Come tutte le mattine sono in macchina. Lavoro girando Roma in lungo e in largo e la radio mi fa tanta compagnia. Ascolto la trasmissione che parla della mia squadra del cuore.
“E ora apriamo le dirette”… “Pronto ciao; so’ Mario. Volevo di’ che è ora di finirla di lasciare lo stadio vuoto. Dovemo torna’ tutti allo stadio …”
Quanti ricordi scatenano in me quelle poche frasi … quanti abbonamenti … quante trasferte … Chissà che per una volta Mario non abbia ragione.
Ma sì stavolta voglio andare e anche se sarò stanco dopo una giornata di lavoro e domani si lavorerà di nuovo, ho deciso.
Mi fermo in ricevitoria: un biglietto per me e uno per mio figlio.
40 euro per 2 curve (per una partita assolutamente non di cartello)? Però …
Ma VEDRAI … dico tra me e me, come sarà contento.
Alle 4 esce da scuola; il tempo di passare a casa. Lo cambio, nello zainetto 2 panini preparati in tutta fretta, 2 bottigliette d’acqua e siamo pronti.
Non è una bella giornata. Purtroppo piove, ma VEDRAI … mi dico … esordio bagnato, esordio fortunato!
Ricordiamoci gli ombrelli, penso. Tu prendi il tuo ombrello di Batman, dico a mio figlio.
Alle 18,30 (2 ore e un quarto prima!!!) partiamo.
In macchina cerco di coinvolgerlo. Gli parlo dello stadio, della magia della curva piena, del tifo, della partita e cerco di trasferire a mio figlio il mio entusiasmo di tanti anni fa, quando mio padre mi portava con lui.
Sono passati tanti anni, ma VEDRAI … come gli piacerà …
Arriviamo e comincio a cercare parcheggio, ma i solerti vigili mi invitano a proseguire: “qui no, lì no, là nemmeno …”.
Ma come: prima qui si parcheggiava … “Bravo: prima …” mi dice con fare sarcastico una simpatica vigilessa.
La macchina prosegue inesorabile la sua marcia di “allontanamento” dallo stadio e a Piazzale Clodio finalmente trovo un posto. Siamo a “soli” 2 Km dallo stadio … accidenti … ma VEDRAI … che poi ci divertiremo …
“Grazie capo: sò 5 euro”. Cosa??? “Io lavoro qui e guardo macchine”. Sarà, ma ha tutta l’aria di essere uno zingaro. Forse è meglio assecondarlo.
Sarà una lunga passeggiata, ma VEDRAI … ne varrà la pena … Ci incamminiamo. Lui è stanco, ma lo esorto a non fermarsi. Piove e le macchine sfrecciano inondandoci praticamente ad ogni pozzanghera. “Papà …” si lamenta mio figlio. Su, dai, rispondo io. Lo so che sei stanco e bagnato, ma VEDRAI … tra poco …
Eccoci al primo controllo: biglietti, documenti (neanche fossimo alla dogana), zainetto. “Mi dispiace, ma le bottigliette d’acqua non possono entrare”.
Ma è per il bambino … “Deve buttarla e ricomprarla all’interno”.
Mio figlio è un po’ provato e accenna un lamento. Sorridendo cerco di infondere nuovamente in lui l’iniziale entusiasmo. Ma VEDRAI adesso che entriamo … penso tra me e me.
Facciamo 10 metri e siamo al secondo controllo: biglietti, documenti (ancora?!?) e sorridendo chiedo: “Vuole anche il visto?” Mi guarda malissimo.
Indica l’ombrello di Batman: “L’ombrello non può entrare” Ma come? E’ del bambino. “Lo porti in macchina” Ma è a 2 Km. “Allora lo deve lasciare qui”. Ma … niente da fare. Vabbè dai, papà te lo ricompra. Mio figlio piange. Ma VEDRAI … adesso che entriamo come sarà bello …
Entriamo, cerchiamo il nostro posto e ci sediamo. Dopo un po’ le squadre entrano per il riscaldamento. Eccoli, amore di papà … VEDRAI ora che bello.
Dopo qualche minuto il mio bimbo inizia a chiedermi: “Chi è quello?” Mi pare … “E quello?” Forse … “Ma papà si vede male …” No amore, forse ora, ma VEDRAI che emozione durante la partita.
Inizia la gara. Dopo un po’, nella porta dalla parte opposta alla nostra, il gol. Esultiamo!
“Papà chi ha segnato”? Forse … mi pare … no, anzi, mi sembra … Aspetta ora lo dice lo speaker.
“Ma papà non si vede niente … Di testa?” No credo in mischia, ma forse al volo.
Mi volto e a fianco a me alcuni signori chiedono agli spettatori biglietti e documenti (e 3!). “Lei è seduto in un posto diverso dal suo: la devo multare”, dicono ad un ragazzo.
Ma siamo impazziti? Meno male che noi siamo al nostro posto, penso.
Mi accorgo che mio figlio sta guardando la curva ancora in festa per il gol. “Ma papà è mezza vuota. Tu avevi detto che …” Oggi sono pochi, è vero, ma VEDRAI che in futuro …
“E perché sono divisi? Avevano paura che potessero far male a qualcuno e li hanno messi in gabbia? Ma sono solo contenti per il gol e cantano per la loro squadra. Che male fanno?”
Quanto hai ragione … penso …
La partita finisce. Piove ancora e l’ombrello non c’è più. Ripassiamo dove l’avevamo lasciato, ma Batman, forse in missione, è volato via.
La macchina è solo a 2 Km e sono quasi le 23. Mio figlio è stanco e quando arriviamo alla macchina è sempre più zuppo. Domani c’è scuola, penso e dovrà anche svegliarsi presto.
Non so perché, ma in macchina preferisco non domandargli se è stato bene. Siamo a casa a mezzanotte passata; lavaggio denti, pipì, pigiamino e a letto.
Lo guardo e sembra sconvolto. Ora riposa amore mio che VEDRAI domenica prossima come sarà bello guardarla insieme … da casa …
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