La sartoria artigianale ha fatto del made in Italy l’emblema dell’eleganza e della qualità nel mondo. Ma esistono ancora sarti che producono i loro capi artigianalmente? Purtroppo, la realizzazione di un abito interamente a mano sta andando sempre più a scemare, tanto che la si può rintracciare quasi esclusivamente o in piccoli negozi o nell’altissima moda.
I sarti di ieri
Un tempo i ragazzi delle famiglie meno ricche sceglievano una bottega dove poter imparare un mestiere. I giovani – anche detti garzoni – apprendevano tutti i segreti e le vecchie tradizioni dal maestro che aveva moltissima sapienza da tramandare.
Le prime cose che venivano insegnate erano infilare gli aghi e fare i cosiddetti punti lenti, per mezzo dei quali i giovani prendevano confidenza con gli strumenti del mestiere. Si iniziava a cucire sul serio solamente dopo molti anni di apprendistato.
Oggi purtroppo sono sempre meno i sarti e le sarte disposti a insegnare questa antica arte ai giovani. Nonostante questo, i ragazzi hanno a disposizione moltissime altre strade per intraprendere questo affascinante e raffinato mestiere.
Per essere sarti oggi
Oltre all’esperienza sul campo, una prima strada da percorrere è quella di un corso di formazione pubblico di istruzione superiore quinquennale nel settore tecnologico ad indirizzo Moda degli istituti tecnici oppure di uno degli Istituti Professionali.
Altra via, per chi non ha portato a termine gli studi, sono i corsi di formazione gratuiti erogati dalle diverse Regioni.
Chi invece possiede un diploma di maturità ha un’importante opportunità, ovvero quella di poter frequentare gli Istituti Tecnici superiori di durata triennale. Questi corsi sono una sorta di alternativa al percorso universitario e permettono un vero e proprio ingresso nell’universo della sartoria italiana.
Vi sono poi tutte le Accademie che erogano lezioni private a pagamento con una durata variabile dai tre ai cinque anni. Le figure che escono da questo percorso sono di altissimo livello – stilisti, designer, esperti di moda, etc.
La storia di Francesco Amico, il sarto delle stelle come testimone per il futuro
Francesco Amico, anche detto Franco, nasce ad Amantea il 18 luglio 1939. Dopo un primo periodo di apprendistato presso una falegnameria del posto, si avvicinò al mondo della sartoria grazie ai preziosi insegnamenti di mastro Francesco Pagliaro. Ancora molto giovane si trasferì a Roma insieme al fratello Rocco dove divenne garzone in una frutteria.
La sua vita cambiò un giorno per caso, quando un tale in strada lo sentì parlare in dialetto con il fratello. Lo sconosciuto era un amanteano con una profonda nostalgia per la sua Terra e proprietario di una sartoria in Via Nizza. Saputo del passato di Franco come apprendista in questo campo, lo invitò a lavorare per lui.
Alcuni anni dopo, insieme al fratello Salvatore che si era specializzato in alta moda, aprirono una loro sartoria a Piazzale Clodio. A causa di un tragico errore medico, nel 1968 venne a mancare il fratello Salvatore e Franco, distrutto per la perdita, chiuse il negozio.
Negli anni successivi lavorò per la ditta Beltrami di Trieste in Via Barberini, in seguito per la Eddy Monetti in Via dei Condotti e, infine, per la Polidori, una casa di altissima moda.
Nel 1994 vinse il premio “L’ago e il ditale d’oro” di Via Condotti, come riconoscimento del suo valore in questo mestiere.
Per via della sua raffinatissima arte, fu sempre ambito da molte delle grandi firme. Solo a seguito della chiusura della ditta Polidori, a cui era estremamente affezionato, decise di portare tutte le sue conoscenze alla firma Emporio Armani, in Via del Babuino.
La storia di Franco è una bellissima testimonianza di come le vecchie arti siano tutt’ora ricercate in una società iper-moderna e dedita alla serializzazione come la nostra. È un invito per tutti i giovani con questa passione a buttarsi in tale avventura, affinché l’originalità e l’eleganza della sartoria italiana non muoiano mai.
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