L’artigianato ha fatto grande il nostro Paese rendendo il Made in Italy famoso in tutto il mondo e sinonimo di garanzia e autenticità. Esso fa parte della nostra storia e ci porta ad apprezzare, sempre più, l’artigianato degli altri Paesi, spesso anche molto lontani.
La globalizzazione, quindi, non ha portato solo all’omologazione dei consumi, ma ha aperto anche gli occhi sulle tante realtà locali che non sono morte, ma sono più vive che mai. Ha fatto anche molto di più spostando l’unità di misura della vita quotidiana sulla qualità.
È affascinante vedere come un uomo dal nulla sappia creare un’opera d’arte. Tutto viene tramandato – ci sono pochissime scuole – si può apprendere solamente osservando il lavoro delle esperte mani artigiane. Se non lo si impara da esse tutte quelle antiche conoscenze rischiano di andare perdute. È anche questo aspetto che rende l’artigianato così coinvolgente.
La chiave della resilienza e della rinascita dell’artigianato risiede, dunque, nella scelta di un prodotto migliore, unico ed emozionante.
È di tali tematiche – e di molte altre – che ci occuperemo in questa rubrica. La scoperta degli antichi mestieri e della loro arte ai tempi della nostra società contemporanea.
Attraverso i vari casi concreti che saranno affrontati, dimostreremo che l’artigiano non è un mestiere che sta morendo, ma un lavoro che cresce, vive ed è in perenne mutamento. Per questo motivo abbiamo deciso di chiamare questa rubrica Vecchi mestieri.
Rasiglia è una piccola frazione di Foligno che sta rinascendo grazie agli antichi mestieri.
La storia di Rasiglia
Rasiglia è una piccola chicca dell’Umbria che ad oggi conta solamente diciassette abitanti, ma che dopo il sisma del 1997 non faceva altro che perdere pezzi.
Dieci anni fa i cittadini decisero di mettersi all’opera per riportare la piccola frazione all’originario splendore. Ragazzi, adulti e anziani iniziarono a collaborare a stretto contatto ottenendo un risultato straordinario. Punte di tre mila visitatori al giorno, anche grazie al passaparola sui social.
Rasiglia viene anche chiamata Venezia dell’Umbria. Questo per via dei numerosi corsi d’acqua che la attraversavano e che entrano nelle sue case mettendo in moto, allora come oggi, gli antichi lanifici e le tradizionali macine. Nella frazione, infatti, sono presenti quattro mulini di cui uno risalente al 1200, tre centrali idroelettriche e due famiglie di lanaioli e tintori, gli Accorimboni e i Tonti.
Ogni anno vengono organizzate due importantissime manifestazioni. Il presepe vivente durante le feste di Natale e la cosiddetta “Penelope a Rasiglia”, nel mese di giugno, dedicata agli antichi mestieri.
Le attività per i turisti
I visitatori potranno toccare con mano i vecchi macchinari per la tessitura e utilizzarli. Sul sito internet del piccolo borgo sono riportate tutte le attività organizzate dai suoi abitanti.
Recuperando solo le vecchie tradizioni e gli antichi mestieri, gli abitanti di Rasiglia sono riusciti a creare turismo ed economia. Questo coinvolgendo i bambini delle scuole e quanti vogliano imparare seguendo i segreti dei mastri artigiani.
Un luogo incantato in cui il suono magico delle acque si fonde con quello misterioso dei vecchi mestieri.
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