Strepitosa. No, non si tratta della morigeratezza di Silvio Berlusconi, né dell’eleganza di Beppe Grillo; tantomeno, direi, dell’espressività di Mario Monti: di tutte queste cose abbiamo già sentito parlare, più o meno. A far paura, piuttosto, è la media con cui gli utenti di Twitter, il popolarissimo social-network lanciato nel 2006 a San Francisco da Jack Dorsey, cinguettano ogni secondo: 12,7 tweet.
Già nel 2010 il servizio di microblogging aveva fatto registrare 200 milioni di utilizzatori; ora gli utenti sono arrivati a quota 500 milioni, e sembra che i risultati più affascinanti siano tutti da arrivare. Inizialmente – gli amanti del social lo ricorderanno – Twitter era stato oggetto di critiche per l’incapacità di controllare una grande mole di utenti in visita (data l’inaspettata popolarità) che aveva portato ad un rallentamento del sistema. A dispetto di tali presunte difficoltà iniziali, in settimana è stata annunciata Vide, l’App video ufficiale, attraverso cui gli utenti potranno condividere più velocemente i contenuti multimediali, che appariranno come piccole GIF in movimento. Altri parlano della possibilità di svincolarsi dal limite dei centoquaranta caratteri, anche se – per il momento – sono solo voci.
La notizia più in luce, tuttavia, è ben altra. Il Financial Times annuncia che il colosso americano dell’investimento BlackRock è intenzionato a rilevare le quote dei soci (che sono anche i dipendenti) di Twitter per 80 milioni di dollari. Il social-network cinguettante ha raggiunto, anche grazie alla suddetta decisione, una valutazione pari a 9 miliardi di dollari. Dal FT: «The $9bn valuation agreed by Twitter and BlackRock is below that agreed in two smaller, secondary transactions completed late last year, which priced the messaging service at $10bn-$11bn», la valutazione di 9 miliardi di dollari concordata da Twitter e BlackRock è al di sotto di quella convenuta in due più piccole e secondarie transazioni completate alla fine dello scorso anno, che valutarono il servizio di messagistica a 10-11 miliardi di dollari. Un bel salto in avanti, se pensiamo che poco più di un anno fa la valutazione era al di sotto degli 8 miliardi (in termini assoluti, comunque, un credito enorme).
Si tratta di un progresso importante anche e soprattutto in relazione al brutto momento in cui riversa la Silicon Valley. Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, allo scadere del 2013, quando Twitter aggiungerà presumibilmente un altro miliardo ai suoi ricavi, verrà presentata la documentazione per la quotazione in borsa. Come dicevamo, ma con un’impronta più inglese, the best hasyet to come.
di Andrea Capati
Foto: twitter.com
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