Un ricordo di Fabrizio Frizzi, l’amicizia più pura che si possa immaginare

“Ciao dolce amico, ti porterò  nel mio cuore e sarai nel cuore di quelli che ti hanno conosciuto e amato come me”. Questo scrive il professor Ivo Pulcini.

Io cosa posso aggiungere?

Caro Fabrizio, ti conosco da trent’anni; ho avuto il privilegio di “metterti le mani addosso”, avendo curato a lungo il tuo look dietro le quinte. Dai su, che fai, ridi di me? Ah, la potenza del tuo sorriso, anzi, della tua sonora risata, quella di cui tutti parlano!

E’ come se fossi ancora qui, in questo momento. Sì, ti sei appena messo nelle mie mani, ti sei affidato alle mie forbici affilatissime, ti stai lasciando toccare la testa, sei completamente rilassato. Dai, che ora ti taglio un po’ di riccioli; poi facciamo allungare le basette, quel tanto per rendere il tuo look giovane giovane …

E parliamo, come sempre facevamo.

Fabrizio Frizzi con Adelfia Franchi

Ricordi quando a Salsomaggiore facevi cantare tutti quelli che incontravi per strada? Loro pensavano scherzassi, invece registravi la sigla di Miss Italia!

Le idee non ti mancavano, eppure eri sempre pronto ad accettare quelle degli altri. Ne realizzasti anche una mia. “Matta come un cavallo”, mi dicevi. E giù a ridere …

La mia idea fu quella di far cantare noi parrucchieri, visto che eravamo sempre dove eri tu e, dove si trovava una telecamera. E fu un’idea che ti piacque. Mi dicesti: “Bisognerebbe trovare anche uno che sappia cantare bene, però”. Io ti proposi Jamba Capolongo, un ragazzo di Grosseto con una gran voce che oggi è un cantante affermato. E tu: “Allora chiama ‘sto ragazzo, dai!”. Sempre meravigliosamente possibilista ed entusiasta con chiunque, in amicizia, ti esponesse un’idea, costruisse progetti. Jamba prese il treno con il suo bagaglio di emozione e, quando ci raggiunse, tutti a cantare a squarciagola la sigla. Vicino a te, chiunque diventava cantante, chiunque diventava bravo.

Lo so che stai sorridendo, lo so che mi stai prendendo in giro, lo so che sei volato via ma, io non mi arrendo, come mi hai sempre consigliato di fare: “Non ti arrendere, non darla vinta a nessuno”. Ok, non mi arrendo, non la do vinta a nessuno, nemmeno a te che te ne sei andato, nemmeno alla morte che ti ha portato via. No, non la do vinta a nessuno e ti vedo ancora qui. Mi stai salutando e, come sempre facevi, mi stai dicendo “abbraccia tuo figlio per me”.

Ho pubblicato alcune foto, hai visto? Alcune scattate dietro le quinte, a Salsomaggiore; altre, le più belle, scattate nel mio salone, con la macchinetta usa e getta di Paolo. Fosti sorpreso che io non avessi neanche una foto di vip sulle pareti e rimediammo quel giorno stesso. Sono foto che trasmettono amore, stima e ironia, valori che fanno la differenza; le stesse sensazioni per cui le persone ricordano il tuo sorriso.

Ecco mi giunge di nuovo la potenza della tua risata, che è  la somma di tutto questo. Di risate finte ce ne sono molte, in giro, ma non lasciano segno. Oggi, invece, l’Italia intera piange ricordando la tua e lo fa perché era vera, come te; era l’espressione dei tuoi valori. La mia amica Roberta Viola dice ” dolcezza infinita, il tuo sorriso”.

Vero. Dolcezza e tolleranza, tolleranza per quelli che non sempre ti hanno rispettato. Ce ne sono stati, lo so. Ce ne sono stati anche nella mia vita. Spesso ho preso esempio da te, ma non sempre purtroppo Tutte quelle volte che ho spaccato il mondo … se avessi più  spesso fatto mia la tua tolleranza, avrei evitato un sacco di guai.

E’ un tutto “meraviglioso” quello che sei riuscito a vedere negli altri, che hai trasmesso loro, un dono per il quale sei stato amato anche da chi non ha mai avuto il privilegio di conoscerti. Hai tolto la solitudine dai cuori, sei entrato materialmente nelle vite delle persone al punto che tutti, anche gli estranei, hanno provato familiarità, hanno nutrito per te i sentimenti che usualmente si condividono con gli amici.

Scusami se te lo chiedo, ma io, ora, la sera, con chi riderò? Mi sentirò  un pochino sola senza di te. Lo sai, vero? Come dici? Mi stai prendendo in giro, come al solito, facendomi coraggio; stai cercando di distrarmi dal pianto lodando il mio lavoro, con la frase che ripetevi sempre: “Ma quanto sei brava!”. Se mi concentro, sento la tua voce, le tue battute. Devo continuare a farlo. Forse, così, mi sentirò meno sola, come meno sole saranno tutte le persone che ti amano e che, ogni sera, accendendo  la TV, ti penseranno, sentendo nel cuore la tua risata.

Ciao Fabrizio.

La tua amica Ady

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