Uno dei luoghi che da sempre ha arrovellato le menti di scienziati e ricercatori in cerca di risposte è il famigerato Triangolo delle Bermuda.
Su questa striscia di oceano Atlantico che si estende per quasi 1,3 milioni di km quadrati, tra Miami, Porto Rico e Bermuda, fenomeni soprannaturali inspiegabili, campi energetici e sparizioni misteriose non hanno ancora avuto spiegazioni scientifiche degne di seria considerazione.
I PRIMI FENOMENI
Il 5 dicembre 1945, alle 14:00, cinque bombardieri della marina militare statunitense decollarono dalla base navale di Fort Lauderdale in Florida per una normale esercitazione, ma dopo due ore, degli aerei non vi era traccia.
La marina militare inviò immediatamente un aereo di soccorso, ma anch’esso sparì nel nulla.
A nulla valse l’utilizzo dei radar, radio e localizzatori: i velivoli sembravano essere stati proiettati in qualche enigmatica dimensione spazio-temporale.
Nel 1970, il pilota americano Bruce Gernon notò una strana nube davanti al piccolo velivolo su cui viaggiava insieme al padre e ad un socio d’affari, dalle Bahamas alla Florida.
Ecco cosa riferì Gernon:
“All’inizio il tunnel era enorme, ma poi cominciò a diventare rapidamente più piccolo. Quando entrammo nel tunnel successe una cosa incredibile: si formarono delle linee. Era come guardare nella canna di un fucile, perchè le linee si avvolgevano lentamente a spirale in senso antiorario.
Incontrammo un’intensa elettricità. Vedevamo dei flash che andavano e venivano, e intorno eravamo circondati da una strana nebbia giallo-grigia, che io chiamo ‘nebbia elettrica’. Gli strumenti non funzionavano e allo stesso tempo provavamo una sensazione incredibile”.
Dopo essere usciti indenni dall’insolita nube, Gernon contattò i controllori di Miami i quali non riuscirono tuttavia a localizzare il piccolo apparecchio sugli schermi radar.
“Circa tre minuti dopo, il controllore radar tornò alla radio tutto contento. Ci aveva individuato sopra Miami. Non riuscivamo a crederci perchè eravamo in volo soltanto da trenta minuti, mentre avremmo dovuto metterci più di un’ora per giungere a destinazione”-aggiunse Gernon.
LA TESTIMONIANZA DI CRISTOFORO COLOMBO
Se fino a qualche tempo fa eravamo convinti che i campi magnetici all’interno della Piramide sul fondo del Triangolo delle Bermuda fossero un fenomeno recente, documenti marittimi storici hanno svelato che i suoi misteri erano conosciuti già nel ‘400.
L’area era infatti osservata con sospetto dai più grandi esploratori, i quali ritenevano fosse abitata da animali sconosciuti.
Gli antichi parlavano anche di luci “aliene” che emergevano dalle acque.
Perfino Cristoforo Colombo annotò una cosa simile nel diario di bordo delle sue traversate verso il mondo nuovo.
Colombo riporta l’apparizione di strane luci e di curiosi fenomeni meteorologici.
Pare che il navigatore avesse avuto infatti dei problemi alla bussola non appena si trovò nella zona di oceano incriminata, addirittura la notte seguente vide una grande sfera di fuoco inabissarsi nell’oceano.
LA FAMA DEL TRIANGOLO
Nell’800 la fama del luogo aumentò a tal punto che fiorirono leggende di tutti i tipi.
Nel 1960 divenne un “business” tanto che quasi tutti i giornali dedicavano al tema pagine e pagine di articoli.
Nel 1974 Charles Berlitz scrisse il libro “Bermuda, il triangolo maledetto”,i n cui affermava che le sparizioni erano causate da strane energie alimentate da mani aliene.
Dopo di lui, molti altri autori cercarono di teorizzare ipotesi più o meno veritiere.
Il più grande contestatore di Berlitz fu Lawrence David Kusche, che nel 1975 scrisse “Il triangolo delle Bermuda, il mistero risolto” del 1975.
Kusche metteva in luce gravi imprecisioni nell’opera di Berlitz, facendo altresì notare come il racconto non coincidesse con le testimonianze di persone coinvolte negli incidenti e dei sopravvissuti.
ORGINE DEL FENOMENO
Dopo l’opera di Kusche vi furono altre sparizioni nell’area del triangolo maledetto. Se però siano dovute agli alieni o a dei fenomeni naturali, nessuno potrà mai saperlo.
Tante le ipotesi e altrettanto numerose le leggende circa gli sbalzi di spazio e tempo.
Una su tutte, di matrice ufologica, tenderebbe a pensare che il Triangolo sia uno dei “portali” usati da civiltà aliene per raggiungere la Terra e l’ipotesi ha trovato conforto anche nella Teoria della Relatività di Einstein, secondo cui è possibile curvare lo spazio utilizzando una spinta gravitazionale, fino a creare un passaggio nello spazio-tempo che permetta di percorrere grandi distanze in tempi minimi.
In effetti anche primi timidi esperimenti sulla telecinesi hanno dimostrato che non si tratta solo di fantasie. Dato che i tunnel gravitazionali, in teoria, si possono trovare in tutto l’universo, forse questi stessi passaggi si trovano in aree più piccole della terra. Se è così, forse sono gli strani livelli elettromagnetici la chiave per scovarli.
di Simona Mazza
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