Sono trascorsi due giorni dal termine della corsa francese ed è tempo di bilanci, vediamo cosa è emerso: i promossi, i bocciati ed i rimandati a ”settembre”.
I promossi
Froome, voto 10: Attacca in discesa, attacca in pianura, si limita a mandare gli avversari allo sbaraglio in salita; più forte della sfortuna che lo lascia senza bici per colpa di un incidente non generato da lui, sempre al massimo della forma. Nella cronoscalata si impone rifilando distacchi imbarazzanti agli avversari conquistando il terzo Tour de France: tiranno.
Sagan, voto 9: il campione del mondo ribadisce la sua infinita classe, vince in volata e si piazza sempre tra i primi nelle tappe congeniali, indossa la maglia gialla e poi vince per la quinta volta la classifica a punti. Si concede il lusso di gettarsi nelle fughe e ricorda a tutti che l’estro, la tattica e la potenza sono il pane quotidiano del suo spettacolare modo di correre: immaginifico.
Bardet, voto 8: il francesino sale sul podio contro ogni pronostico, si guadagna una vittoria magnifica in una delle tappe di montagna più dure, resiste al tentativo di rimonta delgli avversari e diviene l’idolo dei tifosi transalpini: l’allegro outsider che non ti aspetti.
Cavendish, voto 7: sembra tornato quello di due stagioni fa, dove c’è una volata c’è ”Cannonball” che di potenza, e prepotenza, si prende la vittoria grazie a traiettorie impensabili per gli altri. Terzo per numero di vittorie nella storia del Tour, si guadagna quattro vittorie, una maglia gialla ed il titolo di favorito per il mondiale in Qatar: lo fermi chi può.
Yates, voto 6: maglia di miglior giovane, lotta fino alla tappa 19 per un clamoroso secondo posto in classifica generale. Resiste nonostante una mascella fratturata per colpa di uno striscione che gli crolla in viso. In montagna si difende ma nelle ultime tappe, quelle che contavano, improvvisamente perde condizione fisica, posto sul podio e l’allegria che aveva da inizio corsa: uomo per il futuro.
Nibali, voto 6– : arriva al Tour per preparare l’olimpiade e fare da spalla ad Aru, è l’italiano che ottiene i migliori piazzamenti ma spesso perde troppo facilmente le ruote dei migliori. A fine Tour si sveglia, ogni tanto mette la testa fuori in salita, ci prova in discesa e si fa un mazzo così per il capitano dimostrando che l’obiettivo prefissato è stato raggiunto: aspettando Rio, cuor di leone.
Bocciati
Aru, voto 5: il vincitore della Vuelta 2015 corre da grande quasi fino alla fine, gestisce la squadra come un vero leader ma, nei momenti clou, non ha le gambe per fare la differenza. Nell’ultima tappa di montagna va incontro alla classica crisi da fine Tour, giungendo al traguardo con quasi 20′ di ritardo e sciupando il lavoro fatto in 20 tappe:…ma il ragazzo c’è e si farà.
Quintana, voto 4: arriva alla corsa francese come il rivale che deve spazzare via Froome, si nasconde durante l’anno e afferma di aver capito dove e perchè sbagliava nelle passate stagioni; in realtà fa il minimo indispensabile e si ritrova sul podio più per le sfortune altrui che per meriti propri, mai pericoloso, mai attivo, salvato dal compagno Valverde nei momenti duri: fantasma di se stesso.
Team Movistar, voto 3: Dovevano portare Quintana al ”sueno amarillo” ma falliscono clamorosamente. Quintana è l’ombra di se stesso, Valverde è in grande spolvero ma è costretto a farsi in quattro per il capitano ( se invece avesse corso per se stesso…). Izaguirre è l’unico che ha il guizzo che gli regala una vittoria di tappa, per il resto solo lunghe passeggiate senza attaccare mai: anche per quest’anno, il Tour lo vinciamo l’anno prossimo.
Team Sky, voto 2: la solita bruta supremazia, si mettono davanti ad inizio corsa e ci rimangono fino alla fine, fanno il bello ed il cattivo tempo e sembrano poterlo fare per sempre: imbattibili.
Oleg Tinkoff, voto 1: è il patron dell’omonima squadra che si porta a casa la classifica a punti con Sagan, la classifica del miglior scalatore con Majka; nonostante tutto non recede dal progetto di chiudere la squadra a fine stagione: quanto spreco.
Organizzatori, voto 0: una moto che fa strike dei tre ciclisti in lotta per la classifica generale, tifosi che invadono la strada, uno striscione che cade ed investe il gruppo ad un chilometro dal traguardo: no comment.
Rimandati
Contador, rimandato a fine agosto/inizio settembre, per la Vuelta de Espana: arriva al Tour de France carico per fare nuovamente sua la corsa che ha vinto già tre volte, cade alla seconda tappa come uno non esperto; con la spalla malconcia si difende alla buona nelle prime salite ma per i dolori da forfait prima che la corsa si infiammi, salterà anche l’olimpiade: ci rivediamo alla Vuelta.
Kittel, rimandato al mondiale: il tedesco dopo una stagione buia come quella del 2015 riprende a macinare chilomentri e vittorie. Al Tour vince lottando spalla a spalla ma il suo vero potenziale non lo esprime mai; ricordiamoci comunque che dopo la stagione scorsa per lui è come vedere la luce in fondo al tunnel, soprattutto in vista del mondiale di fine settembre: la stoffa c’è.
Rodriguez, appuntamento fra 15 giorni: lo spagnolo non riesce ad avere il guizzo dei giorni migliori ma è sempre tra i primi sette. Annuncia commosso il ritiro per la fine della stagione e lungo le salite mostra comunque uno stato di forma ”pericolosissimo” in vista della prova olimpica di Rio del 6 agosto: prove di alloro sul capo.
( Fonte foto: Bettini Photo )
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