ad aumentare l’andatura. Ai – 17 km Froome tentava una prima accelerata delle sue, che scremava ulteriormente il gruppo, con Contador in difficoltà, lo spagnolo prendeva una cinquantina di metri di ritardo faticando a rientrare. Ai – 15 iniziava la discesa verso Bagneres de Luchon con Froome che tentava un attacco ai primi metri di discesa riuscendo a fare il buco, con Valverde che guidava gli inseguitori. Froome prendeva la discesa a tutta, piegato sul manubrio davanti, seduto sopra il tubo centrale della bici continuando a pedalare, a 10 km dalla fine, il distacco era di 17″ secondi, mentre Contador era ad 1′.
Froome in discesa prendeva molti rischi ma riusciva ad aumentare il suo vantaggio portandolo a 25″ a 5 km dalla fine, portandolo a vestire virtualmente la maglia gialla considerando anche gli abbuoni.
Froome conquistava il successo di tappa grazie ad un attacco cannibalesco in discesa, giungendo trionfante da solo sul traguardo in solitaria, guadagnando anche la maglia gialla. In seconda piazza Daniel Martin giungeva secondo con Rodriguez terzo, sesto Fabio Aru, ad 1’40” Contador. Nibali paga circa 20′ di ritardo, fugando ogni dubbio sul suo ruolo di gregario in questo Tour.
Tappa 9: La nona tappa da Vielha Val D’Aran ad Andorra Arcalis era una durissima frazione che chiudeva il passaggio sui Pirenei. Come da copione una lunga fuga partita sin dal mattino, con all’interno Alberto Contador deciso a ribaltare la malasorte avuta fino al giorno prima; lo spagnolo però doveva alzare bandiera bianca ben presto, il dolore e la posizione innaturale derivati dalle cadute nei primi giorni, uniti alla febbre della notte precedente lo costringevano ben presto al ritiro. In testa con il passare dei km era Dumoulin a prendere le redini della corsa, con un fantastico tentativo di fuga che non veniva contrastato efficacemente dagli avversari, consentendo all’uomo della Giant di andare a trionfare in grande stile nell’arrivo posto nel principato di Andorra. I primi avversari giungevano dopo 40″, si trattava di Rui Costa e Majka. Rispettivamente secondo e terzo. Nella generale Froome grazie al forte ritmo imposto dalla squadra evitava pericoli, mantenendo praticamente invariato il suo vantaggio su Yates e Quintana. Perdeva invece 1′ Aru, apparso in difficoltà nelle ultime asperità. La nona è stata una tappa dal sapore epico ed eroico, con i corridori partiti sotto il sole cocente ed afoso di luglio ed arrivati sotto una grandinata in atto negli ultimi 30′ di gara, con scene struggenti di ciclisti distrutti coperti a fatica dai propri direttori sportivi.
Il lunedì di solito, essendo giorno di riposo, c’è lo spazio per la discussione delle conferenze stampa ufficiali dei team. Nella conferenza stampa del giorno di riposo del Team Katusha un commosso Joaquim Rodriguez annunciava il suo ritiro dal mondo professionistico. Purito affermava: ” Questa è la mia ultima stagione da professionista, ho 37 anni e sento che non sono più in grado di competere ai massimi livelli così, come penso da quando ho iniziato, penso sia giunto il momento di smettere. La stagione però non è ancora finita, ho altri obiettivi e voglio fare bene alle olimpiadi. In questi 17 anni ho vissuto momenti magnifici ( 2 Lombardia, Freccia Vallone , Vuelta Catalunya, Settimana Catalana, campionato spagnolo, 9 vittorie al Tour, 3 al Giro vestendo ma maglia rosa e 2 alla Vuelta, 3 volte primo nella classifica worldtour, Giro dei paesi Baschi,ed agli iridata a Firenze) ed ho vissuto i miei anni migliori proprio con la Katusha. Il ciclismo da quando sono diventato un professionista è cambiato tanto, anche nei protagonisti, da Museuuw a Quintana. Gli avversari più ostici che ho incontrato sono stati sicuramente Bartoli e Valverde. La mia famiglia ha rappresentato fino ad ora i migliori supporter che io abbia potuto avere, d’ora in poi io voglio sostenere al massimo loro! ”.
Fonte foto vincitori di tappa: Tour de France Twitter
Fonto foto copertina: Sky
Fonte foto Rodriguez: Team Katusha
Scrivi