Giovedì sera il volo Mh17 (Boeing 777) della Malaysia Airlines, partito verso mezzanotte da Amsterdam e destinato a Kuala Lumpur, è stato abbattuto da un missile lanciato a Torez, nella zona di confine tra Russia e Ucraina, durante uno scontro tra Kiev, ribelli filorussi e Mosca.
Nel disastro hanno perso la vita 295 persone, tra cui 80 bambini. La Farnesina si sta attivando per scoprire se ci sono italiani.
Intanto è stata immediatamente aperta un’inchiesta, nella quale parteciperanno periti della Malesia, in quanto paese della compagnia di bandiera; Usa, paese costruttore del Boeing; Olanda, paese con il più alto numero di morti; Gran Bretagna per la manifattura dei motori e per finire Eurocontrol ed Easa (organizzazioni per il controllo della sicurezza del traffico aereo).
Per consentire il normale svolgimento delle indagini i ribelli consentiranno l’accesso nella zona del disastro (circa 30km da Donetsk) ai funzionari dell’Osce, dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile e agli inquirenti ucraini.
Appare dunque evidente che sia l’esercito ucraino, sia i ribelli filorussi abbiano in dotazioni una piattaforma di missili terra-aria (di tecnologia russa) Buk, in grado di abbattere anche velivoli di linea.
Nel gioco di accuse, Mosca ha smentito di aver fornito Buk ai ribelli, mentre l’autoproclamato premier della Repubblica Popolare di Donetsk, Alexandre Borodai, ha accusato Kiev. Nei giorni scorsi proprio i filorussi avevano abbattuto un jet ucraino e a giugno Kiev aveva denunciato il furto di missili Buk ad opera dei separatisti.
Il presidente ucraino Poroshenko ha parlato ieri sera di “atto terroristico”.
Ecco l’elenco delle nazionalità dei passeggeri fornito dalla Malaysia Airlines precipitato in Ucraina:
173 passeggeri olandesi (uno con nazionalità italiana) e 44 malesi (tra loro i 15 membri dell’equipaggio e due “infant” vale a dire bambini con meno di due anni), 27 australiani (ma probabilmente saranno un centinaio), 12 indonesiani (fra cui un “infant”), nove britannici, quattro tedeschi, quattro belgi, tre filippini, un canadese e un neozelandese. Per il momento non è stato possibile confermare la nazionalità di altre 41 persone.
.
Il folto gruppo di australiani avrebbe dovuto partecipare alla 20esima Conferenza internazionale sull’Aids che inizierà domenica a Melbourne, in Australia, incluso l’ex presidente della Società internazionale sull’Aids, Joep Lange, un noto ricercatore olandese.
.
di Simona Mazza
.
Scrivi