Un salto nel 1988 con Sade e il suo “Stronger Than Pride”

un salto

Dopo aver stupito nei primi anni ‘80 con gli album “Diamond Life”(1984) e “Promise”(1985), per aver portato una ventata di eleganza sonora in un decennio caratterizzato dalla new-wave elettronica, Sade Adu e il suo gruppo tornavano ancora in gran spolvero con un altro album altrettanto pregevole, intitolato “Stronger Than Pride”(1988). Se l’esordio del 1984 stupiva per l’effetto sorpresa, oltre che per arrangiamenti sopraffini e di grande suggestione, in questo terzo lavoro, la cantante anglo-nigeriana conferisce al suo stile un tocco di maggiore varietà sonora, grazie a soluzioni armoniche inedite e sorprendenti.

Basta lasciarsi catturare dall’ascolto della traccia iniziale “Love Is Stronger Than Pride”, con le sue atmosfere etno-tribali ed esotiche, oppure dal soft-funk di pezzi come “Paradise” e “Nothing Can Come Between Us”, per rendersi conto delle ambizioni di questo lavoro. Ottime anche le atmosfere latin-jazz di “Haunt Me” e la densa e ipnotica “Turn My Back On You”, con un arrangiamento e un groove scarni e minimali caratterizzati da basso e batteria in primo piano, quasi come una sorta di “proto chill-out”. Ottime anche “Keep Looking”, l’accorata “I Never Thought I’d See The Day” e lo strumentale finale jazz-fusion “Siempre Hay Esperanza”, con il sax sensuale di Stuart Matthewman.

“Stronger Than Pride” trae linfa anche dalla voce di Sade Adu, una vocalità seducente, magnetica ed eterea, oltre che dotata di  controllo e grande profondità emotiva. Anche i suoi musicisti fanno la differenza, in quanto il suono della band qui aggiunge sfumature sonore più ampie, nonostante le coordinate sonore siano sempre quelle del soul, dello smooth-jazz, dell’R&B e del funk più ovattato.

Registrato tra le Bahamas e la Francia, l’album verrà inserito, nel 2018, alla trentasettesima posizione tra i 200 migliori album degli anni ‘80 dalla rivista Pitchfork, e avrà anche grande successo di vendite in diversi stati europei, raggiungendo  il primo posto in Italia, oltre che la terza posizione negli Stati Uniti nella classifica degli album soul/R&B/hip-hop. In più otterrà anche certificazioni multi-platino, riuscendo a superare nelle vendite anche il debutto “Diamond Life”.

Dopo “Stronger Than Pride” Sade Adu tornerà ,nel 1992, con l’altrettanto sublime “Love Deluxe”, per poi diradare le uscite dando alle stampe nel 2000 “Lovers Rock”(contenente il super-singolo “By Your Side”) e nel 2010 “Soldier Of Love”, finora suo ultimo lavoro in studio. Caratterizzati da suoni contemporanei urban anni ‘90 e ‘2000, questi lavori rendono lo stile di Sade Adu appetibile anche agli appassionati del neo-soul di artisti come Maxwell (con lui infatti collaborerà Stuart Matthewman), Erykah Badu, Amel Larrieux, tra gli altri. Segno di come il sound sofisticato e allo stesso tempo ricco di anima e calore dell’artista anglo-nigeriana ancora si dimostri attuale e in grado di essere influente.

E “Stronger Than Pride”, del quale abbiamo parlato oggi, rappresenta questa evoluzione dello stile di Sade Adu e della sua band, con un suono che diventa meno jazzato dei precedenti due album, a favore di un’atmosfera a tratti new-age, eterea ed evocativa, in un’epoca come gli anni ‘80 in cui ad andare forte erano sintetizzatori e drum-machine. Gli album degli Sade sono tutti lavori che meritano un posto di rilievo in ogni collezione di musica che si rispetti e “Stronger Than Pride”, come i due che lo precedono, possono essere un ottimo punto di partenza per i neofiti e le nuove generazioni desiderose di conoscere vera musica e andare alle radici del contemporary R&B e del neo-soul.

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