TV e quarantena. Anche la televisione si adatta alla pandemia

In queste settimane, per ovvi motivi, la televisione sta svolgendo per la maggior parte degli italiani un ruolo ancora più importante del solito. Il media elettronico per eccellenza, nell’attuale situazione di parziale quarantena, è stato investito dagli italiani del ruolo di principale fonte di informazione sugli sviluppi dell’emergenza Coronavirus, ricevendo anche l’attenzione di chi normalmente preferisce cogliere l’attualità attraverso altri canali.

La TV pubblica, così come i suoi principali competitor privati, si sta trovando perciò nella condizione di dover mettere il sistema generalista al servizio di questo particolare momento storico, con tutto ciò che ne consegue in termini di scelte editoriali e di palinsesto.

L’intrattenimento lascia il posto all’informazione

Soffermandoci in particolare su Rai e Mediaset, osserviamo come sia stata notevolmente rafforzata l’offerta di programmi e contenitori d’informazione, all’interno dei quali si forniscono notizie in tempo reale avvalendosi degli inviati dislocati lungo tutto il Paese per raccontare in dettaglio la situazione di ogni zona.

La presenza in studio di esperti, rappresenta poi una grande fonte di interesse da parte dei cittadini. Consigli e raccomandazioni che giungono direttamente da autorevoli professionisti in campo medico, generano maggiore attenzione da parte del pubblico e portano così avanti quell’idea di televisione come “servizio pubblico”, decisamente importante in questo periodo.

A tal proposito si è dovuto anche sottrarre spazio alla programmazione legata all’intrattenimento. Se si osserva da un lato la forte esigenza di dare notizie in maniera immediata e dall’altro la difficoltà attuale nel trattare tematiche totalmente svincolate dal contesto del virus, ecco che si può già avere un quadro del perché le principali reti generaliste stiano modificando il proprio palinsesto, nonostante gli ottimi ascolti di molti dei format che sono stati (per il momento) cancellati.

La partecipazione attiva del cittadino-telespettatore

Un altro elemento interessante. Molte trasmissioni stanno ricorrendo in grandi dosi agli interventi del pubblico da casa, attraverso collegamenti video, telefonate, messaggi vocali, o post presenti sui social network. In questo modo in primis il cittadino ha la possibilità di chiedere in maniera diretta, agli esperti, spiegazioni e chiarimenti sulle norme ed i comportamenti da tenere per evitare la diffusione del contagio, oltre che confrontarsi relativamente ad informazioni (in molti casi fake news) trovate in rete. Allo stesso modo la partecipazione attiva degli italiani all’interno dei format, sta permettendo di raccogliere testimonianze da tutto il Paese relativamente alla vita quotidiana nelle città ed ai risvolti sociali ed umani che ognuno sta riscontrando in questo contesto.

 Anche questa condivisione, tramite la televisione, di esperienze e modi di vivere, può essere un ulteriore fattore in grado di unire la popolazione e di conoscere storie talvolta simili alle nostre, così come di osservare per un momento la situazione dal punto di vista di chi si sta occupando ogni giorno in prima persona dell’emergenza, grazie alle testimonianze che giungono nelle trasmissioni da medici, infermieri e volontari.

La televisione italiana esempio per le emittenti straniere nel racconto dell’emergenza

Come sappiamo, l’Italia è al momento il Paese europeo dove l’emergenza Coronavirus ha assunto proporzioni maggiori. Lo scenario sta però via via peggiorando anche nelle altre zone del vecchio continente, con i vari Stati che stanno mettendo in atto misure simili a quelle già da tempo decretate dal nostro Governo. Anche per quanto riguarda il sistema dei media quindi, i broadcaster stranieri dovranno modificare alcune loro scelte.

In effetti, in un’intervista concessa in questi giorni ad Unomattina, il presidente della Rai, Marcello Foa, ha raccontato di come le emittenti di altri Paesi europei stiano fortemente apprezzando il lavoro svolto dalla TV pubblica italiana in questo particolare contesto e di come, addirittura, stiano chiedendo consigli e spunti su come replicare tale modello nel loro sistema televisivo.

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