Turchia. Al momento sono 232 i minatori morti, tra cui un ragazzo di 15 anni, a seguito dell’esplosione avvenuta martedì in una miniera di una società privata a Soma, in provincia di Manisa.
Altri 300 sarebbero tuttora intrappolati a duemila metri di profondità, lottando contro il tempo. Per loro la situazione appare critica anche perché l’autonomia delle maschere antigas varia dai 45 minuti a un’ora e mezzo e i soccorritori, divisi in quattro squadre, stanno facendo i salti mortali per pompare aria fresca verso le gallerie situate in profondità, dove come non bastasse, continui black-out rendono difficoltosa ogni operazione. Parecchi di essi sono già stati ricoverati per le ferite riportate nell’operazione.
Ad annunciare la sciagura è stato il ministro dell’Energia turco Taner Yildiz, il quale ha spiegato che l’incidente sarebbe avvenuto durante il cambio turno dei minatori, a causa di un guasto del trasformatore elettrico, a due km di profondità. In pochi minuti le gallerie sono state invase da dense colonne di fiamme e fuoco e il dramma ha avuto inizio.
A Soma si è recato il premier turco Tayyp Recep Erdogan ,che dopo aver annullato la visita in Albania e aver visto con i propri occhi la scena devastante ha dichiarato “stiamo andando verso il peggiore disastro mai avvenuto in una miniera in Turchia”.
Intanto davanti ai cancelli della miniera si è creata una cordata di parenti delle vittime, che attendono in fibrillazione di recuperare i loro cari e il governo ha già dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
Fra coloro che hanno manifestato vicinanza al popolo turco, anche Papa Francesco, che nell’udienza di mercoledì ha fatto un appello assai sentito “Vi invito a pregare per i minatori che ieri sono morti e per quanti si trovano ancora intrappolati nelle gallerie. Il Signore accolga i defunti nella sua casa e dia conforto ai loro familiari”.
L’incidente purtroppo ha visto i materializzare le riserve espresse qualche settimana fa dal principale partito di opposizione, il Chp di Kemal Kilicdaroglu, che aveva chiesto un’inchiesta parlamentare sulla sicurezza nella miniera di Soma. Da tempo infatti le miniere turche sono monitorate a causa delle precarie condizioni. Ricordiamo a tal punto che solo nel 2013 sono morti ben 93 minatori e che lo scorso novembre 300 minatori si erano rinchiusi nella miniera di Zanguldak, nella regione del Mar Nero dove nel 1992 erano morti 163 lavoratori a seguito appunto di un’esplosione. La proposta dell’opposizione, nonostante i dati allarmanti alle mani è stata bocciata dalla maggioranza assoluta Akp.
Oggi abbiamo assistito all’ennesima tragedia in cui dei lavoratori hanno perso la vita e non sarà di certo l’ultima. Cosa bisogna aspettare perché un paese civile o presunto tale, attui almeno delle elementari disposizioni di sicurezza?
di Simona Mazza
foto: blogo.it
Scrivi