Usa 2020. Vince ancora Joe Biden ma sulle Primarie del Pd aleggia lo spettro del Coronavirus

Joe Biden ha vinto nella maggioranza degli Stati in cui si è votato martedi 10 marzo per le Primarie del Partito democratico. Importante è stata la sua vittoria nel Mississippi con l’80% dei voti a suo favore.

Bernie Sanders non riesce a fare il grande salto, anche se mantiene il secondo posto dietro lo stesso Biden. Perde nettamente la Elizabeth Warren, ormai esclusa dalla corsa alla nomination.

Ma il vero problema è che sulle Primarie Democratiche, e non solo, anche Donald Trump ne parla, aleggia lo spettro del Coronavirus (COVID-19).

La paura del contagio ha costretto i candidati a cancellare i raduni con i propri sostenitori, e ora sta cambiando le modalità del dibattito tra Joe Biden e Bernie Sanders previsto a Phoenix (Arizona) domenica 15 Marzo.

Il comunicato del Comitato Nazionale Democratico (DNC)

“Su richiesta di entrambi responsabili delle campagne elettorali, e per un’abbondanza di cautele, non ci sarà pubblico dal vivo al dibattito in Arizona che si svolgerà domenica 15 marzo”, ha detto Xochitl Hinojosa, direttore delle comunicazioni del Comitato Nazionale Democratico,

 Una misura preventiva, continua il comunicato, che punta alla sicurezza di tutto il  personale, che lavora per le campagne dei due candidati, di tutti coloro che sono coinvolti nel dibattito.

Anche la CNN, ha annunciato che non non sarebbe stato organizzato un centro stampa per i giornalisti, e nessuna “spin room” per le analisi post-dibattito.

L’assenza del pubblico,  avrà sicuramente un impatto importante sui toni e sulle modalità di comunicazione dei candidati.

Il prossimo dibattito sarebbe stato molto diverso dai precedenti, con la presenza di soli due candidati, a differenza di quelli passati che hanno visto partecipare fino a dieci candidati, tutti alla ricerca di raccogliere pareri favorevoli.

In USA, il pubblico è sempre stato  considerato un elemento fondamentale nei confronti politici. In queste Primarie i candidati hanno fatto appello alla folla e sono stati interrotti da applausi o fischi, e i moderatori hanno faticato non poco per riportare le discussioni nei giusti binari.

I candidati, inoltre, usano i loro migliori sostenitori per parlare con i giornalisti. In termine teatrale una ottima “claque” sia all’interno che all’esterno.

Ridurre i contatti è un problema non da poco, visto che, per il tipo di campagna  elettorale di stampo statunitense, l’incontro con i propri sostenitori, girare per le strade, stringere migliaia di mani, partecipare ai talk show è fondamentale. Un contatto considerato, nonostante tutto, più utile dei social network.

Da capire quindi se le campagne elettorali impiegheranno nuove strategie per diffondere i loro messaggi e quanto un sistema televisivo asettico riuscirà a sopperire i dibattiti con la presenza del pubblico.

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