La pelletteria artigianale è da sempre uno dei capisaldi dell’economia e dell’estro italiano, in particolare fiorentino. In alcuni casi, quelle che un tempo nacquero come piccole pelletterie, oggi sono grandissime case di mode famosissime in tutto il mondo.
Il valore dei pellettieri
Ad aver portato così in alto il settore della pelletteria sono stati i suoi abili artigiani. Il genio e la scrupolosa conoscenza tecnica dei pellettieri hanno saputo trasformare semplici stralci di pelle in accessori unici e molto richiesti.
L’attenzione alle materie prime e ai piccoli dettagli insieme alla passione e alla creatività hanno dato vita a piccole opere d’arte resistenti al trascorrere del tempo. Indossare una di questi piccoli ornamenti, realizzati dalle sapienti mani artigiane, significa portare qualcosa di esclusivo e irripetibile.
La lavorazione artigianale dei pellettieri non può soddisfare un mercato di massa, come fa invece la produzione industriale. La sfida è creare qualcosa di meraviglioso, un pezzo unico, destinato a un cliente sensibile al bello e all’unicità. Un acquirente che saprà apprezzare sempre il valore di quel piccolo accessorio artigianale nato da un’idea artistica e prodotto con estrema cura e maestria.
Le fasi di lavorazione della pelletteria artigianale
Per arrivare ai prodotti finiti, prima si deve lavorare con attenzione alle diverse fasi di lavorazione della pelle.
Quest’ultima arriva nei magazzini dei pellettieri conservata sotto sale. Dunque, la prima cosa che gli artigiani devono fare è pulirla a fondo, mettendola in grandi contenitori a tenuta stagna pieni di acqua.
A questo punto, attraverso una serie di complessi procedimenti, le pelli vengono perfezionate e rifinite in modo da poter essere sottoposte a un trattamento al solfato di cromo. Alla fine di questo step, la pelle apparirà bagnata e di colore blu.
Successivamente si toglie l’acqua in eccesso e si procede con la rasatura, in modo da ottenere uno spessore equivalente su tutta la superficie. Infine, le pelli vengono tinte, asciugate all’aria e ultimate al fine di raggiungere l’aspetto desiderato.
Guccio Gucci e il successo della pelletteria artigianale
Guccio Gucci nasce nel 1881 a Firenze e ancora molto giovane segue la famiglia a Londra. Nella capitale britannica lavora come ascensorista presso l’Hotel Savoy. Grazie a questa esperienza entra in contatto con l’eleganza della nobiltà inglese, dalla quale prenderà ispirazione per le sue future creazioni.
Tornato in Italia, nel 1921 apre nella sua Firenze un piccolo negozio di valigeria e pelletteria artigianale in cui la sapienza artigiana fiorentina si mescolerà con la raffinatezza inglese. Il suo straordinario talento emerge fin da subito e in pochissimo tempo arriva ad avere un grandissimo successo. Le creazioni più amate sono borse, guanti, scarpe, bauli e cinture dedicate al mondo dell’ippica – da qui la famosissima icona a morsetto.
Durante l’autarchia, Guccio Gucci lavora con materiali nuovi come iuta, lino e canapa. Da qui nasce l’idea per creare il manico in canne della Borsa Bamboo, la cui forma ricorda quella di una sella. Negli anni Cinquanta, Gucci guarda ancora una volta al settore equestre dal quale questa volta trae gli iconici colori: il rosso e il verde – gli stessi del sottopancia della sella. In questo periodo apre negozi a Milano e New York.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1953 a Milano, saranno i figli a portare avanti l’attività fino agli inizi degli anni Novanta. Investcorp acquisterà tutte le quote Gucci che nel frattempo era divenuta nel 1982 una società per azioni.
Il tradizionale mocassino Gucci con il morsetto è entrato a far parte della collezione permanente dell’Istituto del Costume del Metropolitan Museum of Art di New York, permettendo alla pelletteria italiana di conquistare il suo posto nella storia mondiale.
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