Le maschere veneziane sono famose in tutto il mondo per essere simbolo di trasgressione e libertà, ma soprattutto del Carnevale e dell’artigianalità italiana.
Per la loro realizzazione si attinge sia a tecniche innovative, sia agli approcci utilizzati da arti e mestieri antichi, senza rinunciare mai a una buona dose di fantasia artistica. Pittura, scultura e decorazioni si uniscono per dare vita a maschere uniche, identificabili a tutti gli effetti come arte.
La storia delle maschere veneziane
Si fa risalire la nascita delle maschere di Venezia al 1268, anno in cui venne emanata una legge per limitarne il loro uso improprio.
I maschereri erano gli artigiani che le realizzavano e dal 1436 possedevano un loro statuto. La realizzazione delle maschere si era talmente intensificata che al 1773 si contavano a Venezia ben 12 botteghe specializzate.
La maschera veniva utilizzata anche in altre occasioni oltre a quella del Carnevale. Si indossava da Santo Stefano fino al Martedì Grasso; durante i quindici giorni dell’Ascensione e in alcuni casi speciali erano consentite fino a metà giugno. In occasione di banchetti o feste della Repubblica si potevano portare soltanto le maschere di Tabarro e Bauta.
Quali sono i materiali autentici
Tutte le autentiche maschere veneziane sono realizzate in cartapesta e create a mano da sapienti artigiani, mediante l’ausilio di stampi in gesso. In questo modo, ogni maschera risulterà essere un pezzo unico, un’opera dell’artista che l’ha realizzata.
I materiali che solitamente vengono utilizzati sono piume vere, stoffe preziose, foglie d’oro e/o d’argento e cristalli Swarovski.
Come si realizza una maschera
Per prima cosa, per realizzare un modello, si deve iniziare con lo scolpire la creta, dandogli l’immagine desiderata. Fatto questo, si passa ad amalgamare la polvere di gesso con l’acqua che poi si verserà all’interno della scultura. Trascorsi circa 90 minuti, il gesso si asciuga completamente. Il risultato è lo stampo della maschera.
A questo punto, si passa sullo stampo la vasellina e lo si riempie di più strati, almeno tre, di carta assorbente – cartalana -, tagliata a pezzettini e intinta in colla e acqua. L’unico strumento davvero indispensabile per questo lavoro sono le sapienti mani artigiane che devono eseguire questo passaggio alla perfezione.
Una volta che tutti gli strati di carta saranno asciutti – solitamente dopo un giorno – si uniranno in un unico oggetto: si può quindi estrarre la maschera grezza dal suo stampo. Si procede allora, aprendone gli occhi e passando più mani di tempera bianca acrilica.
L’ultimo passaggio consiste nella decorazione della maschera: non ci sono limiti alla fantasia e alla creatività dell’artigiano. Il risultato finale deve essere un’opera d’arte in grado di trasmettere emozioni e pensieri, ma anche la misteriosa e intrigante storia del suo celebre Carnevale.
Foto di Serge WOLFGANG da Pixabay
[…] valorizzare la gestualità del corpo dell’attore e a rendere più udibili i dialoghi. A Roma l’uso delle maschere giunse con l’Atellana nel III secolo a.C. Si trattava di uno spettacolo giocoso portato dal […]