Roma. Papa Francesco, in linea con i suoi predecessori ha “dimenticato” che esattamente 31 anni fa, veniva sequestrata la giovane cittadina vaticana, Emanuela Orlandi.
Così al termine dell’Angelus domenicale, gli applausi dei fedeli sono stati sommersi dal coro unanime proveniente dagli oltre cinquanta sostenitori della famiglia Orlandi, presenti per “non dimenticare” mai.
Abbiamo seguito l’evento a fianco di Pietro Orlandi e del folto gruppo di seguaci che hanno aderito alla petizione “petizione.emanuelaorlandi@llibero.it” (ha come obiettivo quello di chiedere l’apertura di un’inchiesta interna al Vaticano).
Nei giorni scorsi gli attivisti hanno provveduto ad affiggere manifesti con la foto di Emanuela Orlandi in tutti i quartieri della Capitale, invitando i cittadini a partecipare alla marcia pacifica con partenza Castel S.Angelo e arrivo a S.Pietro.
Sui manifesti, oltre alla foto della ragazza si legge a caratteri cubitali “31 anni di omertà”- ed ancora “ La Verità è tanto più difficile da dire quanto più a lungo si è taciuta, ma è sacra e va onorata, qualunque essa sia. Ostacolare la giustizia ed occultare la Verità è vergognoso.” Infine l’appuntamento “ 22 giugno 2014 piazza S. Pietro. Nella speranza che Papa Francesco possa portare la luce in questo doloroso cammino verso la Verità, illuminando le coscienze di chi sa”.
Purtroppo, la speranza che Papa Francesco spendesse una parola di conforto per il dramma dei famigliari della giovane, si è spenta nel momento in cui sua Santità ha salutato tutti i gruppi presenti in piazza, fatta eccezione che per quello di Emanuela, nonostante l’obbligatoria comunicazione alle forze dell’ordine del Vaticano.
Ma ecco come si è svolta la mattinata.
Ore 10,30
Nell’assolatissima Piazza di Castel S.Angelo, Pietro Orlandi coordina i gli attivisti e risponde alle domande dei cronisti, una su tutte quella relativa al Segreto di Stato sul caso Orlandi “Segreto di Stato?” risponde Pietro “ Negare qualcosa ai fedeli è una cosa grave.
Sono anni che non sappiamo se Emanuela è viva, se è morta: ci aspettiamo una spiegazione o almeno il conforto di una parola. Abbiamo fatto tante richieste ma non c’è mai stata data alcuna risposta. Per carità, io non sono nessuno ma il segreto vaticano no. Emanuela è una ragazza scomparsa, una cittadina del vaticano”.
Ore 12
Dal balcone che si affaccia sul colonnato, il Papa dice “ bisogna amare chi ci vuole male”. Insomma bisogna rispondere al male con il bene. “Solo così” continua Francesco “anche la nostra vita diventa pane di vita eterna. Vivendo così, diventa una vera gioia ricambiare il grande dono che abbiamo ricevuto. La nostra vita si fa dono: a questo invita Gesù”. Poi prosegue “vorrei ricordare due cose: la misura dell’amore di Dio è amare senza misura. La seconda è che la nostra vita con l’amore di Gesù, ricevendo l’eucarestia, si fa dono. Come è stata la vita di Gesù”.
Al termine della breve omelia, Sua Santità ha poi declamato “ il 26 giugno ricorrerà la giornata delle Nazioni Unite per le vittime della tortura. In questa circostanza ribadisco la ferma condanna di ogni forma di tortura e invito tutti a cristiani a impegnarsi per collaborare alla sua abolizione e sostenere le vittime e i loro familiari.”
Francesco insiste ancora” Torturare è un peccato mortale!”.
Proprio questa frase accende per un attimo la speranza negli animi di chi vorrebbe sentir pronunciare il nome di Emanuela. Ma ben presto la speranza si trasforma in cocente delusione, quando il Papa elenca i presenti in piazza ed estende i suoi saluti parziali.
“Rivolgo il mio saluto a tutti voi romani e pellegrini.”.
Francesco saluta gli studenti di una scuola cattolica, i fedeli della diocesi di Como e Ormea, il “ Coro della gioia” di Matera , i ragazzi del liceo Canova di Treviso, i ciclisti di Padova aderenti all’iniziativa “per vivere da campione “ e poi pronuncia “buona domenica”, mentre una raffica di urla provenienti dal basso, offusca la sua voce immersa nell’anomalo silenzio della Piazza.
Il coro grida “Emanuela, Emanuela!!”.
Poi diventa sempre più duro nei toni.
“Vergogna, vergogna” mentre il Papa continua a salutare. “Vergogna, assassini, mafiosi! Vergogna! Emanuela Orlandi è stata rapita! E’ una cittadina vaticana”.
Il Papa ignora tutto, anche gli ombrellini aperti dagli attivisti, su cui campeggia il nome della quindicenne rapita, così come i manifesti attaccati su tutta la piazza. Eppure dall’alto della sua postazione non può non aver visto.
In men che non si dica, si crea una calca di fedeli e curiosi, soprattutto stranieri, attorno agli attivisti di casa Orlandi.
Una turista americana vuole sapere chi è Emanuela e il perché della protesta, mentre un giovane seminarista argentino, che evidentemente conosce il caso, consiglia di scrivere alla nunziatura apostolica di Buenos Aires. “Lì”- sostiene il giovane “ bisogna appellarsi al vescovo Mario Poli, suo professore,e amico intimo di Papa Francesco”.
Effettivamente, Poli è stato designato vescovo di Buenos Aires proprio da Bergoglio. “Abbiate pazienza! Lui vi risponderà. E’ una brava persona.” Insiste l’argentino “Lui sa tutto quello che è successo in Argentina a circa 21 mila desaparecidos”.
Pietro intanto risponde alla stampa, mentre c’è chi gli chiede se anche il silenzio di Bergoglio sia una tortura. “Non cederemo di un centimetro” Risponde Orlandi. “ Il silenzio del Papa è stato ancora più pesante”.
Tra le domande rivolte a Pietro Orlandi, una su tutte è reiterata come un mantra. Quella relativa ai tre segreti che Calcara, il pentito di mafia caro al giudice Paolo Borsellino, intende rivelare a Bergoglio.
Di questi, infatti, uno riguarda appunto la sparizione della giovane vaticanista. Calcara narra di giri di cocaina, messe sataniche e orge all’interno delle mura leonine e sostiene che Emanuela, e non solo lei, sia stata una delle vittime sacrificali e sia sepolta nella basilica in un “tombone”.
Per quanto riguarda la posizione di Calcara, si evince una sostanziale divergenza di opinioni all’interno della famiglia Orlandi, così da una parte Natalina Orlandi, dipinge il collaboratore di giustizia come l’ennesimo personaggio che spunta a giugno per farsi pubblicità, mentre il fratello Pietro continua a prendere in considerazione le tesi dell’ex uomo di Cosa Nostra “ Assorbo tutte le teorie come una spugna. Non intendo abbandonarne neanche una: restano tutte verosimili” dice Pietro, insistendo sul fatto che “è necessario non scartare ogni ipotesi, perché in ognuna di esse, anche la più impensabile, si può nascondere la verità”.
Calcara è stato convocato dalla magistratura e in questi giorni probabilmente svelerà i nomi di due cardinali viventi, a conoscenza dei fatti. Nomi mai fatti prima in virtù di una promessa fatta ad una persona assai speciale che aveva a cuore la sua incolumità.
Certo è che presto Calcara riferirà anche sulla questione dei rituali e che le sue dichiarazione piomberanno come macigni . In merito alla forza di tali rivelazioni, Pietro Orlandi afferma “Puoi tradire i fedeli per gli scandali economici, politici, ma tradire dal punto di vista spirituale, no”.
Il perché si sia parlato pubblicamente della lettera di Calcara è da imputare invece al negazionismo vaticano.
Ritornando su Bergoglio, Pietro Orlandi ricorda che a distanza di dieci giorni dalla sua elezione, egli avrebbe affermato “ Emanuela sta in cielo”. “Speravo che oggi parlasse, ma ha perso l’ennesima occasione per ricordarla. Bastava poco per accennare, tipo “mi auguro di arrivare a scoprire la verità” anche perché proprio lui diceva “non lasciatevi rubare la speranza”. Io non mi la lascio rubare, però un aiuto….”
Pietro Orlandi, sempre più desolato, afferma poi ai cronisti “ Abbiamo chiesto l’ apertura di un’inchiesta interna, ma se non arriva risposta neanche dal punto di vista spirituale è grave: almeno una preghiera!”. Poi continua, parlando di Emanuela “ Sembra ci sia paura a fare questo nome. L’unico a pronunciarlo fu Giovanni Paolo II da Castel S. Angelo” (fece otto appelli subito dopo la sparizione).
Benedetto XVI invece non si è mai occupato di accennare pubblicamente la questione. Secondo Pietro Orlandi, pare sia stato consigliato a non farlo. “Poi sono loro che ti autorizzano a comportarti così”- commenta mestamente l’uomo, che non risparmia le stilettate neanche verso la tacita collusione dello Stato italiano, parlando addirittura di sudditanza “Sinceramente da parte italiana non c’è stato il minimo accenno a fare qualcosa”. “ L’ho vissuto anno per anno: noi indagavamo e dal Vaticano arrivavano pressioni per rallentare”.
Il fratello di Emanuela dichiara anche che tempo addietro il giudice Capaldo affermò pubblicamente che all’interno del Vaticano ci sono persone a conoscenza di certi segreti. “ L’ha detto pubblicamente”-insiste l’uomo “ non lo dico io ad un amico al bar”.
Senonché, il Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone avrebbe messo le mani avanti affermando che si tratterebbe di dichiarazioni esterne alla Procura. “Nessuno vuole accusare nessuno: ma Emanuela è una cittadina italiana e l’inchiesta è aperta da 31 anni. Bisogna chiarire questa storia”.
Pietro aggiunge che dietro la sparizione della sorella “ c’è un ricatto molto pesante e parla di segreti inconfessabili ”. “Non può essere che così: si trattava di una bambina di 15 anni.” Per lui in buona sostanza “Questa storia finirà quando finirà questo ricatto”.
“Il Papa”- ricorda Pietro Orlandi “Ha parlato di tortura. Poteva essere un momento importante per ricordare. Anche questa è una tortura psicologica nei nostri confronti”.
“Bastava una parola. La parola può non risolvere nulla, ma serve almeno a prendere coscienza”.
“Abbiamo fatto un a petizione per aprire l’inchiesta interna, ma non ce stata data alcuna notizia; l’abbiamo girato per conoscenza al Papa, ma nulla …da lassù non poteva non leggere il nome di Emanuela scritto sugli ombrellini. Con la sua spontaneità poteva dire una parola ,un saluto”.
Insiste ancora l’uomo “Sai quante persone si stanno allontanando da questa chiesa per il nostro fatto?”.
A conclusione, Pietro Orlandi dichiara con grande dignità “L’unica cosa che possono fare è tentare di farci dimenticare : io credo che non ci riusciranno mai”.
di Simona Mazza
Mam sny moze to schizofrenia , nie wiem..
Te zdjęcie jest na hali bardzo dużej zrobione , ciągle gdzieś uciekała potem ubikacji była i znikła..
Była z wózkiem na lodzie w białych butach pantoflach z siatką z przodu przed domem w bloku nie dużym białym po schodach ktoś wybiega,dwóch mężczyzn w dresach ortalionowym , wójek nie zabrał jej do domu do pociągu i odjechał
Ten dom kobieta ,pokój jakby poczekalnia łóżko jakieś dziecko małe , łóżeczko kobieta warkocze splecione gęste może ona albo ktoś bliski wózku coś chowane
Dom i potokach też domy ale ten dom blok był oddzielny okna otwarte było ciepło wtedy
Dużo mam do opisania ale też mogę się mylić ślad na nadgarstku prawej ręki blizny ta dziewczynka ma ..
Cara Anna sarebbe il caso che lei si presentasse e ci raccontasse meglio ciò che ha descritto. Contatti pure la redazione così magari le danno i miei riferimenti
Była z wujkiem na lodzie bo ją zabrał z domu na spacer gdy wracali ktoś wybiegał z domu dwóch mężczyzn wujek zakręcił zabrał dziewczynkę do pociągu miał białe buty z siateczką
Poprawiam napis u góry
Ostatnie zdjęcie było te co jest teraz pokazane ,,,
Mam sny które męczą mnie i chce o tym napisać może mam schizofrenie ale też można usunąć pamięć stylu głowy blizna powyżej ucha i też z tymi co się wychowała, te same blizny , pani w pociągu zwróciła kiedyś uwagę rodzicom co te dzieci przeszły strasznego to pamiętam ze snu dużo tego ale przepraszam ja jestem nikim ,pisze co śni mi się od lat a po 23 latach dowiedziałam się że jeden sen był prawdą i zmiana daty urodzenia dom gdzie to było w akta księgi zapisane
I kolor domu
To prawdą było więc kim jestem chyba nikim ale pisze bo może jestem nie normalna
Ludzie z Poznania mnie znajà nie wiedzą z kąt a ja ich ale policja kazała mi zapomnieć i nie drążyć tego z uśmieszkiem na twarzy ale ja czułam że jak zobaczyłam jedno zdjęcie łzy miałam w oczach na przesłuchaniu zamilkłam ..
A może jestem jebnięta