Oggi vi parliamo di luoghi poco noti o fuori dai tradizionali circuiti turistici maggiori ma altrettanto interessanti e godibili; meno affollati o conosciuti di tanti altri ma sicuramente appetibili per chi preferisce posti “alternativi”, con la descrizione delle peculiarità artistiche, paesaggistiche, storiche, culinarie con, a volte, anche un pizzico di mistero per leggende o tradizioni locali molto intriganti.
Esistono da anni numerosi conventi, gestiti da religiosi, sacerdoti, frati, suore che, sempre meno frequentati da chi li ha custoditi, protetti ed abbelliti per secoli, che rischiano di essere abbandonati o ben poco utilizzati per la diminuzione ormai cronica delle vocazioni. Allora si preferisce aprirli ad un pubblico selezionato, dandoli in autogestione, ovvero permettendo non solo di visitarli ma di utilizzarli come una sorta di albergo dove si può mangiare e dormire.
Le prerogative che vengono richieste sono di far parte di gruppi religiosi, oratori, catechesi, di preghiera, scout, associazioni culturali, gruppi di diversamente abili con accompagnatori, scuole, centri anziani o proloco. Al responsabile della struttura conventuale va fatta una richiesta, quasi sempre scritta, presentando le proprie finalità (educative o religiose) e facendosi accompagnare da una lettera del proprio parroco o ben argomentando, se laici, le considerazioni o le necessità di avere un luogo dove fare attività educative. Sono sparsi sul territorio nazionale e ne suggeriremo alcuni.
In questo articolo ci soffermeremo sul convento dei Padri Passionisti di Monte Argentario ma altri, altrettanto suggestivi e caratteristici sono quello delle suore di Citerna, la struttura di Trevi in Umbria, i Gesuiti a Calascio (Abruzzo), le Suore dell’Istituto S.Giuseppe di Ceprano, il convento ad Amelia e quello di San Valentino a Poggio Mirteto. Di tutti questi abbiamo ottime referenze per pulizia, accoglienza, spazi verdi, luoghi al coperto molto vasti capaci di ospitare anche gruppi di 30, 40 o 50 persone.
Il costo varia da convento a convento: dai 12 ai 20 euro a notte. Ben poco considerando quello che viene offerto. Innanzi tutto la struttura viene data in affidamento ai gruppi senza che vi siano compresenze dei religiosi del posto, e quindi in autogestione. Questo significa l’uso delle cucine, delle attrezzature relative, dei refettori, delle camere o delle camerate, dei refettori, dei bagni e di meravigliosi spazi pregni di opere d’arte o di boschi o parchi annessi alla struttura.
Gli obblighi, ben comprensibili, sono il rispetto delle strutture, l’uso discreto di ogni spazio, il silenzio. E’ ovvio che per gruppi di 30 o più persone il silenzio non sarà d’oro ma solo il riguardo di non fare musica, canti o rumori dopo una certa ora della notte, come, d’altra parte, è richiesto in ogni struttura ricettiva. Ma questi piccoli limiti sono nulla rispetto alle bellezze dei posti che vi si offriranno, sia per le architetture (spesso del 1500 o comunque molto antiche) sia per i parchi immersi nella pace e nel verde.
Le foto allegate all’articolo mostrano il Convento sul Monte Argentario con i suoi affacci sul mare e sul verde, o gli spazi enormi dei refettori e le sistemazioni notturne in camere confortevoli, alcune con bagno annesso. Le cucine sono industriali, ben attrezzata per i pasti di numerose comunità.
Vi consigliamo, dopo aver contattato le strutture, una visita di persona onde rendersi conto dei posti letto e di quello che occorre per una piacevole vacanza studio o di preghiera.
Da quando avvenne il naufragio della Concordia, alcune persone che hanno frequentato il convento dei Padri Passionisti sul Monte Argentario affermano di vedere di notte, affacciandosi all’ampio piazzale dinanzi la struttura che dà sul mare, dei fuochi fatui che brillano e si muovono lentamente sul pelo dell’acqua. Asseriscono trattarsi delle anime dei poveri morti che rimasero per tanto tempo prigionieri nelle cabine prima che la nave venisse recuperata.
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